L'ex attaccante della Nazionale azzurra, oltre che di Juventus e Inter, aveva 59 anni. Da giorni le sue condizioni si erano drammaticamente aggravate a seguito del tumore al colon per il quale aveva già subito due interventi. La camera ardente allestita allo stadio Barbera, nel capoluogo siciliano
Non ce l'ha fatta Totò Schillaci a vincere la sua ultima partita, quella più importante. L'ex attaccante della Nazionale, oltre che di Inter e Juventus, è morto a 59 anni, dopo che negli ultimi giorni le sue condizioni si erano drammaticamente aggravate a seguito del tumore al colon per il quale aveva già subito due interventi. Schillaci si è spento alle 9.55 all'ospedale Civico di Palermo, dov'era ricoverato. La salma è stata portata allo stadio Renzo Barbera di Palermo, dove è stata allestita la camera ardente all'interno della sala stampa. Sarà aperta dalle 16 alle 22 di oggi e domani dalle 7 alle 22.
Il cordoglio
"La Direzione e il personale sono vicini alla famiglia nel ricordo anche dell'affetto di cui ha sempre goduto il grande campione", ha fatto sapere la direzione sanitaria. "Con la prematura scomparsa di Totò Schillaci, la città piange la perdita del calciatore palermitano più rappresentativo della storia a livello mondiale", ha dichiarato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. "Una popolarità che, però, non ha mai cambiato Schillaci, il quale ha sempre mantenuto un animo gentile, umile e disponibile. Per l'Italia gli occhi e i gol di Schillaci hanno rappresentato il simbolo delle notti magiche dei Mondiali del 90, ma per Palermo hanno significato molto di più, l'esempio di riscatto di un figlio di questa città che stava attraversando anni difficili".
Il simbolo delle Notti magiche di Italia 90
Protagonista indimenticato delle 'Notti magiche' di Italia 90 (GUARDA LE FOTO), l'ex centravanti palermitano deve proprio alla maglia azzurra il suo momento di maggior gloria, da protagonista inatteso dei Mondiali disputati nel nostro Paese. Totò, nato e cresciuto calcisticamente nelle file del Messina, ha vestito in carriera le sole altre maglie di Juventus e Inter, prima di concludere la carriera in Giappone, al Jubilo Iwata, pioniere dell'approdo dei calciatori italiani all'estero. Da anni lottava con un male oscuro, che soltanto due anni fa sembrava essere stato debellato. L'improvviso aggravarsi della situazione degli ultimi giorni ha portato oggi alla scomparsa di uno dei protagonisti più amati del calcio italiano a cavallo tra gli Anni 80 e 90, il cui sguardo spiritato sarà difficile da dimenticare per chi, in quelle notti, ha sognato di salire sul tetto del mondo tra le mura di casa.