Uber e il sogno delle auto volanti: ingaggiato un ingegnere della Nasa

Tecnologia
L'auto volante della slovacca AeroMobil (LaPresse)
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La società guidata da Travis Kalanick ha fatto campagna acquisti a Cape Canaveral. Mark Moore, tra i padri dei velivoli urbani, sarà a capo del progetto Elevate

 

Uber vuole decollare con le auto volanti. E per farlo ha ingaggiato un ingegnere della Nasa, Mark Moore, come riporta Bloomberg. Il suo nome è già noto nella Silicon Valley: nel 2010 proprio lui aveva firmato un report sul futuro delle auto volanti. Lo studio aveva attirato l'attenzione di Larry Page, fondatore di Google. Uber, adesso, fa un passo in più: Moore non sarà un semplice consulente ma il capo di Elevate, la struttura del gruppo che sta sviluppando il progetto dei velivoli urbani. Il ceo Travis Kalanick avrebbe anche indicato il traguardo: taxi volanti in commercio entro il 2026.

 

Uber, come funziona il progetto - Moore lascia la Nasa dopo 30 anni di carriera. Pur di abbracciare Uber, ha rinunciato a una fetta della sua pensione, che sarebbe arrivata tra un anno. “Non posso pensare – ha affermato - a un'altra compagnia che sia in una posizione altrettanto forte per lo sviluppo di questa nuova tecnologia”. E “questa nuova tecnologia” è la Vtol (Vertical take-off and landing): Moore è uno dei padri della sua possibile conversione elettrica e urbana. Per Uber (e non solo) sarà questa la norma delle auto volanti: saranno elettriche, con la capacità di decollare e atterrare in verticale, in modo da richiedere poco spazio. Quasi un mini-elicottero, più che un piccolo aereo. Già nel 2010, Moore scriveva che l'applicazione dell'energia elettrica  avrebbe “eliminato rumore ed emissioni, riducendo drasticamente i costi e aumentando l'affidabilità”.

 

Taxi volanti per Uber? - Moore, così come Uber, è convinto che l'arrivo dei auto volanti non sia ancora imminente. Servono passi avanti dal punto di vista tecnologico, ma soprattutto normativo ed economico. I test dovranno garantire la sicurezza dei passeggeri. In parallelo, servirà un'intensa attività di lobby per rimuovere le restrizioni esistenti e una negoziazione con i fornitori per abbassare i costi e produrre su vasta scala. “Se non hai in mente un business che abbia economicamente senso, tutto questo sarebbe solo un gioco tecnologico e non un investimento saggio”, ha affermato. Qualche conto in tasca, Uber lo ha già fatto. Prevede che, nei prossimi anni, i costi si abbasseranno fino a 50 centesimi per ogni miglio percorso (contro i 35 centesimi delle auto). Il percorso via aria sarebbe però più breve: un tragitto di 45 miglia (circa 70 km) equivarrebbe in media a 60 miglia (più di 90 km) d'asfalto, potrebbe durare appena 15 minuti e costare circa 21 dollari. Costi che potrebbero essere ammortizzati dalla condivisione. Uber prevede infatti che le auto volanti potrebbero essere acquistate dai privati o utilizzate come servizio di (flying) car sharing.     

 

Auto volanti, la concorrenza - Il settore, nonostante le incognite, sarà spinto dalla concorrenza. A puntare sui velivoli urbani non sono solo alcune startup ma anche gruppi di grandi dimensioni. Come Airbus, che ha annunciato di credere molto al progetto. Attenzione però agli emergenti come Lilium aviationAeroMobil e UrbanAeronautics. Per finire con Zero.Aero, la startup di Larry Page ispirata dal lavoro di Moore.

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