Stranger Things 5, la presentazione dell'ultima stagione a Lucca
Serie TVI creatori della serie Matt e Ross Duffer e i membri del cast Finn Wolfhard, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin e Noah Schnapp ospiti del grande evento inserito nel programma dell'area Movie per il primo incontro di lancio ufficiale in tutto il mondo
A Lucca Comics & Games 2025 è arrivato il grande giorno di Stranger Things. La quinta stagione della serie Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite app su NOW Smart Stick) creata dai fratelli Matt e Ross Duffer si presenta in anteprima mondiale nel centro della città lucchese, con un incontro al Teatro del Giglio Giacomo Puccini condotto dal direttore della rassegna Emanuele Vietina alla presenza dei creatori dello show e di quattro membri importantissimi e storici del cast: Finn Wolfhard (Mike), Gaten Matarazzo (Dustin), Caleb McLaughlin (Lucas) e Noah Schnapp (Will). Un evento inserito nel programma dell’area Movie a cura di QMI che ha visto i protagonisti della quinta e ultima stagione, in arrivo il 27 novembre, abbracciare il pubblico prima sul red carpet, poi nella centralissima piazza San Michele, dominata dal gigantesco Vecna che introduce il pubblico al padiglione dedicato alla serie.
Come è nato il finale
“Sapevamo già sette anni fa come sarebbe finita la serie e abbiamo iniziato a lavorare alla quinta stagione partendo dagli ultimi 40 minuti dell’ultimo episodio – ha svelato Matt Duffer - perché se non fossero stati perfetti, tutto il resto della serie non lo sarebbe stata. Poi tornando indietro abbiamo creato gli altri episodi”. Il gemello Ross ha aggiunto: “Non si è trattato solo di scrivere l’evoluzione di storia e personaggi ma l’ultimo episodio riflette tutto il viaggio fatto insieme, è un po’ un addio a tutti quanti. Scrivendolo abbiamo capito quali emozioni speriamo di suscitare nel pubblico e che possano essere sentite nel profondo”.
Approfondimento
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L'evoluzione dei personaggi secondo gli attori
Gli attori hanno parlato dei personaggi che hanno interpretato per 10 anni, crescendo con loro, e della loro evoluzione: “Penso che Mike si sia evoluto in molti modi come fanno di solito i ragazzi, ma in circostanze strane e disturbanti – ha detto Finn Wolfhard -. In parte è un’evoluzione che riflette le nostre vite, non abbiamo combattuto dei mostri ma abbiamo avuto un’infanzia decisamente poco ortodossa, essere stati insieme ci ha aiutati. In questa stagione Mike cercherà di tenere il gruppo unito e di essere un leader da quel punto di vista”.
Gaten Matarazzo ha espresso tutta la sua gratitudine per aver potuto interpretare Dustin nel corso delle cinque stagioni della serie: “Devo ringraziare Matt e Ross perché hanno posto sfide sempre più difficili davanti a lui e credo di riuscire meglio quando mi trovo sotto pressione – ha detto -. Per lui è stato un inizio difficile, tutti i personaggi attraversano il dolore e la perdita, e in questa stagione si sentono per la prima volta persi e spaventati”.
Caleb McLaughlin ha spiegato: “Penso che Lucas sia diventato un personaggio complesso. Nella prima stagione stava un po’ sulla difensiva, era scettico, nella quinta si chiude il cerchio, scopre chi è, diventa un personaggio più sensibile grazie anche a Max”. L’attore ha poi fatto una riflessione sul significato del Sottosopra per l’evoluzione della storia e dei personaggi: “Nella prima stagione Joyce (il personaggio interpretato da Winona Ryder, ndr) ci diceva che era qualcosa di sbagliato, non sapevamo cosa fosse ma che esisteva nella nostra testa, e nella quinta stagione Lucas diventa un personaggio molto più forte dopo aver affrontato questi demoni”.
Noah Schnapp ha parlato così di Will: “La sua evoluzione in particolare risuona molto dentro di me. Ha affrontato moltissimi problemi, come accade nella vita reale, dove una persona non viene definita da un solo problema. I Duffer sono stati geniali in questo, inserendo lotte personali in varie stagioni: un padre abusante, l’abbandono degli amici, traumi che poi vengono riportati nel Sottosopra. Sono felice di come si chiude il ciclo di Will perché trova la sua voce e capisce che va bene essere chi si è veramente”.
I momenti indimenticabili sul set
Il viaggio di 10 anni, per loro, si è concluso con l’ultimo ciak, mentre il pubblico dovrà aspettare il 27 novembre per i primi 4 episodi, il 26 dicembre per il Volume 2 e la notte di Capodanno per il gran finale. E allora, è tempo di bilanci. Per Ross Duffer “la scena del cuore è la prima mai girata, quella coi ragazzi che giocano a Dungeons & Dragons. Io e Matt non avevamo avuto grandi successi prima, eravamo nervosi, prendere questi ragazzini e metterli in scena mi ha rimandato anche alla mia infanzia”. Per Matt i momenti indelebili, da portarsi dietro tutta la vita, sono “il primo e l’ultimo giorno di riprese”.
Anche Finn Wollfhard è molto legato agli ultimi ricordi sul set: “L’ultima scena che abbiamo girato tutti insieme è la cosa più speciale che sia mai accaduta nella mia vita”, ha detto. Poi ha raccontato un aneddoto legato alla terza stagione: “Nel centro commerciale, tra le scale mobili, c’era un vero scivolo che noi utilizzavamo tra le varie scene anche se Matt e Ross ci avevano detto di non farlo. Poi Maya (Hawke, interprete di Robin, ndr) lo ha fatto durante le riprese anche se non era in sceneggiatura e la cosa è rimasta”.
Gaten Matarazzo ha pochi dubbi: “La prima scena nello scantinato è la più importante per le nostre carriere. Sono felice che i Duffer abbiano ricordi positivi di quel momento perché eravamo un gruppo di ragazzini difficili da gestire, a un certo punto ho pensato che tutta la troupe ci odiasse, ma quella scena ha dato il via a tutto”.
Per Caleb McLaughlin la stagione più importante, invece, è stata la quarta: “La storyline di Lucas si è intrecciata con la mia realtà in un modo che mi ha fatto pensare che Matt e Ross Duffer stessero guardando la mia vita. Era un periodo in cui cercavo di trovare me stesso, cambiare il modo in cui agivo, provare cose nuove e come attore e persona la quarta stagione mi ha aiutato ed è stata decisiva”.
Particolarmente toccante e personale il ricordo di Noah Schnapp: “La prima volta che dovevo girare una scena di pianto sentivo molta pressione. Ho mandato un messaggio a Winona per chiederle aiuto e proprio da poco ho riletto la sua risposta: è stata così gentile, mi ha invitato nella sua roulotte per parlarmi, ed era così con tutti, non solo con me. Mi ha spiegato che quando deve piangere in scena tiene la mano aperta per sentirsi più vulnerabile, ascolta musica… ci ha reso le cose molto più semplici ed è stata una persona fondamentale per me, una seconda madre”.
Stranger Things e la nostalgia
E se Stranger Things ha in qualche modo dato il via al revival nostalgico degli anni ’80, assicurano Matt e Ross Duffer, la cosa non è stata intenzionale: “Volevamo catturare le sensazioni che provavamo noi da ragazzini, coi nostri amici, le storie con cui siamo cresciuti”, ha spiegato Ross. E Matt ha aggiunto: “Spero che lo show non venga associato a una romanticizzazione degli anni ‘80. Quando abbiamo iniziato a lavorarci erano anni in cui tutto era più oscuro e cinico, volevamo riportare il pubblico ad atmosfere diverse, e visto che i nostri fan sono molto giovani e non conoscono gli anni 80 abbiamo pensato di riportarli a questo. E ha funzionato perché si parla di valori universali, siamo outsider che parlano ad altri outsider”.