Cinque videogiochi di combattimento da non perdere

Tecnologia

Cristian Paolini

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Da Punch Out!! del lontano 1984 alla serie di Super Smash Bros con l’ultimo attesissimo capitolo in uscita a dicembre, viaggio nel mondo dei beat 'em up e dintorni

Anche se è sempre meglio fare l’amore che la guerra, non c’è dubbio che i giochi di combattimento siano tra i più seguiti tra i fan dei videogiochi. Soprattutto il filone beat ‘em up, che ha regalato veri e propri capolavori del genere videoludico. Come sempre ne abbiamo scelti 5, a nostro gusto personale, che chi ama menare le mani (ma solo alla console, ci raccomandiamo) non dovrebbe essersi perso: da Punch Out!! del lontano 1984 alla serie di Super Smash Bros con l’ultimo attesissimo capitolo in uscita a dicembre.

 

Punch Out!! (1984)

Lanciato da Nintendo è il gioco di boxe per eccellenza. Chi non ricorda in sala giochi i consigli urlati dal coach virtuale "left", "right" o "body punch" mentre il nostro pugile (tale Little Mac) dal corpo semi-trasparente colpisce l’avversario. Avversario non troppo temibile, nelle fattezze almeno. Si tratta infatti di personaggi dalla grafica tipo cartoon che subiscono in maniera a volte esilarante i colpi che subiscono. Si tratta di sei pugili in tutto, un francese, un cubano, un turco, tale Kid Quick, l’italiano Pizza Pasta (ma va… ) e il campione del mondo in carica Mr. Sandman. Un’altra caratteristica del gioco è il fatto che lo schermo sia diviso praticamente in due, con la parte superiore riservata a statistiche e a una grafica che aggiorna sullo stato del match, mentre su quella inferiore ha luogo il combattimento vero e proprio.

 

Street Fighter (1987)

Il picchiaduro della Capcom è il primo di una lunga e fortunata dinastia che arriverà fino al grande schermo (con un certo Jean Claude Van Damme). Ispirata a un manga, la trama è incentrata sul protagonista Ryu che deve combattere contro dieci avversari in cinque diverse parti del mondo: Usa, Gran Bretagna, Giappone, Cina, fino all’atto finale in Thailandia.  Livelli extra quelli in cui si devono rompere una pila di mattoni, con un solo magistrale colpo, e tavole di legno entro un tempo prestabilito. Ancora più fortuna ebbe il secondo capitolo della saga, best seller assoluto della Capcom e uno dei migliori titoli di sempre. Rispetto al capostipite, ci sono otto personaggi selezionabili ognuno con le proprie peculiarità e quattro boss finali non utilizzabili.    

 

 

WWF Superstars (1989)

Con questo titolo la Technos Japan Corporation, che aveva già portato il wrestling nel mondo dei videogame, lo consacrò nelle sale giochi, utilizzando per la prima volta la franchigia ufficiale della lega di lotta americana e riproducendo in maniera piuttosto fedele i campioni dell’epoca e le loro mosse. Le tecniche di presa sono varie e l’ebrezza di utilizzare i vari Big Boss Man Ultimate Warrior, Jim Duggan, Hulk Hogan, Honky Tonk Man, Macho Man Randy Savage è difficile da spiegare per chi non è stato ragazzino nell’epoca delle loro gesta, quando il bizzarro e colorato mondo del Wrestling americano si affacciava sugli schermi televisivi italiani. 

 

 

Mortal Kombat (1992)

Come Street Fighter, il lungo cammino del titolo lanciato da Midway Games nel 1992 ebbe come approdo il grande schermo per sancirne la popolarità acquisita. E proprio come anti Street Fighter si può dire che Mortal Kombat sia stato concepito e abbia potuto confrontarsi degnamente con il rivale grazie alla grafica innovativa (per realizzare i personaggi sono stati digitalizzati degli attori) e al gameplay. In questo caso i personaggi tra cui scegliere sono sette, ma cambiano le modalità del confronto, con il giocatore a cui vengono affrontati i rivali che dovrà affrontare in maniera casuale nei primi sei incontri, fino al settimo in cui invece combatte contro se stesso nel cosiddetto mirror match cui seguono la prove di endurance contro due avversari e boss sempre più duri da sconfiggere. Quello che caratterizza il gioco è la violenza resa ancora più esplicita dal realismo grafico, che ha portato alla sua censura su diverse piattaforme, considerato che i protagonisti quando vengono colpiti perdono sangue. A rendere tutto ancora più brutale le fatality: mosse finali particolarmente cruente.        

 

Super Smash Bros (1999)

Chiudiamo come abbiamo aperto questa lista, con un titolo della Nintendo, anzi una serie: Super Smash Bros. La prima versione uscì nel 1999 su Nintendo 64 con a disposizione otto personaggi da selezionare, più due sbloccabili, ma sembrano passati anni luce dall’ultimo capitolo della saga in uscita a dicembre in cui saranno presenti 72 personaggi. Perché la forza del titolo sta anche nel fatto che ad affrontarsi siano proprio delle star di videogiochi e sviluppatori differenti (anche tra quelli che abbiamo citato prima come Ryu di Street Fighter o Little Mac di Punch Out!!, ma nel ricco rooster ci sono Super Mario, Pikachu, Sonic, Pac Man e tanti altri). Lo scopo del gioco è di lanciare l’avversario fuori dal “ring”. Particolarmente apprezzata dai giocatori è la modalità multiplayer ei tanti scenari in cui si svolgono le zuffe senza quartiere. Altra caratteristica della serie sono gli oggetti a disposizione per aumentare i danni, o come le pokeball che consentono di chiamare uno dei simpatici animaletti da lotta in aiuto di chi ne entra in possesso.  

 

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