È stato sviluppato da un team di ricercatori del Laboratorio europeo di biologia molecolare e illustra nel dettaglio uno dei processi più importanti del ciclo cellulare
La mitosi, la riproduzione attraverso la quale una cellula dà vita a due cellule figlie e identiche geneticamente è uno dei processi più importanti all’interno dell’ambito del ciclo cellulare. Grazie alla realizzazione del primo Atlante interattivo riguardante la divisione cellulare sarà possibile osservare le diverse fasi di questo avvenimento nel dettaglio con l’ausilio della tecnologia 4D. Il risultato è stato raggiunto da un gruppo di ricercatori del Laboratorio europeo di biologia molecolare con a capo Jan Ellenberg, autore di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature.
Reti dinamiche di proteine
La divisione cellulare, che ha luogo all’interno del corpo umano, è un complesso processo che coinvolge circa 600 differenti proteine in molti casi divise in differenti gruppi. Perché la mitosi avvenga, è necessaria una coordinazione spazio-temporale estremamente precisa da parte delle proteine. Per la prima volta, la mappa interattiva realizzata dai ricercatori permette di capire con precisione quali gruppi proteici portino avanti il processo. “Fino a questo momento i laboratori hanno principalmente guardato alle singole proteine all’interno delle cellule”, spiega Ellenberg. “Grazie al supporto del progetto dell’Unione Europea MitoSys adesso siamo in grado di avere un approccio sistematico e guardare a un quadro più ampio studiando le reti dinamiche che le proteine formano nelle cellule umane”, aggiunge.
Osservazione in tempo reale
L’Atlante dà la possibilità di integrare i dati raccolti dal team in un modello interattivo 4D che è accessibile online e permette di identificare e scegliere qualsiasi raggruppamento di proteine per osservare in tempo reale come agiscono durante la divisione cellulare. Secondo Ellenberg, queste nuove tecnologie potranno rivelarsi utili in futuro per lo studio di proteine coinvolte non soltanto nella mitosi, ma per comprendere anche “la morte delle cellule, la loro migrazione o la formazione delle metastasi in quelle cancerose”. Il ricercatore afferma poi che “osservando le reti dinamiche formate da queste proteine si possono capire le principali vulnerabilità, come ad esempio punti in cui c’è una sola proteina responsabile di un compito specifico, senza alcun supporto”.