Sono ispirati alla specie 'aurelia aurita' e serviranno per tenere sotto controllo i fondali, evitando il rischio di collisioni che possono danneggiare la flora marina
Una medusa robotica potrebbe essere utilizzata in futuro per monitorare le barriere coralline, ambienti tipici dei mari e degli oceani tropicali. Le 'jellybot' si basano sulla fisionomia della medusa quadrifoglio, anche detta aurelia aurita, caratterizzata dalla forma sferica dell'ombrello e dalla presenza, sulla sommità dello stesso, di quattro strutture circolari, le gonadi, che ricordano l'aspetto di un quadrifoglio. Gli scienziati puntano a rendere i robot dei veri e propri ‘guardiani degli oceani’: la loro funzione sarà di controllare le formazioni rocciose più delicate, senza rischiare collisioni o danni. Il progetto è stato pubblicato sulla rivista scientifica Biomimetics and Bioinspiration.
Sono 'soft robot'
Le Jellybot si muovono in acqua grazie a otto tentacoli a propulsione idraulica, utilizzando un sistema azionato da due pompe. Queste ultime sfruttano la forza centrifuga per accelerare il movimento verso l'esterno. L'acqua dell'ambiente circostante viene usata per gonfiare i tentacoli di gomma e permettere al robot di ‘nuotare’ in acqua. Quando le pompe non sono alimentate, l'elasticità dei tentacoli spinge indietro l'acqua. Questo tipo di robot, definiti 'soft', sono realizzati con materiali morbidi e flessibili e si ispirano a esseri viventi già esistenti in natura. Per eseguire i primi test, sono state costruite, tramite la stampa 3D, cinque jellybot da immergere in acqua per svolgere l’attività di monitoraggio.
Imitano la forma delle meduse
“Studiare e monitorare ambienti delicati e fragili, come le barriere coralline, è sempre stato difficile per i ricercatori marini. I soft robot hanno un grande potenziale, possono aiutare molto”, spiega Erik Engeberg della Florida Atlantic University. “Sono ispirati a pesci o altri animali marini e hanno guadagnato negli ultimi anni molta popolarità nelle comunità di ricerca. Le meduse sono dei modelli eccellenti da imitare perché sono dei nuotatori molto efficienti. La loro capacità di muoversi in acqua è dovuta alla forma dei loro corpi, la quale può essere riprodotta per progettare i robot”, conclude il ricercatore.
Le meduse artificiali avranno dei sensori ambientali e dei programmi di navigazione per aiutarle ad orientarsi sui fondali.