L'obiettivo concreto, scrivono i tecnici italiani alla Federazione, è che "il calcio italiano si mobiliti, nel proprio ambito, in favore del popolo palestinese, mettendo sul tavolo la richiesta, da inoltrare a Uefa e Fifa, di sospensione temporanea di Israele dalle competizioni internazionali". Tra settembre e ottobre, tra l'altro, la nazionale azzurra di calcio affronterà proprio Israele per le qualificazioni ai prossimi Mondiali di calcio
Gli allenatori italiani di calcio chiedono, attraverso una lettera-appello indirizzata al presidente della federazione italiana, Gabriele Gravina, di mobilitarsi concretamente per Gaza e di inoltrare a Uefa e Fifa la richiesta di sospensione temporanea di Israele dalle competizioni internazionali. Tra settembre e ottobre, tra l'altro, la nazionale azzurra di calcio affronterà proprio Israele per le qualificazioni ai prossimi Mondiali di calcio.
Una "scelta necessaria"
Come si legge anche sul sito dell'Aiac, l'Associazione Italiana Allenatori Calcio, quella richiesta è "un’azione non solo simbolica", ma anche "una scelta necessaria, che risponde ad un imperativo morale, condivisa da tutto il gruppo dirigente dell’Aiac". L'obiettivo concreto è che "il calcio italiano si mobiliti, nel proprio ambito, in favore del popolo palestinese, mettendo sul tavolo la richiesta, da inoltrare a Uefa e Fifa, di sospensione temporanea di Israele dalle competizioni internazionali". “I valori di umanità, che sostengono quelli dello sport, ci impongono di contrastare azioni di sopraffazione dalle conseguenze terribili” ha spiegato Renzo Ulivieri, presidente dell'Aiac. “Il mondo è in fiamme. Molti popoli soffrono come quello palestinese. L’indifferenza non è ammissibile" ha aggiunto il vice presidente, Perondi.
La lettera indirizzata a Gravina
"Una partita di calcio, preceduta dagli inni nazionali, può essere considerata solo una partita di calcio? Quel che sta accadendo nella striscia di Gaza, con riflessi pesanti in Cisgiordania e Libano, può essere semplicemente annoverato come uno dei 56 conflitti attivi nel mondo, che dovrebbero avere stessa attenzione e uguale reazione? Il massacro terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, con oltre un migliaio di vittime innocenti israeliane più la presa di 250 ostaggi, può giustificare la feroce rappresaglia genocida di Israele, che ha fatto decine di migliaia di morti civili palestinesi, fino ad annunciarne la deportazione?". Comincia così la lettera dell'Aiac diretta a Gravina, anche in vista dei prossimi incontri che vedranno la Nazionale italiana, l’8 settembre e il 15 ottobre, opposta a quella israeliana. "L’enormità degli accadimenti che si stanno susseguendo in quei territori martoriati impone una presa di coscienza da parte di ognuno e anche, a nostro avviso, una azione concreta, commisurata al dramma in atto. Non è più tempo di moral suasion nei confronti del Governo Netanyahu, palesemente sordo agli appelli che gli vengono rivolti da più parti, comprese partecipate manifestazioni di piazza e voci importanti del suo stesso popolo. A conferma che le critiche e le contestazioni oggettive non strizzano l’occhio ai terroristi di Hamas (una parte non secondaria del problema), e soprattutto non nascondono pulsioni antisemite irrisolte. Lo diciamo con forza: davanti all’Olocausto siamo per sempre tutti ebrei e nessuno vuol togliere il segnalibro della memoria. Ma la Storia non si è fermata a quell’orrore e ci interroga oggi, senza sconti per nessuna nazione. Senza dimenticare che l’occhio per occhio biblico resta una formula affidata da Dio a Mosé perché la reazione a un male subìto non sia sproporzionata. Vale per ogni singolo, vale a maggior ragione per uno Stato democratico", è un altro passaggio dell'appello.
Escludere ogni forma di violenza
Il comma 5 dell’art.2 dello Statuto federale, tra l'altro, recita: “La Figc promuove l’esclusione dal giuoco del calcio di ogni forma di discriminazione sociale, di razzismo, di xenofobia e di violenza”. Ed è proprio partendo da qui, si legge ancora, che "il Consiglio Direttivo dell’Aiac unanimemente, crede che davanti alle stragi quotidiane, che hanno riguardato anche centinaia di morti tra dirigenti, tecnici e atleti, compreso la stella del calcio palestinese Suleiman al-Obeid, sia legittimo, necessario, anzi, doveroso, porre al centro del dibattito federale la richiesta, da proporre a Uefa e Fifa, dell’esclusione temporanea di Israele dalle competizioni sportive. Perché il dolore del passato non può oscurare coscienza e umanità alcuna".