Snapchat, ancora tagli: verso il licenziamento di 100 sviluppatori

Tecnologia
Per Snapchat sarebbe il quarto giro di licenziamenti negli ultimi mesi (Getty Images)
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La società guidata da Evan Spiegel potrebbe tornare a mettere mano alle "forbici". Ma questa volta a essere colpito sarebbe, per la prima volta, il team tecnologico dell'app

Quattro tagli nel giro di sei mesi. Il più severo potrebbe arrivare nei prossimi giorni: Snap, la società che controlla l'app Snapchat, sarebbe pronta a licenziare 100 dipendenti. Lo riportano Cnbc e Cheddar mentre il gruppo non ha commentato la notizia.

Licenziamenti nel cuore tecnologico

Non è la prima volta che Snap mette mano alle forbici, ma questa volta ci sarebbero (se confermate) due novità. La prima riguarda le dimensioni. Dallo scorso settembre a gennaio 2018, la società è già intervenuta per tre volte. Ma licenziando in tutto una cinquantina di persone, cioè la metà dell'ultimo taglio previsto. La seconda novità riguarda il settore che Snap ha deciso di ridimensionare: i 100 licenziamenti toccherebbero gli ingegneri della società. Cioè il 10% del team tecnologico. Una scelta singolare per un gruppo che di dipendenti ne ha circa 3mila e che, proprio in queste settimane, sta aggiornando l'app con nuove funzionalità e un design rinnovato. Nelle tre precedenti riduzioni del personale, erano state colpite altre divisioni: hardware (dopo il flop degli Spectacles, gli occhiali connessi con fotocamera integrata), amministrazione e contenuti.

I dipendenti delusi

Il fatturato ha dato segni di ripresa nell'ultima trimestrale, ma non cresce quanto atteso. E lo stesso si può dire degli utenti attivi di Snapchat. L'utile è ancora lontano: ecco allora che Snap prova a raggiungerlo passando anche dalla riduzione dei costi (come ha fatto con successo Twitter). Il tempismo però risulta quantomeno infelice. La società, negli scorsi giorni, è stata bersaglio di critiche per uno squilibrio fra trattamento dei dipendenti e del ceo (e fondatore) Evan Spiegel. Snap infatti non ha concesso ai dipendneti alcun premio produttività perché non sarebbero stati raggiunti gli obiettivi del 2017. I lavoratori, però, accusano il gruppo di scarsa chiarezza sui traguardi da raggiungere. Una scelta sgradita, anche perché l'amministratore delegato, sempre per il 2017, ha ricevuto uno dei premi più alti mai riservati a un ceo: 637 milioni di dollari.

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