Blue Origin, i biglietti spaziali di Bezos in vendita dal 2019
TecnologiaLa compagnia fondata dal numero uno di Amazon fa un altro passo avanti verso il turismo tra le stelle. Non si conoscono però ancora la data del primo volo e il prezzo dei tagliandi
La corsa al turismo spaziale accelera. Blue Origin, la società fondata dal numero uno di Amazon Jeff Bezos, inizierà infatti a vendere biglietti per i primi viaggi dal 2019. Lo ha affermato il vicepresidente della società Rob Meyerson, intervenuto nel corso dell'Amazon Web Services Public Sector Summit.
Il razzo Shepart
L'indicazione di un periodo teorico per l'inizio della vendita dei biglietti è solo una delle tappe che porteranno i primi turisti nello spazio. Non è ancora infatti noto quando esattamente ci sarà il primo volo, né quanto costerà. Il decollo, comunque, non sembra ancora dietro l'angolo. Il razzo Shepart, cioè l'unità spaziale che dovrebbe portare i turisti in orbita, fino a ora ha completato otto voli (l'ultimo lo scorso aprile), ma tutti senza equipaggio. Servirà quindi ancora una discreta quantità di test. I propulsori di Blue Origin spingeranno il modulo fino a una quota di 100 chilometri e i passeggeri avranno la possibilità di ammirare il pianeta per circa quattro minuti. Dopo la capsula tornerà sulla Terra, accompagnata da un sistema di paracaduti. Mentre il razzo tornerà al suolo grazie a un atterraggio verticale e potrà essere riutilizzato per più voli.
Blue Origin e Virgin Galactic
Blue Origin non è la prima compagnia turistica spaziale a mettere in vendita i biglietti. Lo ha già fatto Virgin Galactic, circa un decennio fa. La scelta della compagnia in quel caso era stata diversa: via alle vendite già in una fase embrionale del progetto, con l'obiettivo di portare in orbita i primi turisti nel 2018. Un traguardo che, quasi certamente, non verrà rispettato, anche a causa dell'incidente del 2014 che ha rallentato lo sviluppo del progetto. Per quanto riguarda i prezzi, il volo di Virgin Galactic dovrebbe costare circa 250mila dollari. Nonostante la cifra ingente e gli intoppi, la società ha comunque affermato di aver già venduto circa 700 biglietti e di avere la lista di prenotazioni piena per i prossimi tre anni.
Tra turismo ed esplorazione spaziale
La corsa allo spazio delle compagnie private si sta sviluppando in due direzioni. Da una parte c'è il progetto più ambizioso, quello di Elon Musk e della sua Space X. La società affianca la Nasa nel trasporto spaziale e con il Falcon Heavy ha prodotto il razzo più potente mai decollato, che punta all'esplorazione spaziale ben oltre l'orbita terrestre. Dall'altra parte ci sono Virgin Galactic e Blue Origin, che invece guardano ai viaggi brevi. Tra le due direzioni ci sono dei punti in comune. Musk ha infatti affermato di voler portare due turisti spaziali (con un biglietto multimilionario) nell'orbita lunare. La data prevista (il 2018) non verrà rispettata ma il progetto è ancora in piedi. E Blue Origin potrebbe conquistare l'interesse della Nasa, che dal 2011 (cioè da quando ha mandato in pensione lo Space Shuttle) non trasporta un equipaggio con un proprio veicolo.