Il ricordo del Grande Torino, 71 anni fa la tragedia di Superga

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Sono state 31 le persone morte nell'incidente aereo di Superga del 4 maggio 1949 (foto: archivio LaPresse)

Il 4 maggio del 1949 l'aereo che trasportava l'intera squadra degli “Invincibili” si schiantò contro il muraglione della basilica situata sul colle del capoluogo piemontese causando la morte di tutti i 31 passeggeri

Sono passati 71 anni dalla tragedia di Superga: il 4 maggio del 1949 scompariva in un incidente aereo il "Grande Torino", una delle più forti squadre di calcio della storia italiana. Capace di vincere cinque scudetti consecutivi, i suoi giocatori facevano quasi tutti parte anche della nazionale azzurra. A bordo del volo, di ritorno dalla trasferta di Lisbona, c'erano 31 persone tra calciatori, staff, giornalisti ed equipaggio, tutte decedute nello schianto contro la basilica sul colle torinese. Ecco la cronaca di quel giornio di 71 anni fa, ripercorsa in occasione dell'anniversario. LA FOTOSTORY

L'incidente aereo

Il 3 maggio del 1949 viene fissata un'amichevole a Lisbona tra il Torino e i padroni di casa del Benfica. La partita intende celebrare l'addio al calcio del capitano dei portoghesi Ferreira che, in occasione di un'Italia-Portogallo disputata a Genova, ha conosciuto Valentino Mazzola, con il quale è nata l'idea dell'amichevole celebrativa. I Granata vengono sconfitti per 4-3 dal Benfica, mentre capitan Ferreira esce tra gli applausi dei quarantamila spettatori presenti allo stadio di Lisbona. Il 4 maggio i giocatori del Torino, lo staff e i dirigenti si imbarcano sul trimotore I-Elce per tornare in Italia. Le condizioni meteorologiche sono pessime: la pioggia battente e le nuvole basse danno grossi problemi di visibilità. Probabilmente a causa di questo, l'aereo, a seguito dell'ultimo contatto radio, si schianta contro la Basilica di Superga, poco dopo le 17.

Le 31 vittime

Nell'incidente perdono la vita tutti e 31 i passeggeri. A bordo del volo ci sono i giocatori Valerio Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert e gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina con i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri. Spetta al Commissario tecnico della Nazionale italiana Vittorio Pozzo riconoscere i corpi dei calciatori. Muoiono nello schianto anche i tre giornalisti sportivi Renato Casalbore, fondatore di "Tuttosport", Renato Tosatti della "Gazzetta del Popolo" e Luigi Cavallero de "La Stampa", e i membri dell'equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D'Inca, Celeste Biancardi e Antonio Pangrazi.

I sopravvissuti

A seguito del disastro aereo di Superga, della squadra granata rimangono in tre: il secondo portiere Renato Gandolfi, che ha ceduto il posto a Dino Ballarin per la trasferta di Lisbona, Sauro Tomà che, per un infortunio al ginocchio, è rimasto a Torino, così come il giovane del vivaio Luigi Gandolfi. Non sono partiti per il Portogallo neanche il presidente del Torino, Ferruccio Novo, colpito dalla broncopolmonite e il celebre telecronista Nicolò Carosio, rimasto a casa per la cresima del figlio.

L'ultimo saluto al Grande Torino

I funerali si tengono il 6 maggio del 1949 a Torino. In piazza all'esterno di Palazzo Madama si raduna circa mezzo milione di persone per dare l'ultimo saluto alle vittime di Superga. Alle esequie sono presenti tutte le rappresentanze delle squadre italiane e di alcuni club stranieri. C'è anche un giovane Giulio Andreotti, in rappresentanza del Governo e Ottorino Barassi, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. A terminare la stagione calcistica 1948-49 è la formazione giovanile del Torino, che affronta le giovanili delle altre squadre nelle ultime 4 partite vincendole tutte e conquistando lo scudetto sull'Inter seconda. Il 26 maggio 1949 venne organizzata allo stadio Comunale una partita di beneficenza tra il Torino, che scende in campo con undici campioni prestati da tutte le squadre italiane e il River Plate del campione argentino Di Stefano. L'incasso dell'amichevole, finita 2-2, viene destinato ai familiari delle vittime.

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