Il numero uno della società, nominato lo scorso aprile, ha comunicato la decisione al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, per una "visione diversa della riforma dello sport da quella prospettata" e per una "sintonia mai nata con l'attuale ministro Spadafora"
Il numero uno di Sport e Salute, Rocco Sabelli, ha comunicato al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri le sue dimissioni dalla guida della società che ha rilevato la Coni servizi nell'ambito della riforma dello sport portata avanti dal precedente governo. Sabelli era stato nominato lo scorso 19 aprile.
Un breve mandato
Otto mesi è durata l'esperienza di Rocco Sabelli alla guida di Sport e salute. Il top manager, ex a.d. di Alitalia e di Piaggio, si è dimesso annunciando la sua uscita di scena con una lettera al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Un addio che fa rumore e che ha le sue radici nella fine dell'esecutivo gialloverde e in una "sintonia mai nata", come lo stesso manager scrive al ministro, con il nuovo titolare dello Sport, Vincenzo Spadafora, oltre che nella più che complicata convivenza con il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Sabelli era stato indicato per la carica di presidente e amministratore delegato ai primi di aprile dall'allora sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti. Avrebbe dovuto restare in carica per tre anni, ma con il cambio di esecutivo l'orizzonte del manager ha cominciato presto a restringersi, in un panorama già reso arduo dai non facili rapporti con un Comitato olimpico 'umiliato' della scelta di sdoppiare le competenze sullo sport. Non ha aiutato, nel precipitare degli eventi degli ultimi giorni, il fuorionda in cui il presidente di Sport e Salute parlava della Giunta Coni sollecitando i rappresentanti della Figc a "tirare fuori le palle". Una uscita su cui Spadafora ha chiesto un chiarimento, ma non ce ne è stato il tempo.
Ieri la bozza del decreto Milleproroghe ha messo nero su bianco la decisione dell'esecutivo di porre mano alla governance di Sport e Salute, ampliando da tre a cinque il numero dei componenti del cda e scorporando le funzioni di presidente da quelle dell'ad. A stretto giro, Sabelli ha preso atto della situazione e ha scritto a Gualtieri, per rassegnare le dimissioni, essendo "venuto meno - afferma - uno dei presupposti fondamentali che mi avevano indotto a offrire al Governo la mia disponibilità a guidare la società". Il riferimento è alla "visione diversa della riforma dello sport da quella prospettata" e alla convinzione che le modifiche alla governance proposte "siano scaturite anche da una sintonia con l'attuale ministro Spadafora mai nata e, credo, difficilmente possibile in futuro per evidenti e sperimentate diversità di cultura, linguaggio e metodi".