Olimpiadi di Milano Cortina 2026: a che punto siamo con i lavori?

Manca meno di un anno all’inizio dei Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano Cortina 2026, ma i dati sul numero e sui costi delle opere realizzate, nonché sul loro impatto ambientale restano incerti. A dichiararlo è il secondo report di Open Olympics 2026, realizzato da una ventina di associazioni nazionali e territoriali che da più di un anno si dedicano al monitoraggio sui lavori connessi ai Giochi. Già nel suo primo report, la rete aveva denunciato l’assenza di una piattaforma unica e istituzionale che permettesse di analizzare lo stato di avanzamento delle opere e aveva lanciato una campagna per ottenere un Portale unico della trasparenza dei Giochi invernali Milano Cortina 2026. Oggi questa piattaforma esiste: è il portale Open Milano Cortina 2026 gestito da Simico . Ma alcuni dubbi rimangono e riguardano soprattutto il numero effettivo delle opere, i costi complessivi e l’impatto dei Giochi sull’ambiente nei territori coinvolti: Lombardia, Veneto, Alto Adige e Trentino. Solo il 6% delle opere già concluse I dati presenti sul portale riguardano 94 delle 100 opere previste dal Piano delle Opere per la realizzazione dei Giochi invernali Milano Cortina 2026, approvato con un decreto ministeriale del settembre 2023. Un decreto precedente, approvato nel settembre 2022, stimava un costo di 3,27 miliardi di euro: nel 2023, la stima è stata rivista a 3,6 miliardi di euro. A oggi, in base alla piattaforma, l’investimento totale ammonta a 3,4 miliardi . Se non visualizzi il grafico, clicca qui 30 delle opere riportate sul portale sono considerate essenziali per lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici: nella maggioranza dei casi tuttavia, i lavori riguardano opere di “legacy”, ovvero di lascito di lungo periodo ai territori coinvolti nell’organizzazione dell’evento, e in particolare interventi stradali o ferroviari. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Il Trentino ospita il maggior numero di opere, seguito da Lombardia, Veneto e Alto Adige. I maggiori investimenti in termini di spesa interessano la Lombardia e il Veneto, con oltre 1 miliardo di euro investiti in ciascuna regione. Se non visualizzi il grafico, clicca qui La maggior parte delle opere è in esecuzione o in progettazione: 10 sono in gara mentre i progetti conclusi sono solo 6. Per quanto riguarda le opere già assegnate , si conta un totale di 101 ditte aggiudicatarie e 243 ditte subappaltatrici. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Per oltre il 60% delle opere la fine dei lavori è prevista entro il 4 febbraio 2026, giorno di inizio delle prime gare dei Giochi invernali, mentre il restante 35% verrà pronto a Giochi già conclusi, in un arco temporale che va da aprile 2026 a luglio 2032. Le domande aperte La creazione del portale è un grande passo avanti verso una maggiore trasparenza dell’evento, come auspicato dall’Agenda Olimpica 2020+5 realizzata dal Comitato Olimpico Internazionale e nella quale si raccomanda agli organizzatori di “aumentare l'efficacia delle misure anticorruzione” e di rendere trasparenti “tutti gli aspetti della gestione delle loro risorse”. Ma per la rete di associazioni autrici dei report Open Olympics 2026 restano alcune questioni in sospeso. La più evidente è che il numero esatto dei progetti legati alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026 resta incerto: il portale ufficiale riporta 94 opere, ma ne mancano ancora sei per raggiungere il totale previsto dal decreto ministeriale del 2023. Tuttavia, molte altre opere, soprattutto infrastrutture stradali, risultano collegate ai Giochi in delibere e determine locali, ma non sono incluse nel portale perché escluse dal decreto del 2023. Inoltre, la piattaforma indica solo il costo base d’asta, ma manca il dettaglio sulla spesa finale e sui contratti effettivi. Non è chiaro neanche come vengano distribuiti i finanziamenti tra Stato, Regioni, Comuni e privati. Sappiamo infatti che le Leggi di Bilancio 2020 e 2022 hanno stanziato 3,19 miliardi di euro, ma il portale riporta un totale di 3,4 miliardi e la differenza non viene spiegata. A tutto questo si aggiunge il fatto che molti progetti sono stati esonerati dalle valutazioni ambientali grazie ai commissariamenti straordinari, rendendo difficile stimare l’impatto ecologico complessivo. Un parametro chiave è l’impronta di CO2, che dovrebbe essere monitorata e pubblicata per ogni opera, come indicato anche nel Rapporto ufficiale di sostenibilità. Simico ha dichiarato di voler includere questi dati in futuro, ma al momento manca trasparenza. Infine, il problema dei possibili ritardi. A un anno dall’avvio dei lavori, solo sei opere su 94 sono state completate, mentre la maggior parte è ancora in fase di progettazione o gara. Il rischio è che la necessità di concludere il 60% delle opere prima dei Giochi possa portare a compromessi su sicurezza, diritti dei lavoratori e tutela ambientale.

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