Spotify espelle gli artisti legati al suprematismo bianco

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L'icona dell'app di Spotify (Getty Images)
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La decisione del colosso dello streaming musicale ha portato all'eliminazione del materiale delle cosiddette "hate bands"

Spotify prende posizione contro il razzismo di stampo neonazista che nelle ultime settimane è  al centro del dibattito negli Stati Uniti. In un comunicato, riportato anche da Billboard, la popolare piattaforma di streaming musicale ha infatti annunciato di aver rimosso dal suo catalogo online ogni contenuto legato al mondo del suprematismo bianco.

La musica dell'odio

La decisione di Spotify, che segue quelle analoghe adottate nei giorni scorsi da altri due giganti dei social come Facebook e Twitter, è rivolta a contrastare il clima di divisione diffusosi recentemente in seguito alle violente manifestazioni di Charlottesville, in Virginia, alle quali hanno partecipato attivamente membri di gruppi xenofobi. Prendendo spunto da una lista di "hate bands" (letteralmente "band dell'odio") stilata dal Southern Poverty Law Center (Splc), l'azienda musicale ha deciso di adottare una politica di "tolleranza zero" ed eliminare dalla propria piattaforma gruppi come i "Kill, Baby, Kill!" famosi per aver scritto brani con titoli eloquenti come "Rock against Islam".  

Contro il razzismo

A stimolare il lavoro di Spotify di identificazione ed espulsione delle "hate bands" ci aveva pensato Digital Music News, che in precedenza aveva pubblicato una lista di 37 musicisti suprematisti bianchi ancora disponibili sulla piattaforma musicale. Dopo la diffusione di questi nomi, un portavoce di Spotify ha confermato a Billboard che gli artisti erano stati espulsi dai loro canali. È qualcosa di simile a quanto accaduto già nel 2014, quando il Splc aveva pubblicato un rapporto sul razzismo e la musica digitale dal titolo "Music, Money and Hate" che aveva portato Apple a interrompere le vendite su iTunes del materiale inciso dagli artisti indicati nel report.

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