Dal laboratorio Tiri 1957 ad Acerenza, in provincia di Piacenza, alla conquista del mondo. Persino del Giappone. Non perdere gli "Artisti del Panettone", tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, alle 19.10 su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 311 o 11, continua a leggere e scopri i segreti del panettone di Vincenzo Tiri
Il Panettone di Vincenzo Tiri è unanimemente riconosciuto come uno dei migliori d’Italia. Sarà per la tripla lievitazione (una per ogni impasto per un totale di 72 ore di lavorazione), le scorze d’arancia di Tursi, gli ingredienti di estrema qualità, la tradizione tramandata da generazioni.
Poche parole e molti fatti Vincenzo, creatività controllata e massimo rispetto per le regole della grande pasticceria. Il suo must have è il classico. Non c’è bisogno di aggiungere altro. Scopri tutti i segreti nell'ottava puntata di "Artisti del Panettone" alle 19.10 su Sky Uno (canale 108) e su digitale terrestre al canale 311 o 11.
LEGGI L'INTERVISTA e scopri cosa ci ha raccontato Vincenzo Tiri
Come nasce la passione per la pasticceria?
Io sono nato tra il burro, lo zucchero e la farina. La mia infanzia profuma di dolci appena usciti dal forno. Non potevo fare null’altro e ne sono felice.
Che storia racconta la ricetta del suo panettone?
La famiglia e la tradizione. Non so spiegare il perché, ma per me il panettone classico rappresenta proprio lo stare insieme, i rapporti affettivi, l’amore, l’unione che lega le persone che si vogliono bene.
Cosa serve per diventare un maestro pasticcere?
L'amore. Dico l'amore perché la passione non basta. La passione passa, non è costante. L’amore, quello vero, è per sempre. Poi è indispensabile un pizzico di talento come in ogni professione.
Una qualità indispensabile e un difetto imperdonabile in cucina?
La sensibilità, la capacità di intuire, percepire, ascoltare gli odori, i profumi, le consistenze. Non è ammissibile, invece, la frettolosità. Quella è proprio inaccettabile.
Cosa deve ancora imparare un maestro del panettone sul panettone?
Il parametro è il lievito, che muta sempre. Domani non sarà mai com’è oggi. Per questo un pasticcere non può mai sentirsi arrivato al traguardo, ma deve continuare a correre.