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30 anni fa la prima puntata di Mai Dire Gol, lo show che ha cambiato la comicità in tv

TV Show

Giuseppe Pastore

Mondadori Portfolio

Il 18 novembre 1990 esordiva su Italia1 il programma-cult della Gialappa's Band: all'inizio composto solo da filmati, diventò una fucina inesauribile di talenti, gag e personaggi memorabili. Ecco i migliori

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Mai dire Gol andò in onda per la prima volta su Italia 1 alle 22 del 18 novembre 1990 subito dopo Pressing, il programma che – condotto all'epoca da Marino Bartoletti – era la risposta Fininvest alla Domenica Sportiva. In testa al campionato c'erano Roberto Mancini e Gianluca Vialli, oggi rispettivamente ct e assistente sulla panchina della Nazionale, allora coppia d'attacco della Sampdoria che aveva vinto 4-1 a Napoli e a fine stagione avrebbe vinto il suo primo e unico scudetto. Una vita fa.

Il primo critico televisivo a scriverne fu Aldo Grasso sul Corriere della Sera, dopo la seconda puntata, facendo notare che aveva fatto più ascolti di Pressing e osservando acutamente: “Si vede che al pubblico piace l'autoreferenzialità, la tv che parla di tv”. Al secondo programma televisivo tutto loro dopo lo stralunato Mai dire Banzai, rivisitazione ancora più surreale dei già surreali programmi demenziali della tv giapponese, con una popolarità alimentata anche dalle fortunate radiocronache delle partite dei Mondiali 1990, le tre voci fuori campo – in ordine alfabetico Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Carlo Taranto, che si ribattezzarono Gialappa's Band dal nome di una pianta floreale messicana con effetti lassativi – ironizzavano sui protagonisti e sui programmi televisivi della domenica pomeriggio. Fu una piccola rivoluzione: un'operazione del genere – dissacrare la messa cantata del campionato e dei suoi “eroi” - non era mai stata tentata in precedenza né dalla paludata RAI ma nemmeno dalle emittenti private.

Il successo fu lento ma costante; i titoli delle rubriche più riuscite - “Vai col liscio”, “Il gollonzo”, “Le interviste possibili” - diventarono di uso comune anche al di fuori della cerchia dei calciofili. Nella stagione 1991-92 il primo salto di qualità con i primi personaggi comici, che diventeranno una valanga nelle stagioni successive. Il brand “Mai dire gol” è sopravvissuto per un decennio, fino all'ultima edizione del 2001 (sostituito poi da “Mai dire domenica”, incentrato sul filone dei reality show): la miglior creatura della Gialappa's Band ha vinto tre Telegatti e sei Oscar TV e ha rivoluzionato la comicità e il modo di parlare di calcio sul piccolo schermo. Ecco alcuni tra i comici e i personaggi entrati nella storia della tv.

Teo Teocoli

È il primo attore comico a comparire in video, edizione 1991-92, col memorabile personaggio di Peo Pericoli (inizialmente solo al videocitofono in bianco e nero che diventerà uno dei simboli del programma) e poi ancora con Felice Caccamo, inviato da Napoli con il Golfo alle spalle e la cravatta “trasparente”. Splendido imitatore, attore dal carattere non facile, litigò definitivamente con la Gialappa's durante la registrazione di una puntata della stagione 1995-96: preso alla sprovvista, il trio reclutò al volo Claudio Lippi che – dice la leggenda – passava in quel momento nei corridoi di Cologno Monzese...

Gene Gnocchi

Arriva nel 1992-93 e rimane per due stagioni, prima di lasciare per incomprensioni con la Gialappa's. Il suo personaggio più fortunato è Ermes Rubagotti, inviato da Bergamo con una spiccata passione per l'alcol, che introduce i primi tormentoni della storia del programma: “e alùra?”. Ma, a suo modo, anche il primo personaggio “femminile”, Ninetta De Cesari, fantomatica figlia di uno dei decani del giornalismo romano.

Antonio Albanese

Comico milanese, arriva nella stagione 1993-94 portando in dote i suoi vecchi personaggi di Epifanio e Alex Drastico, già visti in Su la testa! Ma a lui la Gialappa's regala uno dei personaggi più famosi dell'intera trasmissione: Frengo, inviato da Foggia con la passione per le droghe leggere e la leggera tendenza a romanzare le partite dei pugliesi, all'epoca di gran moda, sotto la gestione dell'allenatore boemo Zdenek “Simpatia” Zeman.

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Aldo Giovanni e Giacomo

Il trio milanese debutta nel 1994-95 e rimane per tre stagioni, infilando un successo dopo l'altro, dal trio dei “Bulgari”, scalcagnati acrobati che si esibiscono con il supporto vocale dell'annunciatrice Marina Massironi, agli svizzeri che animano un'improbabile versione ticinese della trasmissione “Ultimo minuto”. Per non parlare dei personaggi comici che sviluppano singolarmente: Aldo è lo sfegatato Rolando che perde la testa per i personaggi famosi, Giovanni è il fumantino Nico inviato dalla Sardegna, Giacomo è il compassato insegnante d'inglese John Flanaghan.

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Francesco Paolantoni

Il comico napoletano resta per due stagioni, dal 1995 al 1997, coniando il tormentone “Ho vinto quacchecosa?” ripetuto a cantilena da Robertino, prototipo del concorrente di quiz. Oppure ironizzando sulla rivoluzione digitale con il “nonno multimediale” o dando corpo ad altri personaggi improbabili e perfettamente nel suo stile, come il pizzaiolo “Ciairo”.

Paolo Hendel

Un solo personaggio “importante”, ma uno di quelli che è invecchiato meglio (o peggio, a seconda dei punti di vista): l'imprenditore Carcarlo Pravettoni, cialtrone, evasore, ignorante e guerrafondaio, sempre introdotto dalle surreali schede del geniale autore comico Walter Fontana.

Daniele Luttazzi

Nel cast dal 1996 al 1998, il comico romagnolo va ricordato per il professor Fontecedro, docente universitario in collegamento da Palo Alto, e per essere il conduttore delle edizioni di “Tabloid”, la rassegna stampa rigorosamente “in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali”.

Claudio Bisio

Comico già di lungo corso, noto da almeno un decennio tra televisione, teatro e cinema (per esempio con una partecipazione in “Mediterraneo”, il film Premio Oscar di Gabriele Salvatores). Presente dal 1997 al 2000, il suo personaggio migliore è probabilmente Micio, procuratore spregiudicato ed equivoco che “riceve” nello squallido sottoscala di una discoteca con l'aria di chi la sa lunghissima (“Ascolta un cretino!”).

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Maurizio Crozza

Proveniente dal gruppo genovese dei Broncovitz, arrivò a Mai Dire Gol insieme ai “colleghi” Ugo Dighero e Marcello Cesena dopo un paio di partecipazioni ai programmi di Serena Dandini Avanzi e Tunnel. Formidabile trasformista, dal 1998 al 2001 rese cult i personaggi di Arrigo Sacchi e Serse Cosmi, allenatore del Perugia che anche grazie alla sua imitazione divenne popolarissimo in tutta Italia.

Luciana Littizzetto

Al di là della conduttrice Simona Ventura, primo volto femminile in conduzione ma senza veri personaggi, la torinese è il primo comico-donna della storia di Mai Dire Gol. Presente dal 1998 al 2000, si fa notare per l'esuberante (eufemismo) Lolita e ripropone il personaggio della cassiera Sabbry, che le aveva già dato una prima notorietà a metà degli anni Novanta.

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Fabio De Luigi

Romagnolo di Santarcangelo, è uno degli ultimi arrivati della storia di Mai Dire Gol, diventando una colonna della successiva “transizione” a Mai Dire Domenica. Giovane comico pescato dal vivaio di Zelig, si affermerà con personaggi stralunati come il cantante confidenziale Olmo o l'Ingegner Cane che progetta il Ponte sullo Stretto di Messina.

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Paola Cortellesi

Presente dal 2000 al 2002, la romana Paola Cortellesi fu l'ultima (ma solo in senso cronologico) delle grandi scoperte di Mai dire Gol, che le consentì di mettersi in mostra anche per il suo talento canoro, con numerose imitazioni ed esibizioni con cantanti famosi.

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Le sigle

Un paragrafo a parte meritano le magnifiche sigle di Elio e le Storie Tese, anche loro diventate oggetto di culto anche al di fuori del mondo del calcio, con la partecipazione di moltissimi giocatori e allenatori che in quegli anni iniziavano ad allenare la propria autoironia. Difficile eleggere la migliore: abbiamo scelto “Sunset Boulevard”, sigla d'apertura dell'edizione 1993-94.

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