
Massimo Moratti compie 75 anni: la storia del presidente dell'Inter del Triplete. FOTO
L’amore per i colori nerazzurri ereditato dal padre Angelo, i grandi acquisti, gli alti e i bassi, fino ai trionfi del 2010 e la cessione del club: la figura dell’imprenditore, patron della Saras, spesso soprannominato il “presidente tifoso”, è indissolubilmente legata alla storia della squadra milanese. LA FOTOSTORIA

Massimo Moratti compie 75 anni. L’imprenditore milanese, nato il 16 maggio 1945, durante la sua gestione dell’Inter ha legato il suo nome in maniera indelebile ai colori nerazzurri del club, di cui è stato proprietario e presidente, vincendo 16 trofei. Indimenticabile l’impresa del Triplete nel 2010, con il trionfo in campionato, Coppa Italia e Champions League nella stessa stagione
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La passione per i colori nerazzurri di Massimo Moratti ha una lunga storia, che nasce dal periodo in cui il padre Angelo è stato proprietario dell’Inter, dal 1955 al 1968 (nella foto, Massimo Moratti è il secondo da sinistra, il padre Angelo l'ultimo a destra)
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Angelo Moratti è stato il presidente della Grande Inter, che negli anni ’60 conquistò tre campionati italiani, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali
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Il figlio Massimo segue la squadra nei suoi successi di fianco al padre (nella foto, Massimo Moratti a destra)
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Angelo Moratti cede la proprietà dell’Inter nel 1968. Passeranno 27 anni prima che un membro della famiglia Moratti torni a prendere le redini del club nerazzurro: nel 1995 Massimo completa l’acquisizione della società da Ernesto Pellegrini

Quella di Massimo Moratti, oggi presidente della Saras, è stata la più longeva gestione dell’Inter, dal 1995 al 2013

I primi acquisti dell’era Moratti sono i due argentini Sebastián Rambert, considerato il colpo più importante, e Javier Zanetti, giovane del Banfield (nella foto). Il primo sarà una meteora, mentre il secondo diventerà il capitano dell’Inter nel 2001 e lo resterà fino al 2014, conquistandosi un posto di assoluto rilievo nella storia del club

Tra i primi acquisti c’è anche l’esterno brasiliano Roberto Carlos, uno dei più grandi rimpianti dell’era Moratti. Dopo un avvio promettente, l’allenatore Roy Hodgson gli preferisce spesso tra i titolari Alessandro Pistone. Roberto Carlos verrà ceduto a fine stagione al Real Madrid, dove diventerà uno dei terzini più forti di sempre

Dopo un settimo e un terzo posto in campionato (e una finale di Coppa Uefa), nel 1997 Moratti fa scalpore con il colpo Ronaldo, uno dei più costosi di sempre. Il presidente nerazzurro paga la clausola rescissoria prevista dal Barcellona di 48 miliardi di lire. È il primo di numerosi colpi che Moratti realizza a suon di miliardi per rinforzare l’Inter

Ronaldo - 59 gol in 99 presenze distribuite in 5 stagioni - contribuisce alla vittoria della Coppa Uefa nel 1997-98, il primo trofeo dell’era Moratti, e l’Inter sfiora lo scudetto nella stessa stagione. Dopo una prima grandissima stagione il Fenomeno non riesce a dare continuità alle vittorie nerazzurre a causa di alcuni gravi infortuni. L’addio arriva nel 2002, direzione Real Madrid

Nel mondo del calcio Moratti è noto per la particolare passione e attaccamento per i "suoi" giocatori. Ronaldo su tutti, ma anche Alvaro Recoba, uruguaiano dotato di un grande mancino arrivato in nerazzurro nel 1997. Una predilezione per il suo talento che non verrà mai a mancare nonostante gli alti e bassi delle sue prestazioni

Altro capitolo è quello degli allenatori: sono stati infatti numerosi i cambi in panchina decisi da Moratti. Alcuni di questi rapporti sono durati poco – come Hodgson, Lucescu e Tardelli (nella fila in alto) e Zaccheroni, altri sono finiti in maniera brusca, come accaduto con Lippi (in basso a sinistra) e Rafa Benitez (in basso a destra), scelto nella stagione successiva al Triplete

Nel 1999, primo anno della gestione Lippi, arriva un altro colpo che fa rumore: Christian Vieri, acquistato da Moratti dalla Lazio per 90 miliardi di lire. Segnerà oltre 100 gol in nerazzurro, fino al 2005, vincendo però soltanto una Coppa Italia

Nel 2002, con la squadra sotto la guida tecnica dell'allenatore Hector Cuper, l'Inter vive una grande delusione perdendo lo scudetto all'ultima giornata, a causa di una sconfitta contro la Lazio, a favore della Juventus

La gestione Moratti vive anche due momenti particolarmente critici: la prima con le dimissioni da presidente rassegnate nel 1999, quando l’Inter chiude il campionato all’ottavo posto, dopo aver cambiato quattro allenatori nel corso della stagione (Gigi Simoni, Mircea Lucescu, Luciano Castellini e Roy Hodgson). Nel luglio successivo il presidente tornerà sulla propria decisione

Moratti si dimette anche nel 2004, a causa delle contestazioni dei tifosi per l'andamento della squadra, e lascia la carica di presidente a una bandiera nerazzurra, il compianto Giacinto Facchetti, capitano della Grande Inter che fu di suo padre Angelo. Facchetti rimarrà presidente fino alla sua morte, avvenuta nel settembre 2006

Nel 2001, intanto, era approdato all'Inter il brasiliano Adriano. È un altro dei giocatori a cui Moratti si è affezionato molto. L'Imperatore – questo il soprannome dei tifosi – crea grandi aspettative dopo un avvio promettente, tanto da farlo ritenere il possibile erede di Ronaldo, ma il suo rendimento sarà altalenante, fino all’addio nel 2009. La vicinanza di Moratti non verrà però mai a mancare

Tra il 2004 e il 2005 l’Inter crea l’ossatura per il ciclo vincente. Arrivano, tra gli altri, Esteban Cambiasso e Dejan Stankovic (nella foto), ma anche Sinisa Mihajlovic e Juan Sebastian Veron. L’Inter chiude la stagione 2004-2005 con il terzo posto in campionato dietro al Milan e alla Juventus (il cui scudetto fu tuttavia revocato negli anni successivi per Calciopoli) e la Coppa Italia

Alla guida dell’Inter nell'estate 2004 era arrivato Roberto Mancini, ex giocatore e allenatore della Lazio. I nerazzurri arrivano terzi anche nel 2005-2006, ma lo scudetto viene assegnato d’ufficio all’Inter a causa delle squalifiche comminate a Juventus (retrocessa in Serie B) e Milan da parte della giustizia sportiva

Nell’estate 2006 Moratti e l'Inter mettono a segno un altro grande colpo di mercato: Zlatan Ibrahimovic, che arriva dalla Juventus e si rivela decisivo per la conquista dello scudetto con la doppietta a Parma nell’ultima giornata

Dopo la vittoria di un altro scudetto nel 2008, Moratti decide di puntare all’Europa e ingaggia al posto di Mancini il portoghese José Mourinho, in arrivo dal Chelsea con cui ha vinto due Premier League e già sorprendente vincitore della Champions League con il Porto nel 2004

È l’avvio del ciclo più vincente della gestione Moratti. L’Inter conquista il quarto scudetto consecutivo nel 2009, anche se fallisce l’assalto alla Champions con l’eliminazione ai quarti di finale contro il Manchester United

La stagione successiva è quella della leggenda: nel giro di tre settimane l’Inter vince scudetto (il quinto consecutivo), Coppa Italia e Champions League, realizzando così un “Triplete” da sogno. È l’unica squadra italiana a esserci riuscita

La consacrazione arriva il 22 maggio 2010 nella finale vinta per 2-0 contro il Bayern Monaco: Moratti riesce a vincere la Champions League 45 anni dopo suo padre Angelo

Le strade di Mourinho e di Moratti, si separano al termine di quella stagione. Il portoghese lascia i nerazzurri per firmare con il Real Madrid. Lo sostituirà l’ex Liverpool Rafa Benitez, un'esperienza destinata a durare poco

Dopo l’addio di Mourinho, l’Inter non riuscirà a replicare le stagioni vincenti, nonostante la vittoria della Coppa del mondo per club e della Coppa Italia. Dopo alcune polemiche con la società, nel dicembre 2010 viene rescisso consensualmente il contratto con Benitez e Moratti sceglie l’ex tecnico del Milan Leonardo

Si susseguono poi alcune stagioni difficili, con diversi esoneri e le difficoltà economiche per la società che non permettono a Moratti di mettere a segno i colpi di mercato a cui aveva abituato i tifosi nerazzurri. L'ultimo trofeo è la Coppa Italia del 2011. Si succedono sulla panchina diversi allenatori, con la squadra che manca la qualificazione alla Champions per diversi anni

Moratti decide quindi cercare un potenziale acquirente per il club. Nell’ottobre 2013 viene annunciata l’acquisizione del 70% della società da parte di International Sports Capital, con a capo l’uomo d’affari indonesiano Erick Thohir

Moratti, a cui resta il 29,49% delle azioni, lascia la presidenza dopo diversi anni, pur mantenendo quella onoraria fino al 23 ottobre del 2014

L’uscita definitiva di Massimo Moratti dall’Inter avviene il 6 giugno 2016, quando nella società nerazzurra arriva un nuovo azionista di maggioranza: il colosso cinese del commercio al dettaglio Suning. Moratti lascia l'Inter anche come azionista dopo 21 anni. Nella foto, a destra il presidente di Suning Zhang Jindong insieme a Erick Thohir

Si conclude così la storia della gestione Moratti all'Inter, con 16 trofei conquistati: cinque scudetti, una Champions League, un Mondiale per club, una Coppa Uefa, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane