Domenica ci sarà l'ultima gara della mia carriera ciclistica professionistica. Ho la fortuna di aver fatto ciò che amo per quasi 20 anni e posso dire di aver raggiunto tutto quello che potevo sulla bici. Il ciclismo mi ha dato tanto e amo lo sport, ho sempre voluto fare la differenza e ora sono pronto a vedere cosa mi riserva il prossimo capitolo. Grazie a tutti per tutto il supporto sempre": Mark Cavendish annuncia così sui social il suo ritiro dall'attività agonistica.
"Quella di domani sarà l'ultima gara della mia carriera ciclistica professionistica. Sono abbastanza fortunato da aver fatto ciò che amo per quasi 20 anni, e ora posso dire di aver ottenuto tutto ciò che potevo sulla bici. Sono felice di chiudere la mia avventura al Tour Prudential Singapore Criterium correndolo per la terza volta". Con questo messaggio via social il 39enne Mark Cavendish, leggenda del ciclismo britannico e uno dei migliori velocisti di sempre, ha annunciato il ritiro dall'attività agonistica.
35, il numero simbolo
A inizio stagione aveva anticipato che avrebbe detto basta, adesso lo ha ufficializzato dopo aver raggiunto l'obiettivo a cui puntava così tanto prima di smettere: quello di ottenere il record assoluto di vittorie di tappa, 35, al Tour de France. Ci è riuscito lo scorso 3 luglio, quando si è imposto nella quinta frazione della Grande Boucle, sul traguardo di St. Vulbas. Quel giorno l'uomo dell'Isola di Man, detto anche Cannonball (palla di cannone, per l'energia che metteva nelle volate) ha superato il Cannibale Eddy Merckx, con il quale fino a quel momento condivideva il primato. Al campione del mondo del 2011 mancava solo questo per ritirarsi in pace con se stesso, poi ha finito di onorare il contratto con l' Astana Qazaqstan in scadenza a fine anno. Così domani sarà l'addio alla bici, pedalando con addosso un numero di gara scelto non a caso, il 35. "Questo numero di gara è davvero fantastico - il commento di Cavendish -: il 35 è un numero magnifico. Sono fortunato ad aver vinto 35 volte al Tour. La maggior parte dei corridori non ha mai vinto una tappa della Grande Boucle. Essere in grado di farlo è molto speciale". Quei successi nella 'corsa gialla' gli sono rimasti nel cuore, così come quello al Mondiale del 2011 a Copenhagen.
Il re delle volate
"Non è facile vincere una tappa al Tour - ha tenuto a spiegare -, e non importa quante ne ho vinte, ogni vittoria di tappa mi ha regalato lo stesso piacere. È sempre stata la stessa sensazione della mia prima volta a Châteauroux. Ed è stata sempre una sensazione bellissima". Ma Cavendish non è stato il re delle volate soltanto al Tour, visto che al Giro d'Italia ne ha vinte 17 e 3 alla Vuelta. In tutto, i successi in carriera sono stati 165. Ha gareggiato anche su pista, conquistando la medaglia d'argento nell'Omnium all'Olimpiade di Rio 2016, battuto soltanto dall'azzurro Elia Viviani. Ha vinto anche , per tre volte, il titolo mondiale di Madison. Tutto ciò gli ha fruttato l'onorificenza di Cavaliere Commendatore dell'Impero Britannico, e mai riconoscimento, di cui lo ha insignito quest'anno Re Carlo III in persona, fu più meritato.