Tennis, Djokovic: "Con Federer e Nadal impossibile essere amici. Mai stato no vax"

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"Sono pro choice: difendo la libertà di scelta. È un diritto fondamentale dell'uomo la libertà di decidere che cosa inoculare nel proprio corpo e cosa no" ha spiegato il numero uno del ranking mondiale, a Roma per gli Internazionali di Tennis

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Il rapporto con gli altri campioni, le polemiche legate ai vaccini e la sua infanzia. Sono questi alcuni dei temi affrontati dal Novak Djokovic in un’intervista a 360 gradi rilasciata al Corriere della Sera in occasione degli Internazionali d'Italia. "Io non sono no vax e non ho mai detto in vita mia di esserlo. Non sono neppure pro vax – ha detto il campione di tennis serbo, levandosi un sassolino dalla scarpa -. Sono pro choice: difendo la libertà di scelta. È un diritto fondamentale dell'uomo la libertà di decidere che cosa inoculare nel proprio corpo e cosa no". "L'ho spiegato una volta alla Bbc - ha aggiunto - al ritorno dall'Australia, ma hanno eliminato molte frasi, quelle che non facevano comodo. Così non ho mai più parlato di questa storia". "Avevo avuto il Covid ed ero guarito - ha spiegato Djokovic –. Ho rispettato tutte le norme e non ho messo in pericolo nessuno. Eppure una volta là sono diventato un caso politico, uno che metteva in pericolo il mondo".

"Gratitudine nei confronti di Federer e Nadal"

Anche sull’amicizia tra rivali ha idee chiare e nette: "non è possibile". "Ho sempre avuto rispetto per Federer, è stato uno dei più grandi di tutti i tempi. Ha avuto un impatto straordinario, ma non sono mai stato vicino a lui", ha spiegato il campione serbo. Stesso discorso vale per Nadal. "Anche con lui l'amicizia è impossibile. L'ho sempre stimato e ammirato moltissimo. Grazie a lui e a Federer sono cresciuto e sono diventato quello che sono. Questo ci unirà per sempre; perciò provo gratitudine nei loro confronti. Nadal è una parte della mia vita, negli ultimi quindici anni ho visto più lui della mia mamma".

 

Il numero uno del ranking mondiale ha voluto anche ricordare un episodio della sua infanzia quando da bambino ha avuto un incontro con un lupo. "Provai una paura profonda. Mi avevano detto che in questi casi bisogna indietreggiare lentamente, senza perderlo di vista. Ci siamo guardati per dieci secondi, i più lunghi della mia vita; poi lui ha piegato a sinistra e se n'è andato – ha raccontato Djokovic -. Provai una sensazione fortissima che non mi ha mai abbandonato: una connessione d'anima, di spirito. Non ho mai creduto alle coincidenze, e pure quel lupo non lo era. Era previsto. È stato un incontro breve, ma molto importante".

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