Il termine Bitcoin apparve su internet per la prima volta il 31 ottobre 2008, il giorno in cui Satoshi Nakamoto pubblicò la ‘bibbia’ della criptomoneta
Sono trascorsi ben 10 anni dal 31 ottobre 2008, l'anno in cui fu pubblicato il manifesto di Satoshi Nakamoto sul Bitcoin, la criptovaluta virtuale diffusa sulla rete. Nonostante non si abbiano notizie riguardanti la vera identità del suo sviluppatore, l’utilizzo della moneta nell'ultimo decennio è cresciuto notevolmente.
“Il bitcoin ha mostrato una resilienza straordinaria, la resistenza all’ossidazione che ci si aspetta dall’equivalente digitale dell’oro”, spiega Ferdinando Ametrano, direttore esecutivo del Digital Gold Institute e professore di Bitcoin e tecnologia blockchain al Politecnico di Milano e all’Università di Milano-Bicocca.
10 anni fa il Whitepaper del Bitcoin
Il termine Bitcoin apparve su internet per la prima volta il 31 ottobre 2008, giorno in cui Satoshi Nakamoto (pseudonimo del creatore della valuta) pubblicò quello che poi divenne la ‘bibbia’ della criptovaluta, il ‘whitepaper del Bitcoin’.
“Il whitepaper di Satoshi prometteva una moneta elettronica senza intermediari non basata sulla fiducia, un contante digitale”, spiega Luca Fantacci, docente di Storia e istituzioni del sistema finanziario alla Bocconi.
Tuttavia la promessa, secondo l’esperto, non è stata mantenuta, in quanto la criptovaluta è stata usata maggiormente come oggetto di speculazione più che come una vera e propria moneta.
Prima quotazione della valuta
Il Bitcoin apparve sulla rete poche settimane dopo il crollo della Lehman Brothers, la quarta banca d’investimento più grossa degli Stati Uniti. La prima quotazione della valuta risale al 2009, anno in cui era possibile acquistare 1.309,03 Bitcoin al solo prezzo di un dollaro. Attualmente, invece, la sua quotazione oscilla tra i 6.000 e i 7.000 dollari, mantenendo un equilibrio stabile. “Il Bitcoin è un fenomeno dirompente che non può essere né trascurato, né criminalizzato, tantomeno sminuito andando dietro alla chimera della blockchain magica”, commenta il Professor Ametrano.
Il Bitcoin può alzare di 2 gradi il termometro globale
Da un recente studio, condotto da un team di ricercatori dell’Università delle Hawaii, a Manoa, è emerso che se l’utilizzo della criptovaluta dovesse continuare nella propria crescita, tra il 2033 e il 2040 la temperatura della Terra sarà partecipe di un incremento pari a circa 2 gradi. Il termometro globale sforerebbe, dunque, il limite internazionale previsto dall’accordi di Parigi sul clima. Questo cambiamento ambientale è dovuto al cospicuo dispendio energetico previsto nella realizzazione del Bitcoin.