La Federcalcio cilena ha deciso di fermare i campionati a sei giornate dalla fine per volontà delle autorità politiche e delle forze dell'ordine, a causa degli scontri che da giorni stanno mettendo alle corde il Paese
La situazione in Cile sta precipitando. La Federcalcio locale ha deciso di fermare i campionati a 6 giornate dalla fine, per volontà delle autorità politiche e delle forze dell'ordine. La decisione si è resa necessaria - spiegano gli organi di governo del calcio - a causa degli scontri che da giorni stanno mettendo alle corde il Paese. L'annunciato è arrivato dalla Anfp in un comunicato ufficiale. Alla luce delle violente tensioni che sta vivendo il Paese sudamericano non si disputeranno le partite della Primera Division, della Primera B, della Segunda Division, del campionato femminile di calcio e di quelli giovanili.
Stato di emergenza, Santiago assediata
Da diversi giorni la capitale cilena, Santiago, è nel caos. E con essa altre importanti città del Paese andino. A far salire la tensione, una mobilitazione generale che, partita dalla decisione delle autorità di rincarare il prezzo dei trasporti pubblici, si è man mano estesa contro il caro-vita e le disparità economiche in generale. Trasporti fermi, escalation di violenze con scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Il presidente Piñera, nell'occhio del ciclone per alcune foto che lo ritraggono sorridente mentre cena in un noto ristorante, apparentemente incurante del caos, ha dichiarato lo stato di emergenza, e l'esercito pattuglia le strade di Santiago e di altri centri.