Il social network rinuncia in parte all’algoritmo che fa visualizzare nella home i cinguettii migliori: si potrà scegliere di vederli in modo cronologico
Twitter fa retromarcia sulla timeline dei tweet visualizzati: si potrà tornare in modo facoltativo all’ordine cronologico. Con questa opzione il colosso statunitense torna sui propri passi dopo la scelta del 2016 di usare un algoritmo che tenga conto delle interazioni e delle preferenze degli utenti, similmente a quanto accade con Facebook. L’opzione non è ancora attiva, ma verrà introdotta nelle prossime settimane.
Si potrà scegliere tra le due versioni
L’algoritmo non verrà abbandonato totalmente, ma sarà ancora attivo per chi preferisce visualizzare i cinguettii considerati più rilevanti per il proprio profilo. Le due versioni, la vecchia e la nuova, coesisteranno. L’opzione cronologica è infatti facoltativa, per sceglierla si dovrà cliccare su una opzione delle impostazioni. “Secondo alcuni sondaggi, quando vengono mostrati prima i tweet con l’uso dell’algoritmo, le persone trovano Twitter più rilevante e utile, ma abbiamo ascoltato il feedback di chi preferisce vedere i cinguettii più recenti”, spiega la società. "Il nostro obiettivo è di bilanciare i tweet migliori con i più recenti, ma non sempre ci siamo riusciti finora”. La nuova opzione non è ancora stata adottata, ma verrà introdotta nei prossimi aggiornamenti.
Algoritmo in funzione da due anni
Lanciata nel 2016, la timeline che mostra i tweet migliori e non quelli più recenti, ha avvicinato il social basato sui 120 caratteri al suo rivale Facebook, che da anni sfrutta un algoritmo per proporre agli utenti i post più rilevanti e non quelli appena pubblicati. La mossa mirava ad aumentare il coinvolgimento tra le persone più attive sul social network e prolungare il tempo di permanenza sulla piattaforma. In questo modo si puntava a rendere Twitter più attraente per gli inserzionisti. Ma la scelta ha anche avuto l'effetto di aumentare nella timeline i tweet vecchi che avevano un elevato coinvolgimento. Un effetto particolarmente penalizzante per il social statunitense perché il contenuto è risultato spesso obsoleto agli occhi degli utenti.