Usa, class action contro il riconoscimento facciale di Facebook

Tecnologia
La causa collettiva riguarda la funzione Tag Suggestions (Getty Images)

Un giudice federale ha autorizzato una causa collettiva contro la gestione dei dati relativa alla funzione "Tag Suggestions". Lo Stato dell'Illinois, infatti, vieta la raccolta di informazioni biometriche

Nuovi guai (legati a una vecchia questione) per Facebook. Un giudice federale dell'Illinois (Stati Uniti) ha dato il via libera a una class action contro la società guidata da Mark Zuckerberg. L'azione legale collettiva riguarda una causa per la violazione delle norme statali sul riconoscimento facciale. Un tema legato ancora una volta alla privacy e ai dati degli utenti.

La causa contro "Tag Suggestion"

I promotori della class action si rivolgono contro la funzione "Tag Suggestions" (non presente in molti Paesi e che può essere disattivata), lanciata nel 2011 e che suggerisce agli utenti quali amici compaiono in una foto. I querelanti sostengono che Facebook avrebbe usato questa tecnologia di riconoscimento facciale (e l'algoritmo ad essa associato) senza il consenso degli utenti. Facebook si difende dicendo che "il caso non ha alcun merito".

Le legge dell'Illinois

Alla base della causa c'è una legge dell'Illinois, nota come BIPA (Biometric Information Privacy Act), che proibisce la raccolta di informazioni biometriche, inclusi dati sul riconoscimento facciale, e che comprende anche il sistema di foto-tagging usato da Facebook. L'azione legale era stata presentata nel 2015. Adesso il giudice federale James Donato, di San Francisco (dove era stato trasferito il procedimento), ha ammesso la class action e stabilito che è il modo più efficiente per risolvere la disputa. Potrà partecipare all'azione legale chi si trova in Illinois e ha avuto i suoi dati biometrici archiviati nei server di Facebook dopo il 2011. Secondo il giudice i danni potenziali potrebbero ammontare a miliardi di dollari.

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