Starbucks lancia Barista: ecco il Siri della caffetteria

Tecnologia
Una delle caffetterie Starbucks a Washington (Getty Images)

Nome italiano, idea americana: il bot, disponibile con un'app iOs (il sistema operativo di Apple) e nella piattaforma Alexa (firmata Amazon), consentirà di ordinare a voce i prodotti 

Barista, due caffè. Una frase che, da oggi, potreste sentire passeggiando per la strada e non solo davanti a un bancone. Barista infatti è il nuovo assistente digitale di Starbucks. Un nome italiano, come quello di molti prodotti della catena: consentirà di ordinare usando solo la propria voce. Il software vivrà in due forme: sarà un'app per iOs (il sistema operativo dei dispositivi Apple) e potrà integrarsi con Alexa, la piattaforma di Amazon che anima Echo (il “centro direttivo” della smart home firmato da Jeff Bezos). Si tratta ancora di una versione provvisoria. Sarà rilasciata a poche migliaia di utenti, riguarderà un numero limitato di esercizi - prevalentemente negli Stati Uniti - e dovrebbe essere lanciata su larga scala la prossima estate. Entro l'anno dovrebbe arrivare anche la versione per Android.

 

Come funziona Barista – My Starbucks Barista fa da cassiere, senza però avere alcuna interazione umana. Si tratta infatti di un bot, con funzionalità simili (ma meno complesse) a quella degli assistenti vocali come Siri o Cortana e un aspetto grafico che ricorda Messenger (ma con una dominante verde, il colore caratteristico di Starbucks). L'app è governata dall'intelligenza artificiale. Basta accedere e ordinare - con comando vocale - caffè, cappuccino, torte e biscotti. Proprio come avviene alla cassa, sarà Barista a chiedere all'utente formato ed eventuali guarnizioni. Farà il prezzo dell'ordinazione, chiederà conferma e stimerà il tempo necessario per la preparazione. Quando l'utente passerà dal punto vendita indicato, troverà l'ordinazione pronta ad aspettarlo. Se si preferisce Echo, basterà dire: “Alexa, order my Starbucks” e proseguire nello stesso modo.

 

Cassiere stile Starbucks – Nonostante si tratti di un software, Starbucks sottolinea che l'app è stata creata seguendo lo stile della catena. Gerri Martin-Flickinger, chief technology officer del gruppo, spiega che “l'esperienza di acquisto è sempre stata costruita su un rapporto personale tra baristi e consumatori. Tutto quello che facciamo nel nostro ambiente digitale deve riflettere la stessa sensibilità”. Starbucks afferma in una nota che questa nuova funzione è “facile da usare e avrà un beneficio diretto sui consumatori e sulla loro routine giornaliera. Siamo convinti che questo sia la direzione giusta, verso format sempre più immersivi”. Starbucks parla quindi di Barista come di un punto di partenza: “Ci aspettiamo di imparare molto da questa esperienza, per farla evolvere nel tempo”.

 

Il bancone è mobile – Starbucks sta puntando da tempo sulla digitalizzazione. Ha già un'app (Starbucks mobile Order&Pay) che consente di ordinare e pagare via smartphone (ma non a voce). E i risultati, secondo quanto afferma il gruppo, si notano nella progressiva migrazione delle ordinazioni: negli Stati Uniti, il 7% delle transazioni avviene già attraverso l'app. Che per l'azienda si traducono in maggiore efficienza e costi di gestione più bassi.   

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