Giancarlo Esposito: "Mi sento a casa in Italia più che negli Usa"

Spettacolo

Ospite del Comicon Bergamo, l'attore di Breaking Bad, Better Call Saul e The Boys si è concesso per un'intervista a Sky TG24, raccontando il suo rapporto col nostro Paese e riflettendo sull'America di oggi

Sarà il fatto che ha prestato il volto ad alcuni dei villain più iconici nella storia recente della tv, sarà per uno sguardo gentile, certo, ma allo stesso tempo fiero, ma quando Giancarlo Esposito entra nella stanza sembra di percepirne l’aura e si ha a tutti gli effetti la percezione di trovarsi davanti a un pezzo di storia del cinema e della tv contemporanei. Quasi 50 anni di carriera costantemente in ascesa, dai lavori con John Landis e Francis Ford Coppola a Breaking Bad, Better Call Saul e The Boys, passando per la lunga collaborazione con Spike Lee. Esposito è uno che ama incontrare la gente e ama il suo Paese d’origine, l’Italia, quello in cui nacque suo padre, quello in cui adora tornare ogni volta e che racconterà nella sua prima graphic novel da sceneggiatore. Ospite del Comicon Bergamo, Esposito ci ha parlato del rapporto coi suoi ruoli più popolari, dell’America di oggi, del rapporto col fumetto e col nostro Paese.

 

Negli ultimi anni è stato Gus Fring, Stan Edgar, Moff Gideon, Sidewinder. Cosa hanno di così speciale i ruoli da cattivo, per lei?
Penso che questi cattivi in particolare, sui quali ho lavorato negli ultimi anni, siano entusiasmanti, molto diversi uno dall’altro. E penso che il pubblico voglia dei cattivi a cui credere, da temere, di cui avere paura. Dopo aver interpretato Gustavo Fring avevo deciso di smettere di fare ruoli da cattivo. Cercavo commedie romantiche, film horror dopo aver fatto Abigail, ho avuto esperienze in diversi generi, ma penso che la gente voglia avere un cattivo credibile e quando non lo vedono spesso, chiamano me.

 

Sono passati 36 anni da Fa la cosa giusta!. Come è cambiata l’America? È preoccupato dalla crescente polarizzazione della società?
Penso che la società sia polarizzata in tutto il mondo ormai da tanto tempo. Voglio dire: abbiamo una guerra in Ucraina, una in Israele, penso che alla gente piaccia uccidersi a vicenda e combattere le convinzioni altrui. L’America è cambiata molto dai tempi di Fa la cosa giusta!, eppure abbiamo ancora gli stessi tipi di pregiudizi. Quando abbiamo girato quel film si parlava del caso di Tawana Brawley, che era stata stuprata e lasciata in un bidone della spazzatura, e da allora ci sono stati tanti giovani neri uccisi dalla polizia. Ed è un disastroso problema. Penso che vada oltre il colore, che riguardi l’oppressione delle persone povere e diverse dalla norma. E penso sia un problema in tutto il mondo. I ricchi si prendono tutto ed escludono i più poveri, e se i ricchi si sentono minacciati, sono i poveri a soffrire.

 

Ha recitato in serie e film tratti da fumetti e sta facendo un fumetto. Qual è il suo rapporto col fumetto?
Leggevo i fumetti da bambino ma da allora non ne ho letti tanti. Certo, ho letto The Boys perché ho lavorato alla serie e leggerlo faceva parte del mio lavoro, e sì, sto facendo una graphic novel che si chiama The Venetian, che è parte delle mie origini afroamericane nere e italiane, e penso sia importante occuparmi di da dove vengo. Amo l’Italia, la mia fanbase più grande è in Italia. Penso che questa sia una storia da raccontare, la storia di qualcuno che dopo essere cresciuto in Italia è andato in America e ha abbracciato l’idea di America solo per scoprire che preferirebbe essere in Italia. È la mia storia: sto cercando casa in Italia, di prendere lezioni d’italiano per poter parlare fluentemente la mia stessa lingua, mi sento più a casa a Roma, a Milano a Napoli di quanto non mi ci senta in America. Perché sento l’energia della gente, il modo in cui la gente vive qui è più “gentile” (in italiano, ndr), è più rispettoso, sembra essere più presente e in armonia con la natura. Quando sono arrivato qui mi sono detto “che bello”, guarda la gente, e il cibo è speciale perché arriva direttamente dalla terra alla tavola. Sono molte le cose che amo dell’Italia: l’arte, la cultura, la gente, l’amore, il ritmo della vita. E il rispetto per gli artisti.

TAG: