Faccia a faccia tesissimo tra due androidi, un poliziotto e un deviante impazzito che ha sequestrato una bambina minacciando di ucciderla. Riusciremo a salvarla? Abbiamo provato in anteprima il nuovo videogame per Playstation 4 degli autori di Heavy Rain e Beyond.
Un sequestro
Nel segmento provato muoviamo uno dei tre personaggi che saranno giocabili in Detroit Become Human, il terzo di un trio di androidi dal nome di Connor. Quest’ultimo è un modello utilizzato dalla polizia per interagire con gli androidi che hanno dimostrato comportamenti devianti, rinnegando pericolosamente il loro programma. Giungiamo in una casa lussuosa invasa dalle forze speciali e intuiamo immediatamente che qualcosa è andato terribilmente storto. Ma Cage e Quantic Dream, con un improvviso guizzo poetico, ci propongono di salvare un pesce tropicale caduto fuori da un acquario. Un’attività opzionale ma che definisce l’empatia di Connor per gli esseri viventi. Subito dopo entriamo nell’azione: un androide è “impazzito” tradendo la famiglia presso la quale prestava servizio; ha ucciso il padre e alcuni agenti intervenuti per fermarlo, poi ha sequestrato la figlia, una bambina. Starà al giocatore tentare di salvarla e come in ogni gioco di Cage gli esiti possono variare in base alle nostre azioni, dal peggio al meglio.
Indagini
Indagando per le stanze dell’appartamento possiamo ricostruire e rivivere gli eventi che hanno portato al sequestro, rivelare degli indizi che ci saranno utili quando dovremo confrontarci con il deviante che si è barricato sul terrazzo e minaccia di gettarsi giù con la bambina. Ogni indizio e ricostruzione aumenta la percentuale di successo. Si tratta di un momento esplorativo e nello stesso tempo squisitamente videoludico, perché dobbiamo interagire con diversi elementi dello scenario, analizzare i cadaveri o leggere un diario. Bastano pochi secondi per apprezzare la grafica iper-realistica e filmica del gioco e godere delle rare musiche che non penalizzano i suoni ma li sottolineano. Poi giunge il momento del confronto: un dialogo tesissimo, dalle fantascientifiche implicazioni psicologiche. Non possiamo sbagliare una risposta ne’ una domanda, altrimenti per la bambina sarà la fine. Riusciamo infine a salvarla con un groppo alla gola e le lacrime agli occhi.
La prova non è durata che una ventina di minuti, tuttavia se Detroit Become Human sarà composto da segmenti di questo spessore drammatico e narrativo potrebbe rivelarsi un’opera eccellente, chimera possibile tra cinema e videogioco.