"Core de Roma" è terzo per numero di presenze sul campo nella storia della squadra giallorossa. Sopra di lui solo Totti e De Rossi. Dopo la fine della sua carriera da calciatore, nel 1969 diventa allenatore: parte in Serie D con la Tevere Roma e finisce nel 1986 con la Juventus Stabia
Si è spento all’età di 88 anni Giacomo Losi, ex calciatore e difensore ed ex allenatore che giocò per quasi tutta la sua carriera tra le file della Roma. Fu titolare dal 1954 al 1969, fatta eccezione per le stagioni dal 1957 al 1959. Nel 1960 diventò capitano: la lunga storia d'amore con la squadra gli è valsa il soprannome 'Core de Roma' (l'altro appellativo con cui era conosciuto era 'Palletta', perché i tifosi dicevano che saltava come se rimbalzasse). Solo Totti e De Rossi hanno totalizzato più presenze di lui in campo con la maglia romana. A dare l’annuncio della morte è il nipote ed ex direttore Rai, Massimo Liofredi: "Zio Giacomo stasera è andato in cielo. È rimasto attaccato fino all’ultimo alla maglia giallorossa, per cui aveva un amore smisurato e che continuava a seguire in ogni occasione". "Ci hai sempre amato, ti abbiamo sempre amato. Ciao Capitano, sarai nel nostro cuore per sempre", scrive la Roma sui propri social. Losi lascia la moglie Luciana Renzi, il figlio Roberto e i nipoti.
Giacomo Losi, da Cremona alla Roma
Losi era nato il 10 settembre 1935 a Soncino, provincia di Cremona. Cresciuto in una famiglia convintamente antifascista, si avvicina al calcio a 14 anni, quando è mezz’ala nella squadra locale. Nel 1951 passa alla Cremonese, poi nel 1953 viene acquistato dalla Roma per 8 milioni di lire. Il 20 marzo 1955 il debutto in Serie A contro l’Inter. È proprio durante quella stagione che diventa titolare: lo rimarrà per tutta la sua carriera. Nel 1960 gioca per la prima volta in Nazionale. Viene poi schierato in tutte le partite degli azzurri fino ai Mondiali del 1962 in Cile, indossando anche la fascia di capitano allo Stadio Heysel di Bruxelles, nella partita Belgio-Italia del 13 maggio 1962. Smette di giocare con la maglia giallorossa nel 1969, dopo aver collezionato 386 presenze totali, di cui 299 da capitano, senza mai subire nessun provvedimento disciplinare (fu ammonito solamente nell'ultima partita disputata). A sancire il suo addio alla squadra, nella stagione 1968-1969, fu anche l'arrivo di Helenio Herrera, momento da cui Losi venne messo in disparte dopo le prime otto giornate. Con la Roma Losi ha portato a casa due Coppe Italia (1963-1964 e 1968-1969) e la Coppa delle Fiere nel 1960-1961. In campionato il miglior piazzamento è stato il secondo posto nel 1954-1955. Gli ultimi calci al pallone da professionista li dà in Serie D, nella Tevere Roma.
La carriera da allenatore
Dopo la carriera da calciatore, per Losi si è aperta quella da allenatore, partendo proprio stato dalla Serie D e la Tevere Roma (1970–1971). Poi ha allenato Avellino, Turris, Lecce, Salernitana, Alessandria, Bari (con cui ottenne una promozione in Serie B nel 1976-1977), Banco di Roma, Piacenza, Casarano, Nocerina e Juve Stabia. A Roma è stato a lungo responsabile della scuola calcio Nuova Valle Aurelia e ha allenato anche la nazionale Attori. Il 20 settembre 2012 è tra i primi 11 giocatori a essere inserito nella hall of fame ufficiale romanista.