Comma 22: 5 cose da sapere sul libro da cui è stata tratta la serie TV Catch-22

Serie TV

Fabrizio Basso

Catch-22, la serie diretta e prodotta da George Clooney che debutterà su Sky Atlantic il 21 maggio alle ore 21.15, è tratta da un romanzo del 1961 di Joseph Heller. Lo ho letto e vi racconto in 5 punti perchè ha un suo...perché! Ecco 5 buoni motivi per non perdere la serie.

(@BassoFabrizio)

L'origine è la critica alla guerra. Ma siccome a parole sono buoni tutti, Joseph Heller ha utilizzato quell'arma bianca meravigliosa (e non per tutti) che si chiama ironia. Oppure sarcasmo. Catch-22, la serie con George Clooney che debutterà su Sky Atlantic il 21 maggio alle ore 21.15, è tratta dall'omonimo romanzo del 1961 dello scrittore ed è ambientato durante la seconda guerra mondiale sull'Isola di Pianosa, dove un reparto di aviatori americani è di base. 

La storia è autobiografica, almeno in parte, in quanto fa perno sulle esperienze personali dello stesso Heller, aviatore nelll'Usaf nel secondo conflitto mondiale. Gli aviatori sono impegnati in rischiose missioni di bombardamento a bordo degli auerei B-25 Mitchell. Il livello di stress è alto ed è proporzionale al numero delle missioni. Il più stressato è il capitano Yossarian, a cui vengono affidate sempre più missioni. Cosa che non fa altro che allontanare il congedo. Ago della bilancia dei malumori sono l'ambizione e il cinismo del comandante, il colonnello Cathcart. Yossarian è il volano intorno al quale si muove un gruppo di figure strampalate, che la guerra ha reso più strane della loro stessa natura.


Catch 22, il cast della serie TV con George Clooney

Catch-22, la trama della serie TV con George Clooney

 

5 SPUNTI PER LEGGERE COMMA 22 E, OVVIAMENTE, PER VEDERE CATCH-22


1 - Il clima di attesa che si respira nella base, l'incertezza sul numero delle missioni per ottenere l'agognato congedo accentua l'insofferenza, le manie e la perfidia delle truppe. Frequenti i parallelismi con situazioni che si verificano nella base e altre che invece hanno il loro epicentro in missione.

2 - I dialoghi sono a tratti claustrofobici. Per anche tre pagine si gioca sull'equivoco, sul calambour. Eppure questa circolarità di parole non diventa mai noiosa. Heller in alcuni momenti della narrazione è abilissimo nel tenere il lettore inchiodato alle pagine ricorrendo a pochissimi termini. In una parola fa letteratura dell'assurdità.

3 - La scelta di non seguire un ordine cronologico ti fa sentire in missione con loro. E' come trovarsi in un vuoto d'aria. Basti dire che uno dei paragrafi più intensi, quello forse intorno al quale ruota gran parte della vicenda, Heller la pone al penultimo capitolo: i vari capitoli sono disposti disordinatamente, e coinvolgono il lettore in un vorticoso gioco di spostamenti temporali.

4 - L'asse rotatorio della vicenda restano Yossarian e il suo trauma. Il capitano ha assistito alla morte di un membro dell'equipaggio del suo bombardiere in occasione di una missione, ma questo evento destabilizzante è posto dall'autore alla fine proprio per evitare elementi narrativi di disturbo. E qui sta il tocco di classe, perché questa morte continua costantemente a ripresentarsi e a essere condizionante.

5 - Il libro di Joseph Heller ha generato parecchi cloni anche se non tutti diretti. Chiamiamoli figli inattesi. Uno, molto vicino a noi perché Bologna è spesso citata nel romanzo, riguarda alcune citazione riportate da Bonvi, alias Franco Bonvicini, nelle sue strisce di Sturmtruppen. Questo è un motivo in più per leggerlo, anche se in alcuni passaggi può risultare ostico: il motivo è che spesso la traduzione è ardua su dialoghi serrati e con un alto tasso di ironia. Per chi vuole allentare la pressione senza distaccarsi dalle parole di Heller...può mettere in sottofondo le musiche di una band ska-punk a stelle e strisce che si chiama proprio Catch-22.

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