Con un post su Facebook pubblicato nel giorno di San Valentino, Martina Scavelli ha annunciato il suo addio dopo una penalizzazione a causa del girovita che avrebbe sforato di qualche centimentro il limite consentito. "Sono stufa di essere pesata come le vacche", ha scritto sul social network
Martina Scavelli, catanzarese di 35 anni, ha scelto il giorno di San Valentino per annunciare l'abbandono di un suo grande amore, quello per l'arbitraggio delle partite di pallavolo. Fin da giovanissima ha arbitrato, dalle serie minori alla serie A, in numerosi palazzetti italiani. Ma ha deciso di lasciare, a malincuore, anche perché il regolamento non le consente di poter proseguire nella sua attività. Il suo girovita è infatti di qualche centimetro superiore a quello previsto dalle norme, e così ha deciso di annunciare la sua scelta di dimettersi. Ha affidato le sue amarezze a un lungo post sui social, con un riferimenro anche alla campionessa azzurra Paola Egonu, recentemente protagonista a Sanremo per le sue parole sul razzismo.
"Non sopporto più di essere pesata come si fa con le vacche"
"Egonu, tu sei nera, io sono grassa", ha scritto Scavelli, "per questo motivo stamattina ho comunicato le dimissioni dal ruolo di arbitro di serie B alla Fipav (Federazione Italiana Pallavolo). Non sopporto più di essere misurata e pesata come si fa con le vacche! Lo sport dovrebbe unire, anziché emarginare. E io non voglio più essere messa all'angolo per qualche centimetro o qualche chilo in più! Ho superato i valori previsti di BMI e circonferenza addominale (nulla di eccessivo). Ho ricevuto una penalizzazione di 3 punti nell'ambito del punteggio Dirigenti di Settore e l'esonero dall'impiego fino al raggiungimento dei valori previsti".
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"Costretta a passare dalla serie B al campionato regionale"
"La penalizzazione mi porterà a fine stagione -. continua il post - a passare dalla serie B al campionato regionale, facendo un enorme passo indietro. Parametri fuori norma, certo, ma di poco. Un poco che non scalfisce la qualità del mio servizio. Come se tre dita in più sul mio girovita potessero mettere a rischio una partita di pallavolo che, tra l'altro, non prevede che l'arbitro corra per il campo come succede nel calcio". Scavelli spiega che pur accentando le regole "non vuol dire che siano sacre e immutabili. Ho operato al servizio della Federazione dal 2007, con grande senso di responsabilità, devozione e disciplina. Sono sempre stata consapevole dei regolamenti legati all'attività di arbitro e ho mantenuto un comportamento scrupolosamente osservante delle regole, anche in merito ai parametri antropometrici. Mi sono sempre autodenunciata nel momento in cui ho realizzato di superare i parametri imposti. Mi sono sempre autosospesa".
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"Ho deciso di dire basta per me e per tutti grassi"
"A oggi, però, non sono disposta ad accettare che una carriera fondata sui sacrifici e sul massimo rispetto possa essere 'calpestata' da imposizioni del genere che non prevedono soglie di tolleranza", ha scritto ancora la donna. "Ho deciso di dire basta", sottoliena, "per me e per tutti i grassi. Basta a delle regole che non sempre vengono fatte valere erga omnes. Basta alle vedute ristrette. Basta a un sistema che non si interroga se qui chili in più nascano da problemi di salute o periodi particolari della propria vita. Basta a chi si basa sui numeri e sotterra le emozioni. La salute mentale, l'integrità di un individuo, la passione e il sacrificio di un essere umano valgono molto di più di qualche centimetro di troppo". Scavelli conclude annunciado che di aver inziato una battaglia "per superare la discriminazione imposta da certe norme. Aiutatemi a fare la sentire la mia voce perché non è solo la mia voce. Sono grassa sì! Ma anche di contenuti, voglia di lottare e speranza".