WhatsApp sfida Google e Skype con le videochiamate

Tecnologia
Videochiamate in arrivo su WhatsApp (Getty Images)
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L'app di Facebook lancia le chat video, per ora in versione beta. Una novità che mira a contrastare l'ascesa di Allo e Duo, novità firmate Mountain View

Dopo le voci dei mesi scorsi, WhatsApp ha messo a disposizione la possibilità di effettuare videochiamate, anche se ancora in versione beta (cioè lo stadio che precede il lancio ufficiale). In sostanza, dopo una prima diffusione circoscritta e il perfezionamento delle nuove funzioni, il prossimo aggiornamento dell'applicazione consentirà a tutti gli utenti di videochattare.

 

 

L'evoluzione di WhatsApp – Nata come applicazione di sola scrittura, WhatsApp si è poi arricchita di nuove funzioni. Con un'accelerazione da quando, nel febbraio 2014, la società è stata acquisita da Facebook. La prima mossa è stata aprire alle chiamate vocali. Non solo messaggi registrati, ma anche conversazioni in tempo reale.

Una scelta che ha fatto incrociare la strada di WhatsApp con quella di Skype, precursore e leader delle chiamate Voip (cioè quelle che viaggiano su internet). Skype consente conversazioni di gruppo, ma ormai il solo grande plus del servizio Microsoft sembra quello di poter chiamare (a pagamento) i numeri di rete fissa. Sul mobile, invece, WhatsApp si pone come alternativa.

E diventa antagonista di altri due colossi che hanno puntato sulle app di messaggistica istantanea. Lo scontro con iMessage di Apple è inevitabile. Per ora, c'è di mezzo il sistema operativo: le videochiamate su WhatsApp saranno disponibili, in un primo momento, solo per Android. Ma lo sbarco su iOS è solo questione di tempo.

 

 

Vecchi e nuovi avversari - L'altro avversario, appena arrivato, è Google. WhatsApp è, in pratica, la somma delle due app di messaggistica firmate Mountain View: Allo e Duo. La prima è più concentrata sul testo, la seconda punta proprio sulle videochiamate.

Dopo aver tagliato il traguardo del miliardo di utenti lo scorso febbraio, WhatsApp si sta rinnovando per respingere il recupero di altre app. Snapchat è quella in maggiore ascesa. Il suo stile, fatto di messaggi evanescenti, filtri e ritocchi fotografici ha influenzato tutte le concorrenti (compreso Allo e lo stesso WhatsApp). Ma i numeri non sono ancora paragonabili: l'app fondata di Evan Spiegel ha 150 milioni di utenti attivi. E poi c'è Telegram, che ha pungolato WhatsApp su due questioni. La privacy, prima di tutto. La controllata di Facebook ha introdotto la crittografia end-to-end (che consente l'accesso alle conversazioni solo ai partecipanti) e, su questo aspetto, è stata promossa anche da Amnesty.

La seconda riguarda la possibilità, garantita da Telegram, di inscriversi a gruppi aperti. WhatsApp non farà lo stesso, ma vuole ampliare il più possibile le chat. Sta infatti sperimentando una funzione che consente di invitare a una conversazione attraverso un link condiviso via mail o Facebook.  

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