
Euro 2020, Italia campione: il confronto con gli eroi del ‘68. LE FOTO
Gli azzurri non vincevano la competizione continentale da 53 anni quando, a Roma, la nazionale batté la Jugoslavia per 2-0. Era la squadra di Ferruccio Valcareggi, eguagliata adesso da quella di Roberto Mancini che è stata capace di riportare il titolo nel nostro Paese sconfiggendo l’Inghilterra a Wembley. Donnarumma come Zoff, Chiellini come Facchetti: ecco il parallelo tra ieri e oggi

L’Italia riporta a Roma il titolo europeo dopo la vittoria a Wembley contro l’Inghilterra ed eguaglia la squadra del 1968. Erano 53 anni, infatti, che gli azzurri non vincevano il titolo continentale: allora fu Ferruccio Valcareggi a guidare Facchetti, Zoff, Riva e tanti altri campioni, oggi Roberto Mancini porta Donnarumma, Chiellini, Insigne e tutti gli altri sul tetto d’Europa. Ecco il confronto tra le due formazioni
Europei, i campioni dell'Italia rientrano a Roma: è festa. FOTO
Zoff-Donnarumma - Il portiere della nazionale campione d’Europa nel ’68 era Dino Zoff, che da capitano alzerà poi la Coppa del mondo nel 1982. E proprio l’ex numero 1 era stato ad un passo dal bis nel 2000 quando, da Ct, guidò l’Italia fino alla finale persa al golden gol contro la Francia. Oggi c’è il classe ’99 Gigio Donnarumma a laurearsi campione d’Europa
Euro 2020, Italia campione d'Europa: i meme più belli sulla finale con l'Inghilterra
Facchetti-Chiellini - Se a Wembley è stato Giorgio Chiellini a sollevare la coppa al cielo, nel ’68 l’onore fu di Giacinto Facchetti, allora difensore dell’Inter. Come il bianconero, anche l’ex dirigente nerazzurro – scomparso nel 2006 – indossava la fascia ma non il consueto numero 3: allora la distribuzione delle maglie avveniva per ordine alfabetico e a Facchetti andò la numero 10
L'Italia vince Euro 2020, Inghilterra battuta ai rigori: fotoracconto
Salvadore-Bonucci - Un altro suggestivo parallelo è quello tra Sandro Salvadore e Leonardo Bonucci: entrambi, infatti, sono simboli non soltanto delle rispettive nazionali campioni d’Europa ma anche della Juventus. Il centrale lombardo, scomparso nel 2007, ha giocato oltre 300 partite in bianconero

Burgnich-Di Lorenzo - Tra i pilastri della difesa azzurra nel 1968 (e non solo) c’era il leggendario Tarcisio Burgnich, friulano scomparso proprio nel 2021. Considerato uno dei marcatori migliori di sempre, Burgnich è stato uno dei simboli dell’Inter. Tra le sue qualità anche la duttilità tattica, visto che poteva giocare sia come terzino sia da centrale. Capacità riconosciuta anche a Giovanni Di Lorenzo, terzino destro dell’attuale nazionale

Guarneri-Emerson - Soprannominato “Lo stopper gentiluomo”, per via delle zero espulsioni in carriera, Aristide Guarneri, storico calciatore dell’Inter, fu uno dei difensori che chiusero agli jugoslavi la porta azzurra nella finale di Roma del 1968. A Wembley, invece, a giocare la finale nella linea difensiva italiana c’era Emerson Palmieri, nato in Brasile ma splendido sostituto dello sfortunato Spinazzola

De Sisti-Jorginho - Emerson Palmieri non è l’unico brasiliano di nascita appena diventato campione d’Europa con la maglia azzurra. Con lui ci sono Toloi ma soprattutto Jorginho, il metronomo del centrocampo di Mancini. Nel 1968 questo ruolo fu affidato a Giancarlo De Sisti, centrocampista dalla grande tecnica che fece le fortune della Fiorentina

Rosato-Barella - L’accostamento sarebbe scorretto se si considerasse il ruolo, visto che Roberto Rosato era un difensore centrale mentre Barella è un grande centrocampista, ma l’ex stopper del Milan e l’attuale calciatore dell’Inter hanno in comune, oltre al titolo Europeo, anche la grinta e l’infaticabile dedizione alla causa azzurra

Mazzola-Verratti - Anche nel caso di Sandro Mazzola l’accostamento per ruolo non è del tutto corretto, visto che l’ex fuoriclasse dell’Inter giocava in una zona di campo più avanzata rispetto al centrocampista del Psg. Il talento e la qualità, però, sono caratteristiche di entrambi

Domenghini-Chiesa - Molto più semplice, invece, accostare Angelo Domenghini a Federico Chiesa, quantomeno per il ruolo ricoperto. L’ex ala destra dell’Inter, infatti, proprio come Chiesa faceva della velocità sulla fascia e della potenza la sua caratteristica principale ed era stato lui a segnare il gol dell’Italia nella prima delle due finali contro la Jugoslavia. La sua rete consentì agli azzurri di rigiocare il match visto che allora non esistevano i supplementari e i calci di rigore

Insigne-Anastasi - Tra i più grandi protagonisti dell’Europeo 1968 ci fu Pietro Anastasi, scomparso nel 2020. Fu proprio l’attaccante siciliano, curiosamente con la maglia numero 2, l’autore di uno dei due gol che nel 1968 regalarono il primo titolo continentale alla Nazionale. Protagonista a Euro 2020 anche Lorenzo Insigne, il numero 10 della squadra campione a Wembley

Riva-Immobile - Ad aprire le marcature nel 2-0 contro la Jugoslavia a Roma fu “Rombo di tuono”, Gigi Riva. Era lui il principale terminale offensivo della Nazionale di Valcareggi che vinse il titolo europeo e che sfiorò il titolo mondiale due anni dopo a Città del Messico. Mondiale che Ciro Immobile proverà a riportare in Italia nel 2022

Valcareggi-Mancini - Prima di Roberto Mancini, Ferruccio Valcareggi era l’unico Ct della Nazionale a poter vantare un titolo europeo. L’allenatore jesino, però, è riuscito nell’impresa di battere l’Inghilterra a Wembley e proverà, proprio come Valcareggi, a raggiungere la finale nel Mondiale successivo

Saragat-Mattarella - Non solo calciatori e allenatori, anche il Presidente della Repubblica è protagonista del titolo europeo: a Wembley, infatti, Sergio Mattarella era in tribuna ad esultare per la vittoria azzurra. Nel 1968, invece, a ricevere la squadra campione era stato Giuseppe Saragat