Il club è il primo nel Regno Unito ad aver messo in cassa integrazione i suoi giocatori, così come tutto lo staff tecnico, a causa dell'emergenza coronavirus. Lo Stato copre l'80% degli stipendi, sino a 2.500 sterline mensili
I calciatori, si sa, non sono tutti Paperoni multimilionari. E mentre in Italia, e in tutta Europa, si discute su possibili tagli agli stipendi che pure non lasceranno in mezzo a una strada i professionisti di serie A e B, dalla terza serie in giù il taglio agli emolumenti può creare problemi seri. Un primo caso arriva dalla Premier inglese, dove il Sunderland, società basonata ma caduta orami in terza serie, è il primo club del Regno Unito ad aver messo in cassa integrazione i suoi giocatori, così come tutto lo staff tecnico, a causa dell'emergenza coronavirus (IL LIVEBLOG - LO SPECIALE - Boris Johnson non è attaccato a un respiratore).
Scatta la CIG, lo Stato paga l'80% fino a 2.500 pounds
Se nella ricchissima Premier League società e calciatori litigano sulla riduzione degli ingaggi, il club del Nord ha giocato d'anticipo ricorrendo agli ammortizzatori sociali previsti dal Governo per i lavoratori "normali". In base alla misura chiamata 'furlough', per i prossimi tre mesi l'80% degli stipendi, fino ad un massimo di 2.500 sterline al mese (circa 2.600 euro al cambio attuale), verrà pagato dallo Stato. Una decisione simile è stata presa anche dal Crewe Alexandra, squadra che milita in League Two, la quarta divisione professionistica inglese.