Sulla piattaforma di microblogging il limite di battute è passato da 140 a 280, ma gli utenti tendono a scrivere contenuti molto brevi e a non sfruttare lo spazio extra
Nel 2017, Twitter ha ampliato il numero dei caratteri che gli utenti possono inserire in un tweet, passando dai classici 140 al nuovo limite di 280. A differenza di quel che si potrebbe pensare, lo spazio extra non ha cambiato più di tanto le abitudini di chi utilizza la piattaforma di microblogging. Di recente, la compagnia di San Francisco ha divulgato alcune statistiche interessanti sul comportamento degli utenti del social media negli ultimi mesi. Una rapida lettura dei dati diffusi permette di notare che solo l’1% dei tweet sfrutta appieno i 280 caratteri messi a disposizione e solo il 12% supera il vecchio limite di 140 battute.
Contenuti brevissimi
Sembra che ormai gli utenti utilizzino Twitter solo per condividere dei pensieri brevi (o brevissimi) e che siano poco interessati a sfruttare lo spazio extra che è stato messo a loro disposizione. È anche possibile che chi fa uso del social media da più tempo sia talmente abituato al precedente limite di 140 caratteri da essere inconsapevolmente portato a non superarlo. Considerando che i tweet che superano le 190 battute rappresentano solo il 5%, questa ipotesi potrebbe rispecchiare la realtà dei fatti.
Le abitudini degli utenti stanno cambiando
Quando il limite di battute era di 140, i tweet più comuni erano lunghi 34 caratteri. Ora che lo spazio a disposizione degli utenti è stato raddoppiato, la lunghezza più utilizzata è scesa a 33 caratteri. Se prima il 9% dei tweet raggiungeva le 140 battute, ora ciò avviene solo nell’1% dei casi. Incrementare lo spazio a disposizione degli utenti ha comunque modificato il modo in cui le persone si esprimono sulla piattaforma. L’uso delle abbreviazioni, per esempio, è diminuito notevolmente. Inoltre, l’uso di parole come ‘per favore’ e ‘grazie’ è aumentato (rispettivamente del 54% e del 22%). Ciò non implica necessariamente che gli utenti di Twitter siano diventati più gentili (solo un’apposita analisi potrebbe dimostrarlo con certezza).
Un altro dato interessante riguarda l’aumento del 30% dei tweet contenenti un punto interrogativo. Gli utenti tendono a interagire maggiormente tra loro, ma non è chiaro se ciò sia in qualche modo connesso all’incremento dei caratteri a disposizione.
Anche se i singoli messaggi sono caratterizzati da una notevole brevità, su Twitter non mancano comunque dei pensieri più lunghi e articolati. Per esprimerli, gli utenti utilizzano le ‘discussioni’, ovvero delle lunghe serie di tweet connessi tematicamente tra loro. Il loro utilizzo è sempre più diffuso e sta in una certa misura alterando l’esperienza offerta dal social media.