Brera Calcio, il sogno internazionale del club e l'incontro con l'autore Chris Gardner

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Claudia Torrisi

Claudia Torrisi

Ufficio stampa Brera Milano Group

Si parla di futuro e di progetti nell'aperitivo organizzato giovedì 19 maggio dalla terza squadra di Milano al Centro internazionale di Brera. Presenti anche il fondatore del club Alessandro Aleotti, il ceo di Brera Holdings Sergio Scalpelli, l'imprenditore e autore del libro autobiografico "La ricerca della felicità" Chris Gardner e l'ex giocatore Goran Pandev

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“Io voglio fare una cosa che entri nel suo piccolo nella storia del calcio”. A dirlo è Alessandro Aleotti, fondatore del Brera Calcio e presidente del club. La squadra milanese ha un progetto di internazionalizzazione importante che, con il supporto della società Brera Holdings, ha l’obiettivo di esportare il brand all’estero. L’evento di giovedì 19 maggio al Centro internazionale di Brera è stata un’occasione per approfondirne gli obiettivi, in un dialogo diretto con i protagonisti: il CEO di Brera Holdings Sergio Scalpelli, il fondatore e presidente del Brera Calcio Alessandro Aleotti, l’imprenditore e scrittore Chris Gardner e Goran Pandev, ex giocatore di Lazio e Inter.

Il club e i suoi progetti

Aleotti, come ci ha raccontato lui stesso nel corso della serata, ha dato il via a “un progetto che è veramente molto eterodosso ma ugualmente collegato alle cose del calcio maggiore. Io le storie del calcio bello le voglio mettere su un palco: qui c’è un sogno che si sta forse concretizzando ma che resta nelle categorie del sogno. Noi non c'entriamo niente con i tavoli dei proprietari dei grandi club o dei grandi paesi. Noi lo costruiamo questo tavolo. E se andiamo una volta a giocare in una competizione con uno di questi grandi club, il sogno è arrivato”. Il presidente del Brera ha ricordato gli esordi del club: “Siamo partiti dalla Serie D, ma poi mi sono reso conto che tentare di scalare la piramide del calcio professionistico in Italia era un’idea non solo velleitaria ma anche presuntuosa. A Milano non mancava una squadra di calcio tra i professionisti, mancava un laboratorio di cose che si possono fare attraverso il calcio”. Da questa consapevolezza sono nati i progetti paralleli, come la squadra di calcio di detenuti al Carcere di Opera, o quella dei rifugiati.

Alessandro Aleotti, presidente Brera Calcio
Alessandro Aleotti, presidente Brera Calcio - Ufficio Stampa Brera Milano Group

Un sogno che parte dal basso

Mozambico, Asia, Macedonia. Da questi Paesi parte il progetto della terza squadra di Milano che così esporta i suoi colori. Il club esce dal suo campo amatoriale per andare a scontrarsi con squadre che il Brera Calcio non avrebbe mai pensato di incontrare. A girare gli stadi del mondo non saranno però i giocatori della squadra italiana: lo scopo del progetto è proprio quello di coinvolgere i Paesi dove lo sport è meno consolidato e dove la scalata delle classifiche non è un sogno impossibile. Anzi, è un sogno che parte dal basso ma che ha le carte in regola per crescere. Primo supporter è l’ex giocatore macedone Pandev che ha ricordato la storia della sua Akademija, fondata nel 2010 con l’obiettivo di prendersi cura dei sogni dei bambini meno fortunati del suo Paese. 

Chris Gardner, dalla "Ricerca della felicità" ai progetti del Brera Calcio

A parlare di sogni è anche Chris Gardner, autore, imprenditore e investitore estero del Brera Calcio. Chris Gardner è l'uomo che con la sua storia, raccontata in un'autobiografia dal titolo "La ricerca della felicità", ha ispirato l'omonimo film portato al successo da Gabriele Muccino e Will Smith. Con il suo più recente libro “Il permesso di sognare”, pubblicato per la prima volta in America nel 2021, torna a parlare di sogni, di futuro e di felicità. Il capoluogo lombardo, racconta Gardner durante l’evento organizzato dal Brera Calcio a Milano, “è un posto speciale, un posto felice”. E a proposito della progetto di internazionalizzazione della squadra milanese afferma quanto già ricordato dal presidente Aleotti: “Io e molti dei presenti in sala non saremo invitati a presenziare con i grossi club in Champions League o in Premier League. Ma a noi non serve stare in quel tavolo perché possiamo costruirci il nostro tavolo”. 

Incontro al Centro internazionale Brera
Incontro al Centro internazionale Brera - Ufficio Stampa Brera Milano Group

"Il permesso di sognare", l'ultimo libro dell'imprenditore americano

L’autore è impegnato in progetti che coinvolgono i giovani in giro per il mondo: in 4 anni, racconta, ha parlato in oltre 600 scuole. Le nuove generazioni sono il suo interesse maggiore, probabilmente anche a causa dello stretto rapporto con la nipote. Ed è proprio dalle conversazioni con lei che è nato il libro “Il permesso di sognare”. “Mia nipote mi chiedeva sempre ‘Che differenza c’è tra un sogno e un piano?’. Questo ci ha portati a conversazioni più profonde e importanti: da dove veniamo, dove siamo e dove lei potrà andare. Da qui l'idea del permesso di sognare”. E racconta: "Questo è il più grande dono ricevuto dalla vita, ricevuto da mia madre che ogni giorno mi ricordava che potevo essere qualsiasi cosa e qualsiasi persona. Questo insegnamento e questo permesso l'ho dato a mio figlio e ora voglio darlo a tutte le nuove generazioni. Una volta mia nipote mi ha detto di voler diventare presidente degli Stati Uniti e la mia figlioccia di voler diventare astronauta e andare su Marte. ‘Ok, andiamo’, ho risposto io. Perché i sogni non hanno confine. Andiamo. Si può fare”. 

 

Ma signor Gardner, abbiamo parlato di sua nipote, dei presenti in sala, dei progetti del Brera Calcio. Ma qual è, ora, il suo sogno? “Il mio sogno è che tu, lei, lui, lui… realizziate i vostri di sogni. Perché i sogni non hanno confini, ricordatelo. Possono essere realizzati”.

Chris Gardner al Centro internazionale Brera
Chris Gardner al Centro internazionale Brera - Ufficio Stampa Brera Milano Group

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