Michael Schumacher, la moglie Corinna: "Ci manca, ma c'è"

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Dopo anni di riserbo quasi totale, Corinna Schumacher rompe il silenzio e parla in un documentario di Netflix sul sette volte campione del mondo di Formula 1. "In un modo diverso, ma è con noi". E il figlio Mick aggiunge: "Penso che ci capiremmo e avremmo molto di cui parlare"

Su quella neve da sempre amata, a Meribel, quella volta non ci voleva andare. Non era ottimale, aveva detto alla moglie Corinna, proponendole una vacanza a Dubai per fare paracadutismo. Poi Michael Schumacher e la famiglia optarono ancora una volta per le Alpi, dove qualche giorno dopo il sette volte campione del mondo di Formula 1 sarebbe rimasto vittima di un incidente che per poco non gli costò la vita.

Un silenzio quasi mai rotto in otto anni

Lo ha rivelato la moglie, oggi 52enne, nel documentario sulla vita del pilota tedesco, in uscita il 15 settembre su Netflix. Per tutti questi otto anni trascorsi dall'incidente di Meribel, Corinna Schumacher ha mantenuto quasi sempre il più totale riserbo sulle condizioni del marito e sulla loro storia, stavolta, però, parla. Nel documentario, registrato due anni fa, la moglie dell'ex campione di Formula 1 condivide per la prima volta alcune informazioni sulla loro vita odierna, nella loro casa in Svizzera, sul lago di Ginevra, ribadendo di voler tutelare la loro privacy, come "Michael ha sempre fatto e desiderato".

"In pista era protetto da un angelo custode"

"Michael mi manca ogni giorno, manca ai figli, alla famiglia, al padre - ha detto - ma Michael è qui. In un altro modo, ma è qui e penso che questo ci sta dando la forza", dice Corinna. Guardando alla brillante e rischiosa carriera del marito, Corinna racconta di aver sempre creduto che "nelle giornate di gare c'erano angeli custodi che lo proteggevano". Nel costruire quello che lei stessa chiama una "barriera di protezione" attorno al marito e alla famiglia, confessa di non aver mai pensato che qualcosa potesse accadere a Michael e definisce l'incidente una "sfortuna, nella quale Dio non c'entra nulla".

MONTE CARLO, MONACO - MAY 23:  Lewis Hamilton (R) of Great Britain and McLaren talks with Michael Schumacher (L) of Germany and Mercedes GP at the drivers press conference during previews to the Monaco Formula One Grand Prix at the Monte Carlo Circuit on May 23, 2012 in Monte Carlo, Monaco.  (Photo by Clive Mason/Getty Images)

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Trasfusione di staminali nel 2019

Affetto da un grave danno cerebrale irreversibile, Schumacher per sei mesi è rimasto in coma farmacologico, fino al giugno 2014. Nel settembre 2019 ha ricevuto una trasfusione di cellule staminali per ridurre l'infiammazione all'ospedale Georges Pompidou di Parigi e secondo diverse fonti non confermate ufficialmente in quel momento era cosciente.  "Viviamo insieme a casa. Facciamo le terapie. Facciamo tutto quello che possiamo per far star meglio Michael e assicurarci che stia bene", racconta ancora Corinna, sottolineando di cercare di portare avanti la loro vita famigliare "nel modo in cui amava e ha sempre fatto".

Mick: "Avremmo molto di cui parlare"

Altrettanto vibrante la testimonianza del figlio Mick che prova rammarico e un senso di ingiustizia per non poter condividere col padre - ritiratosi dalla Formula 1 nel 2012 - il suo percorso da pilota e il suo debutto in F1 quest'anno. "Penso che papà e io ci capiremmo in un altro modo adesso, semplicemente perché parliamo lo stesso linguaggio - quello dei motori - e avremmo molto di cui parlare. È lì che va la mia testa la maggior parte del tempo, pensare a quanto sarebbe bello. Darei tutto per questo", confida il promettente figlio di Schumacher. 

GettyImages-Ferrari piloti

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