Videogiochi e calcio, 5 titoli imperdibili

Tecnologia

Cristian Paolini

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Non solo Pes e Fifa, ecco la nostra lista dei videogames sul pallone che hanno fatto la storia  e la gioia degli appassionati

Ieri abbiamo parlato di Pes 2019, uscito in anticipo rispetto all’eterno rivale Fifa con cui ormai da anni si contende il titolo di migliore simulazione calcistica, ma c’è stato un tempo in cui non erano i titoli di Konami ed Electronic Arts a fare battere il cuore degli amanti di videogiochi e pallone. Un tempo in cui si poteva giocare virtualmente a calcio solo in sala giochi o si preferiva farlo al pc e non alla console. E anche se è difficile stilare una lista dei giochi di calcio migliori di sempre, visto che si tratta dei titoli a più alta mortalità sul mercato (nessun fan vero può prescindere dall’acquisto dell’ultima edizione con maglie e rose aggiornate alla stagione in corso), si può compilare però un hit parade del cuore, tra quelli che hanno segnato la nostra carriera di videogiocatori, partendo magari dai suoi albori. Per quanto mi riguarda, ho selezionato queste cinque tappe della mia esperienza di calciatore virtuale.   

 

Kick and run (1986)

Il titolo di Taito per arcade è quello più vicino al cuore che alla memoria, in cui finisce per assumerne contorni mitologici. Erano i tempi delle sale giochi in alcune delle quali, oltre che di joystick e pulsanti, il gioco era dotato di un pedale per le scivolate. Queste erano una delle parti forse più divertenti di tutto il gioco, con quel buffo modo de calciatori di incrociare le gambe alla ricerca di intercettare il pallone, aiutato da una grafica molto in stile cartone animato giapponese. Si giocava con la nazionali, le partite erano accompagnate da un’esibizione di pon pon girls, e i colori delle maglie delle squadre erano alquanto fantasiosi e improbabili. Il divertimento era però assicurato. Il portiere si poteva usare come un giocatore, ma i più bravi erano quelli che riuscivano a scartarlo per depositare il pallone in rete.

 

Tecmo Euro League (1989)

Dopo anni di grafica piuttosto incerta, caratterizzata dalla difficoltà di rendere in maniera accettabile le divise delle squadre di calcio (di solito, come per il calcio balilla, si poteva optare quasi sempre per la tinta unita, specie sulle console domestiche), questo titolo di Tecmo portò nelle sale giochi, con la versione per le squadre di club, un gioco in cui ci si poteva immedesimare con una certa convinzione nelle grandi formazioni del nostro Continente. Otto le blasonate compagini a disposizione: Atletico Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Inter, Milan, Napoli, Psv e Real Madrid. Unica grande assente, ahimè, la Juventus, che pagava forse un periodo di appannamento a livello nazionale e internazionale. Particolare che rende il gioco indimenticabile: i bellissimi gol in rovesciata che si potevano realizzare con una sapiente combinazione di Joypad e tasti.     

 

Sensible Soccer (1992)

Quando ripensi a questo gioco (uscito dapprima in due versioni, una per Amiga e una per Atari St) la prima cosa che ti torna in mente è la grafica dall’alto che se da una parte può fare storcere il naso rispetto alle meraviglie di realismo raggiunte dai titoli di oggi, dall’altra solo chi non l’ha giocato non può non ammettere che era perfettamente integrata con una giocabilità straordinaria. Le squadre erano modificabili e a tutti gli effetti si può considerare il primo gioco che tenta di unire al gameplay classico la funzione manageriale, con una modalità di carriera ventennale, e la presenza di squadre di tutto il mondo per tornei e campionati customizzabili. Come per un gioco tradizionale come il Subbuteo, c’è ancora oggi una vasta base di fan che organizza tornei internazionali off-line con la versione originale di Sensible soccer.

 

International superstar Soccer (1995)

E’ il padre di Pes, o forse il nonno visto i progressi che ha fatto la serie nel corso degli anni. Realizzato da Konami è stato il primo gioco su console a unire grafica e giocabilità in maniera quasi impeccabile. Unico difetto la mancanza di licenze che se ti consentiva di impersonare giocatori con le caratteristiche anche fisiche vicine ai veri campioni (oltre a imitarne giocate complesse come le triangolazioni), non ne permetteva l’utilizzo del nome. Succedeva così che un certo numero 10 azzurro dotato di codino che ci ha fatto quasi vincere un mondiale, anziché Roberto Baggio veniva incomprensibilmente rinominato Galfano, evocando più il Signore degli anelli che quello delle punizioni dal limite.    

 

Fifa: Road to World Cup (1998)

Personalmente, malgrado abbia acquistato quasi tutte le edizioni di Fifa (e Pes) che sono seguite e lo hanno preceduto, lo considero il gioco più bello di tutti i tempi. A cominciare dalla sigla, Song 2 dei Blur: una scarica di adrenalina che funzionava meglio degli inni nazionali quando ti preparavi a giocarci con un amico. Il gioco conteneva già tutto quanto si sarebbe poi sviluppato nella serie, con alcune chicche come la possibilità di giocare partite indoor a calcetto. Si poteva guidare, come suggerisce il titolo, una delle squadre nazionali impegnate nelle gare di qualificazione al Mondiale di Francia del 1998, fino ad arrivare alla fase finale e, se abbastanza bravi, alzare la coppa. Erano disponibili anche 11 campionati nazionali e un commento tecnico affidato alla coppia Bulgarelli-Caputi godibilissimo. Per i maniaci dei dettagli, ancora meglio “l’aggiornamento” World Cup 98, realizzato da Electronic Arts per la fase finale del Mondiale, con stadi e divise ufficiali delle squadre impegnate. E un’altra canzone da urlo: Tubthumping dei Chumbawamba.

 

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