
Mondiali Qatar 2022, oggi Iran-Stati Uniti: attesa e tensione (non solo in campo)
Il 29 novembre le due Nazionali si affrontato in Qatar in una partita che vale l’accesso agli ottavi di finale. L’avvicinamento all’incontro però è stato teso, per ragioni che poco o nulla hanno a che fare con il calcio

"Ci auguriamo di assistere ad una partita pacifica e competitiva”. L’auspicio espresso da un portavoce del dipartimento di Stato americano in vista dell’incontro tra Stati Uniti e Iran ai Mondiali in Qatar riflette non solo la tensione degli ultimi giorni, ma soprattutto la delicatezza di un confronto tra due Paesi che va ben al di là del campo di calcio
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Il 29 novembre alle ore 20 italiane è in programma la partita tra Iran e Stati Uniti, valevole per il Gruppo B del Mondiale 2022 in Qatar. L’incontro è decisivo per il passaggio del turno per una delle due squadre e l'attesa per la posta in palio si è unita a una rinnovata tensione internazionale tra i due Paesi
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Nei giorni scorsi dai post sui social della squadra degli Usa è stato rimosso l'emblema della Repubblica islamica dalla bandiera. Gli Stati Uniti hanno affermato di aver deciso di non utilizzare la bandiera ufficiale dell'Iran per mostrare "sostegno alle donne in Iran che lottano per i diritti umani fondamentali”. (In foto: la squadra degli Stati Uniti)
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La federazione calcistica di Teheran ha protestato con la Fifa, arrivando a chiedere l’esclusione della nazionale a stelle e strisce dalla competizione. I post, secondo quanto affermato da un portavoce della federcalcio Usa, sono poi stati sostituiti con quelli che utilizzavano la bandiera iraniana corretta, ma con la precisazione che “sosteniamo ancora le donne iraniane” (In foto: la squadra dell’Iran)
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Il riferimento è alle violente proteste che da mesi ormai scuotono l’Iran, in seguito alla morte il 16 settembre scorso della 22enne Mahsa Amini. Teheran ha accusato gli Stati Uniti e altri Paesi stranieri di istigare le proteste, con il governo Usa che ha imposto sanzioni ai funzionari iraniani per la repressione (In foto: un’immagine di Mahsa Amini e la vecchia bandiera dell’Iran)

La tensione tra Iran e Stati Uniti si è nuovamente alzata, dopo le schermaglie intorno all’accordo sul nucleare di Teheran. Al punto che sul tema è intervenuto un portavoce del dipartimento di Stato americano, specificando che la Federazione calcio del Paese "non si è coordinata" con l'amministrazione sulla decisione di cambiare la bandiera dell'Iran sui suoi social media in segno di solidarietà verso le proteste in corso nel Paese (In foto: il presidente Usa Joe Biden)

“Ci auguriamo di assistere ad una partita pacifica e competitiva”, ha detto il portavoce alla Cnn, aggiungendo però: "Gli Stati Uniti continuano a sostenere il popolo iraniano di fronte alla violenza contro le donne da parte di Teheran e alla brutale repressione contro manifestanti pacifici" (In foto: un momento di una protesta per la morte di Mahsa Amini)

Lo scontro sulla bandiera pubblicata sui social non è stato, però, l’unico momento di tensione durante questo Mondiale: l’avvicinamento alla partita si era già acceso dopo le dichiarazioni di Jurgen Klinsmann (in foto), che è stato anche ct degli Usa. L’allenatore è finito nel mirino per alcuni commenti in cui accusava l’Iran di aver influenzato l'arbitro durante la partita vinta venerdì scorso sul Galles

“Si lavorano l'arbitro, il guardalinee, il quarto uomo. Ti fanno perdere la concentrazione e lo fanno apposta. Fa parte della loro cultura”, ha detto Klinsmann. All’ex ct degli Stati Uniti ha risposto l’attuale commissario tecnico dell’Iran, Carlos Queiroz (in foto), secondo cui “queste osservazioni sulla cultura iraniana, sulla nazionale e sui miei giocatori sono una vergogna per il calcio"

L’incontro tra Stati Uniti ed Iran al Mondiale non è una novità assoluta: c’è infatti un precedente a Francia 1998. In quel caso, dopo aver donato rose ai calciatori statunitensi, furono i calciatori di Teheran a prevalere per 2 a 1
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