
Federico Buffa racconta le foto dei prigionieri italiani di Zonderwater in Sudafrica
Storie umane e di calcio si intrecciano nelle vicende del campo di concentramento dove negli anni '40 transitarono quasi 100mila italiani. Lì si costituì quasi una "piccola Italia", dove i prigionieri avevano accesso al teatro e alle gare: "Le foto ti riportano indietro nel tempo, ti danno l’idea di come lo sport abbia tenuto impegnata la loro mente”.
Foto e intervista per Lo Spunto Fotografico
di Chiara Piotto

"Quasi non sembrano immagini da un campo di concentramento, è la prima cosa che ho pensato vedendo queste foto", dice Federico Buffa. La storia dei prigionieri italiani in Sudafrica è protagonista del nuovo appuntamento di #SkyBuffaRacconta, in onda dal 4 maggio su Sky Sport

Il racconto è tratto dall’opera di Carlo Annese "I diavoli di Zonderwater” pubblicato da Mondadori Libri Sperling & Kupfer e ripercorre la storia dei prigionieri italiani in Sudafrica sopravvissuti alla guerra grazie allo sport

Zonderwater – “senz’acqua” in lingua afrikaans - è stato il più grande campo di concentramento pensato per prigionieri italiani, aperto dal 1941 al 1947. Si trovava in un bassopiano vicino a Pretoria e ha visto passare circa centomila italiani

Era un campo di concentramento diverso da quelli europei di cui si parla più spesso. I prigionieri (POW, “Prisoners Of War”) vi avevano costruito ospedali, teatri, scuole e tanti campi sportivi: calcio, tennis, basket, pallavolo, scherma, boxe

Tra i protagonisti della storia emerge infatti un colonnello “illuminato”, Hendrik Fredrik Prinsloo, che sosteneva l’importanza delle attività sociali e sportive per i prigionieri

“Le foto ti riportano indietro nel tempo, ti danno l’idea di come lo sport abbia tenuto impegnata la loro mente”, dice Buffa, commentando queste foto provenienti dall’Associazione Zonderwater Block Ex POW gestita da Elisa Longarato, figlia di un ex prigioniero, e dall’archivio della Croce Rossa

828 dei circa 94mila italiani passati di lì hanno scelto di rimanere in Sud Africa; è il caso di Giovanni Vaglietti, un altro dei protagonisti della vicenda

“Era tra i giovani del Gran Torino, ma essendo agli inizi non aveva potuto evitare il fronte. Arrivò a Zonderwater con il tesserino della Federazione in tasca. Subito si distinse per la bravura in campo, e i giocatori migliori erano privilegiati, in termini di razioni di cibo. Così si guadagnò una vita migliore. Lì conobbe la sua futura moglie, figlia di immigrati piemontesi entrata nel campo per assistere a uno spettacolo teatrale”, racconta Buffa

“Gli italiani infatti recitavano anche, nel campo, costruivano scenografie, si inventavano costumi e parrucche per impersonare anche i ruoli femminili, dato che tutti i prigionieri erano uomini”

“Tutto questo mondo, questa “seconda Italia” di Zonderwater, fu un’idea degli Inglesi, che non credevano in un tipo di prigionia afflittiva. Molti prigionieri durante quel periodo impararono a leggere e scrivere. Ma poi, tornati in Italia, non si voleva parlare di quel periodo”

“All’epoca era così, si voleva dimenticare quello che era successo”, continua Federico. “Mio nonno ha avuto un’esperienza simile in India, dove è stato internato e da dove è tornato nel ’47. Anche là, mi diceva, la comunità italiana era numerosa e si era creata quasi una ‘Little Italy’”

Le storie umane e quelle sportive si intrecciano indissolubilmente in questo racconto. Furono tanti i campionati giocati a Zonderwater, fino a 12 le squadre in lizza, tra cui Diavoli Neri e Diavoli Rossi, che daranno il nome alla storia, Juventus, Andrea Doria, Savoia, Duca D’Aosta, Tevere. Ci furono il calciomercato e le risse tra tifosi, le multe da pagare in sigarette

“"Non si sopravvive se non ci si mette in gioco”, un’espressione divenuta realtà a Zonderwater. E il calcio, lo sport, lo dimostrano”.
Lo Spunto Fotografico è la rubrica curata da Chiara Piotto su Sky tg24 che unisce fotografia e informazione. Lo spazio ospita le voci più interessanti del panorama italiano e internazionale - tra fotografi affermati ed emergenti - su progetti legati a temi di attualità e società. #LoSpuntoFotografico è anche su Instagram, con stories dedicate in evidenza sull’account @skytg24
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Gli appuntamenti di visione: da martedì 4 maggio alle 19 e alle 00.30 su Sky Sport Uno, il 5 maggio alle 20.10 su Sky Arte. Disponibile anche on demand e in streaming su NOW.
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