Oltreconfine, nella notte più lunga dell'anno, a vincere la sfida per il Miglior ristorante del centro della città è Isaac. In attesa del prossimo appuntamento con 4 Ristoranti, ogni domenica in prima serata in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, ecco cosa ci ha raccontato il vincitore ed Executive Chef ghanese d’origine e veneto d’adozione
E' tra le vie del centro di una delle città più antiche d’Europa, cosmopolita e camaleontica, capace di stare al passo coi tempi seppur avvolta nella sua atmosfera decadente e bohémien, che Alessandro Borghese elegge il miglior ristorante italiano nel centro di Lisbona (LO SPECIALE). A ottenere l'ambito titolo è il Davvero nel quartiere Amoreiras della città. Il locale, dotato di romantico dehor esterno e una sala interna di classe è il regno di Isaac, Executive Chef del ristorante, ecco cosa ci ha raccontato il vincitore di questa sua esperienza in tv.
l'intervista al vincitore
Che effetto fa essere il miglior ristorante del centro di Lisbona?
Essere riconosciuti qui come il miglior ristorante italiano è un onore, testimoniando l’eccellenza del nostro impegno nel portare l’autentica cucina italiana fuori dai confini nazionali.
Il poeta Pessoa diceva che “non esistono fiori in grado di reggere il confronto con la varietà dei colori che assume Lisbona alla luce del sole”: in cosa non ha rivali per te Lisbona?
Lisbona per me è insuperabile nella sua capacità di catturare la bellezza vibrante dei colori sotto la luce del sole, un’esperienza che trasforma ogni angolo della città in un quadro vivente. La sua combinazione unica di paesaggi, architettura, cultura multi-etnica e l’energia giovanile la rende un luogo senza rivali.
Ghanase di origine e veneto di adozione, come hai deciso di prendere le redini di Davvero e fermarti in Portogallo?
La mia decisione è stata motivata dalla passione per i viaggi, l’amore per la gastronomia e la volontà di creare un’esperienza culinaria unica in contesto così accogliente e cosmopolita come Lisbona. Ho trovato in questa contesto una cornice perfetta per unire la ricchezza delle mie radici con l’apertura e la diversità di Lisbona.
Cosa ti manca dell’Italia?
Dell’Italia mi mancano le tavolate domenicali con la famiglia, il calore e la condivisione attorno a un tavolo, le risate. I racconti che accompagnano i piatti creano sempre dei momenti speciali e unici. Mi manca anche la mia città, Castelfranco Veneto e quel sapore mattutino del cornetto accompagnato dalla spremuta d’arancia.
Il piatto più gettonato dai clienti?
Il baccalá mantecato su base di polenta nera croccante e il cacio e pepe sono i due piatti più richiesti dai nostri clienti. Il primo incarna al meglio l’incontro tra la tradizione della mia regione veneta e l’influenza della cultura portoghese legata al baccalà: una fusione culinaria unica e riflette la diversità e l’armonia delle influenze gastronomiche tra le due culture. Nella cacio e pepe, l’accostamento di ingredienti di eccellenza, come gli spaghettoni di Gragnano e il pecorino romano, insieme al tocco di pepe nero, esprime la bellezza e l’eccellenza di una cucina che celebra i sapori autentici in modo raffinato e senza fronzoli. Entrambi i piatti rappresentano il lusso nella semplicità della cucina italiana e incarnano la filosofia del nostro ristorante Davvero.
Il piatto della tua infanzia?
La pasta con tonno rappresenta il mio piatto d’infanzia, preparato dai miei genitori quando tornavo a casa dalla scuola.
Cosa hai imparato (non solo in cucina) viaggiando in giro per il mondo?
Viaggiando ho coltivato una profonda umiltà di fronte alla diversità culturale, imparando ad adattarmi con flessibilità e a integrarmi in nuovi contesti. Questa esperienza ha arricchito il mio bagaglio personale e mi ha insegnato l’importanza dell’apertura mentale e il rispetto nelle interazioni interculturali.
Chi vorreste avere come ospite illustre nel vostro locale?
Denzel Washington, mi sono ispirato a lui come modello di persona. La sua integrità, professionalità e talento sono fonte di grande ispirazione, e sarebbe un privilegio poter condividere con lui l’esperienza culinaria del nostro ristorante.
Che menu gli dedichereste?
Spaghetti al pomodoro con un pezzo di pane a parte per fare la scarpetta all’italiana, seguito da un tiramisù della mia terra, Treviso come omaggio alla cucina italiana.
Progetti futuri?
Vorrei aprire un’accademia di cucina in Ghana per stimolare e aiutare i giovani talenti del paese, offrendo loro le competenze necessarie per diventare chef di eccellenza. Desidero trasmettere non solo l’amore per l’arte culinaria, ma anche il rispetto e la valorizzazione dei prodotti locali. Credo che questo possa contribuire non solo alla crescita individuale degli aspiranti chef, ma anche all’arricchimento della cultura gastronomica nella comunità. Con passione e dedizione, auspico di ispirare una nuova generazione di talentuosi chef e non solo del Ghana.