Il brunch migliore di Milano lo ha scoperto chef Borghese nel corso del suo viaggio tra i locali selezionati per la sfida di 4 Ristoranti. Conquista il titolo Matteo con il suo Hygge
La moda del brunch a Milano è sempre in auge, non a caso Alessandro Borghese ci ha portato alla scoperta di quattro locali da segnare in agenda e andare a visitare, sempre che già non li frequentiamo. Stiamo parlando di Hygge cha ha portato a casa la vittoria, Crazy Cat Cafè, Tenoha e il Piccolo Cafè & Restaurant.
Abbiamo intervistato il vincitore, Matteo Salcito che, insieme a suo fratello e sua cugina, ha aperto il locale in zona Porta Genova. Ecco cosa ci ha raccontato di questa sua avventura televisiva e umana.
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Come avete scelto il nome?
Il nome nasce da una intuizione di mio fratello. Avevamo ben chiaro lo stile, l'atmosfera e tutti gli elementi che avrebbero caratterizzato la nostra creatura. Ci mancava soltanto questo benedetto nome: Donato ha vissuto per un periodo ad Aarhus, in Danimarca ed è venuto in contatto con la filosofia Hygge. Quando ne abbiamo parlato è bastato pochissimo per renderci conto che quel nome calzava a pennello, e avrebbe incarnato perfettamente la nostra idea.
La vostra filosofia?
Abbiamo la necessità di far emergere tutte quelle cose di cui sentiamo la mancanza nella nostra quotidianità; ovvero prendersi un po' meno sul serio, puntare sull'ironia, prendersi in giro, fare le cose con il ritmo giusto, prendersi il tempo per riflettere accuratamente, fare dell'informalità una costante. Cercare, quindi, di trattare le persone con leggerezza, dare quel tocco di umanità e spensieratezza in più, che la vita di tutti i giorni non ci permette di coltivare in modo assiduo.
Da dove traete maggiore ispirazione ?
Dal desiderio di cambiamento e dai nuovi orizzonti, dalla curiosità di conoscere paesi la cui cultura si differenzia dalla propria, dall'importanza di esprimersi in un'altra lingua. Sono tante le inclinazioni che fanno parte di questa ispirazione che ad un certo punto abbiamo deciso di concretizzare dando vita ad un ambiente che esteticamente potesse dare la sensazione di respirare un clima internazionale, di prendersi il proprio tempo, e di poter fare in modo che i clienti percepissero l'informalità e l'autenticità attraverso le quali ci rivolgiamo a loro.
Il cliente ideale
Il cliente ideale è quello che spende tanti soldi (ride, n.d.r.), scherzi a parte, ci piacciono tantissimo le persone che si recano al locale in solitudine, scegliendo il posto ideale per poter trascorrere una mattinata intera o un pomeriggio a leggere, guardarsi intorno e vederli immedesimati perfettamente in quella filosofia in cui tanto crediamo.
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Tre qualità che fanno di un ristoratore, un buon ristoratore.
Per me sono quattro. Intuizione, viviamo in un periodo in cui la concorrenza è all'ordine del giorno, il mercato diventa saturo molto velocemente ed è fondamentale prevedere e capire cosa potrà funzionare, avere l'idea precisa al momento giusto. La tempistica, in quest'ottica, gioca un ruolo chiave. Al secondo posto, l’attitudine al problem solving: spesso ci si trova davanti a tanti problemi da risolvere, alcuni dei quali imprevisti. Credo sia necessario essere pronti a trovare soluzioni. Importante è poi l’immedesimazione: è necessario vedersi dall'esterno, come vorrei essere servito, cosa vorrei mangiare, che tipo di accoglienza mi aspetto, la musica giusta. Senza contare il rapporto con i dipendenti, il servizio alla clientela, la struttura del menù, la logistica, etc.
Se 4 Ristoranti fosse un piatto?
Sarebbe la ricetta delle nostre uova strapazzate e bacon del brunch. Corrispondono perfettamente, perché quella di 4 Ristoranti è stata un’avventura golosa, che ci ha riempito, un'esperienza dai forti sapori.
Progetti futuri
Il nostro futuro è il nostro presente. Hygge è fatto di quotidianità, di idee volte a migliorarci giorno per giorno. E' un’evoluzione che passa attraverso fattori quali l'attenzione, la pazienza, la gradualità...soprattutto in questo periodo dove la modernità accelera sempre più, dove sembra più importante imparare cose che servono, piuttosto che cose che aiutino a capire. Ciò che conta è l'esperienza nel suo farsi. D'altronde Hygge è proprio questo:” godersi il momento, con calma, che lì fuori è tutto molto veloce.