Da Roma alla Calabria, alla ricerca della verità: mentre Votta scopre qualcosa di più sulle origini della Madonnina piangente, il premier Pietromarchi si trova tra l’incudine e il martello. A casa, infatti, il rapporto con la moglie non è proprio idilliaco, e per quanto riguarda il lavoro le cose vanno anche peggio, se possibile. Scopriamo che Marcello è malato, ma che è anche profondamente convinto che il miracolo sia arrivato a lui per un motivo preciso, e vediamo Sandra alla ricerca di risposte dopo la morte improvvisa della madre. Arrivano poi anche i risultati dal laboratorio di Phoenix: a chi appartiene il volto del sangue? Leggi la recensione degli episodi 3 e 4 de Il Miracolo, la serie evento di Niccolò Ammaniti, in onda su Sky Atlantic ogni martedì alle 21.15
Il Miracolo, la recensione e la trama del terzo episodio
Il terzo episodio de Il Miracolo si apre in Calabria, e riprende le fila di quanto abbiamo visto nel prologo del secondo. La misteriosa morte della piccola Beatrice ha toccato tutta la comunità. Salvo tenta di proteggere il figlio, considerato colpevole praticamente da tutti, ma alla fine non può fare altro: lui lo sta aspettando.
Torniamo a Roma. Votta va nuovamente in carcere nel tentativo di far parlare Molocco, ma si trova davanti uno spettacolo piuttosto cruento: il boss, infatti, si è ucciso staccandosi a morte la lingua. Per tentare di scoprire da dove arriva la misteriosa Madonnina piangente non rimane altro da fare che andare personalmente alla ricerca di informazioni. Il Generale si mette dunque in viaggio, destinazione Calabria. Prima di partire, però, dice a Sandra di inviare un campione di sangue a Phoenix: è ora di fare luce come si deve su questo mistero.
In Calabria, in un posto che rispetto a Roma sembra un altro mondo, Votta chiede informazioni alla gente, al prete, a degli uomini in un ristorante. Il parroco gli risponde che in quel posto ci sono “tante madonne quanti peccatori!”, ma lui non demorde, e alla fine, dopo svariati bicchierini, riesce a farsi portare in giro a visitare le varie nicchie votive alla ricerca della "Madonna dei Botesan". Che, a quanto pare, è stata rubata. Dopo una serie di nicchie piene, finalmente ne trova una vuota…e sul piedistallo ci sono delle macchie scure che sembrano proprio macchie di sangue… Votta prende un campione, lo avvolge in un fazzoletto e lo mette in tasca: che sia finalmente sulla pista giusta?
La madre di Sandra è morta. C’è qualche connessione con il fatto di aver ingerito il sangue della Madonna, o si tratta di morte naturale? Quando riesce ad aprire il pugno serrato della donna, l’ematologa osserva stupita la mosca ancora viva che vola via: ma che diamine?? Tra i visitatori della defunta c’è anche la ex compagna di Sandra, Amanda, che di lavoro fa l’anatomopatologa. Infatti il personaggio di Alba Rohrwacher le chiede di effettuare l’autopsia, giusto per togliersi ogni pensiero. Lei acconsente, ma non trova nulla di strano: sua madre è morta a causa dell’aggravarsi della sua malattia. Sandra non riesce ad accettarlo, non può: per gli ultimi dieci anni della sua vita sua madre è stata il centro di ogni suo giorno e di ogni suo pensiero, al punto da oscurare ogni cosa. Anche Amanda e il suo amore. E ora non è rimasto niente. Ora c’è solo il lavoro. Ora c’è solo la Madonnina che piange. C’è da preparare il campione da spedire a Phoenix. C’è da fare luce su un mistero.
E’ il compleanno di Fabrizio, ma la giornata si preannuncia densa di eventi e di sfide. Si parte con un incontro mattutino con Marcello, che gli conferma che quello è un miracolo, ne è sicuro. Il personaggio di Guido Caprino è scettico, secondo lui il prete è solo vittima della suggestione. L’ultima parola spetta alla scienza: se non troverà una spiegazione, allora sarà confermata la natura divina del fenomeno. Marcello però è sicuro della sua posizione: c’è un motivo per cui quella statuetta è arrivata fino a loro. E’ un segno.
Mentre Marisa tiene testa al Ministro degli Interni, furioso perché Votta non gli risponde per rendergli conto su Molocco e furioso con Fabrizio, da cui si sente ignorato, Pietromarchi si prepara per l’ultimo dibattito in tv prima del referendum che decreterà le sorti dell’Italia, in Europa o fuori dall’Europa. Peccato che poco prima della messa in onda arrivi la notizia di una tragedia, la caduta di una funivia. Il discorso in tv di Fabrizio è pieno di metafore, ma la domanda finale è quella che conta: siamo pronti ad affrontare gli abissi?
La visione della funivia caduta turba profondamente Fabrizio. La sera, arrivato a casa, ha un’accesa discussione con la moglie, che ha organizzato una festa a sorpresa per il suo compleanno. Tra i due ormai c’è una distanza incolmabile, non riescono più a comunicare.
A proposito di Sole. Il personaggio di Elena Lietti passa la giornata a organizzare il party per il compleanno del marito e a umiliare Olga. Sole è furiosa perché ha scoperto che sul suo terrazzo in un vaso c’è seppellita una cornacchia morta, e che è stata la tata polacca a farla seppellire ai suoi figli. Ma perché, per quale folle motivo?? La risposta di Olga è tanto semplice quanto spiazzante: perché sono i vivi che devono prendersi cura dei morti. La sera, dopo la festa, la first lady seduce il consorte, e i due si ritrovano a fare sesso in cucina, vicino alla stanza della tata. Ecco l’ennesima umiliazione, ecco l’ennesimo insulto a lei, alla sua fede, alla sua stessa esistenza, che non potrebbe essere più diversa da quella di Sole.
Chiudiamo con Marcello e Clelia, che nella rosa dei personaggi bizzarri della serie sono rispettivamente al primo e al secondo posto. Lei, già nervosa per un problema di lavoro, va dalla madre di lui e le dice la verità sulla missione in Africa, cioè che non esiste. Già che c’è, però, si toglie anche un altro sassolino dalla scarpa, e dice alla donna ciò che pensa: che è tutta colpa sua se Marcello l’ha lasciata. Lui era confuso, era solo un ragazzo che non sapeva che strada prendere, e alla fine stato a causa delle sue pressioni se ha deciso di chiudersi in seminario.
Il personaggio di Tommaso Ragno, intanto, si ritrova ad affrontare le conseguenze della visione del miracolo. Inizialmente si sente un uomo nuovo, si sente rinato, sente la fede sgorgare nuovamente dentro di lui. Quando alla sua porta si presenta la ragazza drogata che abbiamo visto nel primo episodio, non cede alla tentazione, resiste alle sue avanches in cambio di soldi. Semplicemente le dà qualche spicciolo e poi la manda via. La forza d’animo però non dura molto.
Va da una vicina che ha un bambino che piange da ore, e tenta di calmare il bambino tenendolo in braccio. Il piccolo, però, gli rigurgita del cibo su una spalla, così Marcello va in bagno per pulirsi. Lì cade nuovamente in tentazione, e sniffa un paio di mutande trovate nel cesto della biancheria sporca. Perché Dio non lo aiuta, perché non è con lui a dargli la forza necessaria? Si reca in confessionale, chiede al prete se si tratti di prove, o se davvero Dio lo ha abbandonato e ora è condannato a quella sofferenza infinita. Quello è dunque l’inferno?
Disperato, Marcello va dal malvivente a cui deve dei soldi e si ribella, ma viene pestato e buttato giù da una rampa di scale. E’ Clelia a trovarlo e a portarlo in ospedale. Che lei sia il suo angelo custode, dopotutto?
Il Miracolo, la recensione e la trama del quarto episodio
Nuovo episodio, nuovo prologo calabrese. Per Salvo è arrivato il momento di andare da lui, da Molocco. Dunque siamo dentro un flashback, prima dell’arresto del boss. Dalle parole di Molocco scopriamo che Salvo non è suo fratello biologico, ma che è stato adottato. Il loro legame, però, è sempre stato strettissimo, al punto che lui è disposto a perdonarlo. Ma solo se ucciderà suo figlio. Solo che proverà quello che ha provato lui sapendo della morte di Beatrice.
E’ il quarto giorno, e la statuetta continua a piangere. Votta, che è tornato dal suo viaggio e che continua a fumare nonostante i suoi problemi di respirazione, viene informato del pestaggio ai danni di Marcello. E’ evidente che non ci si può fidare di quell’uomo, che bisogna tenerlo d’occhio. Il Generale consegna il reperto da far analizzare a uno dei suoi uomini, e la scienza gli darà ragione: il sangue è lo stesso. La Madonnina arriva dunque da lì.
Dopo un sogno piuttosto inquietante – un bar elegante, un uomo anziano in canottiera, sporco e disgustoso, che mangia con le mani, e un’infinita collana di caramelle che le esce dalla bocca –, Sole si sveglia. Al suo fianco c’è suo marito. Gli racconta della cornacchia morta e seppellita nel vaso, gli dice che non vuole quella donna fanatica, Olga, vicino ai suoi figli, ma lui ribatte che è stata scelta dallo staff, e che non può mandarla via per motivi religiosi.
La first lady non riesce proprio a sopportare la tata polacca, ma allo stesso tempo è incuriosita dal suo comportamento, dalla sua fede incrollabile. E’ il giorno libero della ragazza, che deve andare a fare i suoi “esercizi spiriturali”, ma Sole decide di seguirla di nascosto. Dopo un rocambolesco inseguimento in auto – scopriamo infatti che il personaggio di Elena Lietti è un’ex campionessa di rally – ecco la meta: uno strano centro dove si trova una enorme sfera di vetro dentro la quale ci sono alcune persone, tutte vestite con una divisa rossa, che cantano. Tra queste c’è anche Olga.
Una solerte addetta all’accoglienza spiega a Sole che si tratta di un “inno alla grazia di nostro Signore”, che nel 1917 un prete del Montenegro iniziò a cantare, che cantò fino al giorno della sua morte, e che da quel momento il canto non si interrompe mai. Una sorta di staffetta della fede. Ma cosa invocano questi zelanti fedeli? Il secondo avvento. Sole è basita, ma la donna di fianco a lei non ha dubbi: se è arrivata fin lì un motivo c’è. La sfera l’aspetta.
Sole scappa letteralmente da quel posto bizzarro, e va a prendere i figli a scuola. Insieme a loro si reca al centro commerciale per acquistare un abbattitore dove sistemare la carne macellata da poco. Viene avvicinata da una donna che l’ha riconosciuta e che le chiede aiuto per il padre. La first lady ovviamente risponde che non può farci niente, e l’altra ci rimane male, al punto da mandarla a quel paese dicendole “L’abbattitore sta là, abbattitece, stron*a!” Peccato che intanto Sole abbia perso di vista i figli. Li ritroverà di lì a poco, ma la sfuriata che farà a Carlo e lo schiaffo che darà ad Alma verranno ripresi dalla donna di prima, e finiranno online, dove diventeranno virale. Ops.
Marcello si risveglia in ospedale con un braccio bendato. Crede di vedere la donna delle pulizie, una signora non proprio di primo pelo e non proprio filiforme, completamente nuda. Ovviamente si tratta di un’allucinazione. Scopriamo che il prete è malato, che ha una malattia neurologica degenerativa, e che le medicine che sta prendendo in realtà sarebbero fuori commercio a causa degli effetti collaterali.
Clelia va a trovarlo, ma non lo trova. Lui non è più lì. Va a parlare con una dottoressa, che le conferma che sessopatia, ludopatia e altre cose poco piacevoli dipendono effettivamente dal farmaco. Prendere le medicine significa contrastare gli effetti della malattia – tremori, perdita di memoria, demenza e aspettativa di vita ridotta –, ma significa anche essere preda di quegli impulsi. Clelia sta forse pensando di togliere il farmaco al suo amato Marcello?
Fabrizio è sconvolto quando Votta lo informa della doppia vita del personaggio di Tommaso Ragno. E’ un problema avergli mostrato la statuetta, non ci si puù fidare di lui. Intanto, però, bisogna affrontare il Ministro degli Interni. La discussione è animata, i due non si piacciono. “Se cado io, cadi anche tu”, sputa Pietromarchi, ma l’altro ribatte “La gente lo sente che non sei uno di loro. Ecco perché stai sul cazzo. Non sei amato Fabrizio”. Fabrizio risponde a tono, ma il colpo è stato affondato.
Sono arrivati i risultati delle analisi da Phoenix. Sandra chiede ad Amanda di occuparsi del funerale della madre per conto suo, e poi si dirige immediatamente al laboratorio. Il proprietario del sangue ha gli occhi marroni, è di etnia caucasica, ha i capelli castano scuro e ricci, non ha malattie genetiche. E per la modica cifra di 99 dollari è possibile vedere il fenotipo, ciò il modo in cui i geni si esprimono. Insomma, il volto.
L’ematologa ragguaglia il Generale e chiede il permesso per procedere, ma lui prende tempo: non spetta a loro una decisione del genere, spetta al Primo Ministro. Ma “siamo pronti a svelare un mistero del genere?”, si chiede Votta.
E alla fine il premier sceglie di vedere questo volto determinato all’80% dai geni e al 20% dall’ambiente. La riproduzione digitale del visto però non à l’illuminazione sperata: quella faccia potrebbe essere di chiunque, non ha nulla di particolare. Ad ogni modo, bisogna avvisare chi di dovere. Inoltre, aggiunge Votta, c’è il problema dello stoccaggio del sangue.
La soluzione arriva inaspettatamente da Sole e dal suo desiderio di acquistare un abbattitore. In realtà Fabrizio è furioso perché ha appena saputo da Marisa del video virale con protagonista la scenata al centro commerciale della moglie, ma ha anche un’intuizione non da poco: e se la statua venisse congelata?
Torniamo a Marcello. Dopo essersi auto dimesso, chiama Fabrizio, gli dice che quella Madonna è potente, che salverà tutti…e tutti lo sentono, visto che si trova in strada. Il prete torna alla sua parrocchia, si prepara per la messa, ma viene fermato dal suo vice: è stato sospeso. Marcello reagisce staccando la croce dal muro e uscendo dalla chiesa gridando ai fedeli “Chi è con lo spirito santo mi segua!”, ma nessuno lo segue.
Lo ritroverà nuovamente Clelia, che intanto ha cucito qualcosa nella sua giacca, forse un localizzatore gps. Lei gli dà le medicine, lui le rifiuta: il Signore gli ha dato quel calvario, gli ha dato quella missione, lui ha visto la luce. Ma quanto possiamo essere sicuri che non sia la malattia a parlare?
L’episodio si chiude sulla schermata del pc dove fluttua il volto ricostruito digitalmente del possessore del sangue che sgorga dagli occhi della Madonna. Effettivamente non si nota nulla di particolare…a parte che sta facendo l’occhiolino…