The Loudest Voice, la recensione dell'episodio 3

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Leggi la recensione del terzo episodio di The Loudest Voice, in onda in prima tv per l'Italia ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic. - The Loudest Voice: il cast e i personaggi

The Loudest Voice, episodio 3: il recap

Con le elezioni presidenziali dietro l'angolo, Roger è dir poco ossessionato da Obama, che per lui è un socialista, un nemico del popolo. Per questo motivo, tramite Fox News Channel tenta attivamente di ostacolare la sua campagna prima, e il suo operato post-vittoria poi. Su ordine di Ailes, Brian Lewis fa fuori una "spia" che riferisce a Murdoch e ad altre fonti eterne informazioni riservate: o sei con Fox News, o sei contro, dunque sei un nemico. Gretchen Carlson, una delle figure di punta del canale, viene adocchiata da Roger, che intanto continua a tenere saldamente in pugno Laurie Luhn, in un rapporto a dir poco tossico e manipolatorio. Lei cerca di allontanarsi, ma lui, che la fa tenere sotto sorveglianza, non glielo permette. I rapporti tra Obama e Fox News sono a dir poco tesi, e il rifiuto di un incontro con Ailes viene inteso come una dichiarazione di guerra. Di conseguenza, la già tesa situazione tra Roger e Rupert si fa ancora più precaria: il primo vuole il completo controllo a livello editoriale, e farà di tutto pur di ottenerlo. Beth riceve in regalo il giornale locale di Garrison da suo marito: sarà lei a gestirlo, ma per permettere a lui di portare avanti la sua personale propaganda. Durante un evento a Warren, la sua città natale, in Ohio, Ailes fa un discorso decisamente nazionalista e promette che farà la sua parte per "Rendere nuovamente grande l'America."

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The Loudest Voice, episodio 3: la recensione

Siamo arrivati al 2008 e la terza puntata di The Loudest Voice si apre mostrandoci il figlio di Roger, ormai cresciuto, che dopo essere stato trattato malamente dal padre, riceve dallo stesso una lezione sul come issare e ammainare la bandiera americana fuori dalla loro casa. Il personaggio interpretato dal sempre più convincente Russell Crowe, infatti, è sempre più concentrato sulla politica, sul mettere in cattiva luce Obama e sugli ideali che quest’ultimo rappresenta. Il futuro presidente degli Stati Uniti ci viene mostrato in immagini originali dell’epoca, sulla scia della scelta, riuscita, di integrare nella narrazione filmati di repertorio, che avevamo già notato nelle puntate precedenti.

Il protagonista si trova quindi ad attraversare un periodo difficile, ma non è il solo. Infatti, anche sua moglie inizia a soffrire la vita di provincia e cerca di trovare un’occupazione, come l’associazione storica locale, nel piccolo paese dove di fatto il marito l’ha relegata.

Ma in questo episodio è anche un altro personaggio ad attirare la nostra attenzione. Rimasta in secondo piano fino a questo punto e comunque senza uscire troppo dall’ombra, l'assistente di Roger inizia a farsi sempre più spazio all’interno della vicenda. La donna compare e scompare, dando l’impressione di essere lei quella che ha veramente in mano la situazione. Roger, comunque, continua a muovere i fili di tutti i suoi burattini e porta avanti la relazione con Laurie Luhn, fatta di abusi e sottomissione, in cui la vittima inizia seriamente a vacillare, tentando di uscire da quella situazione che sta diventando insostenibile; lo vediamo dal disgusto che le provocano gli incontri con Roger e dai sensi di colpa manifestati nei confronti di sua moglie, quando viene freddata dall’uomo, che afferma che la sua famiglia è solo una parte di lui, per poi passare a darle un ordine utile ad appagare le sue perversioni. Grazie al sapiente montaggio vediamo la differenza tra ciò che la donna prova veramente, cioè il disgusto estremo e la sensazione di essere in trappola, e l’immagine pubblica che deve mantenere, anche parlando molto bene del suo capo, cosa che pare fare anche per convincere sé stessa.

Questa è anche la puntata in cui i rapporti tra Ailes e Murdoch si fanno ancora più tesi e in cui fa la sua prima comparsa Gretchen Carlson, che ci viene mostrata come una donna in carriera molto intraprendente che crede di essere apprezzata da Roger, che in realtà di lì a poco rivela le sue intenzioni di predatore spietato e senza scrupoli. Durante la serata in cui compare la ex Miss America, ci viene mostrata anche, in modo molto preciso, la doppia natura del protagonista, che da una parte elogia la moglie pubblicamente, dando l’impressione di essere un marito amorevole e poi dà l’ordine di sorvegliare Laurie, forse perché teme che possa parlare, o più probabilmente per il suo bisogno di averla in pugno. Ancora durante la serata si verifica un aperto affronto da parte di Murdoch nei confronti di Roger, infatti il primo ringrazia sua moglie per il successo di Fox Business Network, mentre Roger si aspetta che i ringraziamenti siano rivolti a lui. Questo atteggiamento di Murdoch induce Roger ad accettare l’invito dall’associazione dei veterani della sua città natale, che aveva sempre rifiutato, per mostrare al figlio la “vera America”.

La puntata ambientata nel 2008, però, è prima di tutto un countdown per le elezioni, che vedranno vincere Obama, con Murdoch che viene portato sempre più a sinistra dalla moglie e Roger che sostiene che la donna gli stia facendo il lavaggio del cervello. Obama è decisamente al centro della puntata e ad un certo punto sembra anche che stia per comparire. Il suo invito per incontrare Roger, però, si rivela presto una trappola di Murdoch per dirgli che sta oltrepassando il limite e serve un compromesso, che lui ha già fatto con Obama. Qui un’altra bella operazione di montaggio ci mostra da una parte la rabbia per la sconfitta di Roger e dall’altra il disgusto di Laurie, quasi a suggerire che lui sfoghi su di lei anche la sua frustrazione. Il rapporto tra i due è ormai di sottomissione totale da parte della donna, per cui la situazione sta diventando insostenibile, tanto da costringerla a prendere degli psicofarmaci.

Anche un’altra donna, come dicevamo, sta però passando un periodo non facile, seppur su un livello differente. Beth, infatti, ci viene mostrata durante un pranzo con Judy, l'assistente del marito, e la sentiamo manifestare il bisogno di tornare a lavorare. Una situazione che viene risolta in un baleno dalla fidata assistente che, senza battere ciglio, comunica a Roger che la moglie ha bisogno di lavorare. La sensazione è che lo faccia per salvaguardare lui, che se la moglie continuasse a stare a casa potrebbe avere un problema in più da gestire. Questo avvenimento costituisce un ulteriore elemento di sospetto sul vero ruolo che la donna ricopre nella storia, sostenuto dalla scena in cui la vediamo con in mano le chiavi di un armadio pieno di documenti nell’ufficio di Ailes, come a simboleggiare che sia lei ha possedere le chiavi di tutta la vicenda.

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Come dicevamo, però, il centro della puntata sono le elezioni presidenziali e l’elezione di Obama costituisce una vera sconfitta per Roger, che capisce di non poter pilotare tutto. Dopo la notizia dell’elezione del nuovo presidente, l’uomo incontra Laurie e ancora una volta il montaggio diviene il mezzo per rivelare informazioni in modo velato. Questa volta ci viene mostrata Judy mentre avvisa Beth che il marito farà tardi concludendo la scena abbassando la cornetta del telefono e subito dopo vediamo Roger che alza dal tavolo la telecamera con cui riprende solitamente Laure, seduto quasi specularmente alla segreteria nella scena precedente. L’atteggiamento freddo e distaccato della segretaria fa pensare che lei sia al corrente di tutto, ma anche che forse c’è qualcosa di più che a questo punto non riusciamo a individuare.

Il protagonista torna quindi a casa a notte fonda e comunica alla moglie l’intenzione di comprare il giornale locale del paese in cui vivono. Una mossa che leggiamo sicuramente come un modo per cercare di fare qualcosa per l’America, che considera in pericolo dopo l’elezione di Obama, dato che secondo lui non dà le notizie veramente importanti, ma anche per tenere occupata la moglie, come gli era stato suggerito da Judy. La gioia e la dichiarazione d’intenti quasi infantile della donna nel dire che insieme al marito combatterà per un’America migliore fanno tenerezza, ma qualcosa di vero nelle intenzioni di Roger c’è e infatti successivamente lo vediamo mettere al suo posto Murdoch, facendosi dare il completo controllo editoriale di Fox News accusandolo di non avergli fatto fare tutto il possibile per spiegare chi fosse veramente Obama ai cittadini.

La conclusione della puntata è incentrata sulla visita alla città natale di Roger, Warren, ed è fatta di momenti piacevoli da osservare, come la visita alla casa dove è cresciuto, a cui sembra che lui tenga davvero e dentro alla quale approfitta per dare una lezione al figlio: “non fidarti di nessuno.” Così come, proprio nella stessa stanza, aveva fatto suo padre. La visita ci mostra la perfetta dissociazione messa in atto dall’uomo che è in grado di separare nettamente la vita di padre di famiglia e marito amorevole da quella di perverso abusatore, che sta mandando fuori di testa la sua vittima, che vediamo provare a scappare e accorgersi di essere sorvegliata. Il comizio a Warren su quello che ha imparato in quel luogo e suoi valori dell’America è una bella scena, in pieno stile americano. È qui che riecheggia la frase sul rendere di nuovo grande l’America, che ci porta direttamente e inevitabilmente al “Make America great again” di Donald Trump, che, infatti, tra non molti anni entrerà in scena in politica.

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