Airbnb: multa record al proprietario di 11 appartamenti ad Amsterdam
TecnologiaSecondo l'amministrazione comunale avrebbe violato le nuove norme previste da un accordo firmato nel dicembre del 2016. L'assessore: "Case gestite come un hotel illegale"
Il comune di Amsterdam ha multato, per la cifra record di 297mila euro, il servizio di portineria e il proprietario di undici appartamenti messi in affitto attraverso AirBnb, il portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi. Secondo l’amministrazione della capitale olandese non sono state rispettate le normative vigenti nei Paesi Bassi.
Le nuove regole – AirBnb, dopo essere finita nel mirino del fisco di molti Paesi, nell’ultimo periodo ha introdotto una serie di regole per evitare contenziosi di questo tipo. La nuova linea della società ha favorito diversi accordi con le amministrazioni locali, uno dei quali è stato firmato proprio con la città di Amsterdam, nella quale, dal dicembre 2016 gli utenti possono affittare il proprio appartamento privato per un massimo di 60 giorni e a non più di quattro persone alla volta.
La multa – I responsabili del servizio di portineria e il proprietario dovranno pagare 13.500 euro per ognuno degli undici appartamenti. L’assessore all’Edilizia di Amsterdam, Laurens Ivens, ha dichiarato al quotidiano olandese Het Parool che le abitazioni che si trovano tutte in Kerkstraat, una via del centro della città, venivano gestite come “un hotel illegale”. Secondo un’indagine comunale gli appartamenti venivano affittati molto più a lungo del periodo consentito. L’assessore ha anche dichiarato che la maxi multa deve essere considerata un avvertimento per le agenzie che spesso fanno da tramite per questo tipo di attività illegali. Il proprietario e i responsabili del servizio di portineria, fa sapere il quotidiano, hanno deciso di contestare la multa.
La segnalazione dei vicini – La capitale olandese, famosa per i suoi canali, ospita ogni anno più di 17 milioni di visitatori, un’affluenza che ha spinto in alto i prezzi per l’alloggio, motivo per il quale sempre più turisti scelgono servizi alternativi come AirBnb. L’inchiesta comunale è partita dalle segnalazioni di alcuni vicini che si sono lamentati dei rumori continui provenienti dagli appartamenti, dovuti al continuo andirivieni. La società statunitense, per evitare questo tipo di contenziosi, già nel dicembre scorso aveva annunciato l’introduzione di una piattaforma sul proprio sito per contare i giorni di affitto effettivo delle abitazioni, in modo da rendere più difficili le infrazioni.