Addio a Malcolm‑Jamal Warner, il Theo de I Robinson che ci ha insegnato a crescere

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Giuditta Avellina

Giuditta Avellina

©Getty

L’attore americano è tragicamente scomparso il 20 luglio 2025 a 54 anni durante una vacanza in Costa Rica. Trascinato da una forte corrente mentre nuotava a Playa Cocles, è deceduto per asfissia dopo il recupero da parte dei soccorsi. Tra i suoi successi, una nomination agli Emmy (1986), un Grammy nel 2015 e il podcast Not All Hood. Lascia moglie e figlia, le famiglie di tutto il mondo lo consideravano un fratello maggiore

L’attore che fu Theo ne I Robinson è morto a 54 anni in Costa Rica. Ma quel volto non è mai invecchiato nei ricordi di chi ha imparato a guardare la tv, e il mondo, anche attraverso di lui. Malcolm-Jamal Warner è morto a 54 anni, annegato nelle acque dell’oceano Atlantico, mentre era in vacanza con la famiglia in Costa Rica. È successo a Playa Cocles, un luogo selvaggio e sereno, dove il tempo sembra fermarsi. Lui, invece, era tutto movimento, anche nella calma. La notizia ha scosso milioni di persone nel mondo: Malcom -Jamal non era solo un attore. Era Theo Huxtable, il figlio della porta accanto, il fratello maggiore che tutti avremmo voluto, il volto di una tv che insegnava senza predicare. E che, in lui, aveva trovato la sua più tenera verità.

Il ragazzo dei Robinson: un simbolo silenzioso

Quando The Cosby Show (da noi I Robinson) debuttò nel 1984 sulla NBC, fu rivoluzione culturale. Una sitcom afroamericana che non parlava solo di razzismo, ma soprattutto di amore, di famiglia, di quotidianità. Un medico e un’avvocata, cinque figli, una casa piena di confusione, battute e valori.

Theo era il secondo figlio, il più autentico. Quello che sbagliava, ma sempre con una luce di redenzione nello sguardo. E Malcolm-Jamal Warner lo interpretò così bene da diventare, nel tempo, un simbolo silenzioso di rappresentazione positiva, in un’America che faticava ancora a dare spazio a voci nere non stereotipate. Aveva solo 14 anni quando fu scelto per il ruolo. Ma già allora si vedeva in lui un’intelligenza emotiva rara, che ha poi attraversato tutta la sua carriera. Warner ha incarnato Theo con umanità, ironia e naturalezza, restituendo un’immagine diversa, profonda, di cosa potesse essere un adolescente nero in tv. 

Dopo i riflettori: musica, teatro, parola

La carriera di Malcolm-Jamal Warner non si è fermata ai Robinson. Ha recitato in decine di serie (tra cui Malcolm & Eddie, The Resident, Suits, Community, American Crime Story) e ha portato avanti una ricca attività musicale, legata al jazz e alla spoken word. Nel 2015 ha vinto un Grammy Award per una collaborazione con Robert Glasper e Lalah Hathaway. Ma è stato anche regista, poeta, attivista per la salute mentale nella comunità afroamericana. Il suo podcast Not All Hood, lanciato nel 2023, ha dato voce a storie difficili e necessarie, trattando temi come trauma, identità e terapia con delicatezza e verità. Malcolm non ha mai inseguito il gossip, la ribalta facile o l’effimero. La sua era una fama diversa: più intima, più riconoscibile in chi cercava un modello normale, accessibile, autentico.

Una morte che lascia scoperta l’infanzia

C’è qualcosa di profondamente strano nella morte di Malcolm-Jamal Warner. Non solo perché arriva inaspettata ma perché porta via con sé un pezzo di memoria collettiva: quella dei pomeriggi davanti alla tv, dei dialoghi che insegnavano senza urlare, della prima volta in cui vedemmo una famiglia nera che sembrava la nostra.

Per chi è cresciuto tra gli anni ’80 e ’90, Theo non era un personaggio: era parte di casa. Malcolm era parte della nostra crescita. E anche se da anni aveva preso altre strade artistiche, quel volto non è mai invecchiato nei ricordi. Non importa se nel frattempo il mondo è cambiato: Warner resterà per sempre lì, in maglietta larga e jeans, a sorridere davanti al frigorifero aperto, tra un rimprovero e una carezza di papà Cliff.

L’eredità sottovoce di un gigante gentile

In un mondo che celebra l’eccesso e la visibilità, Malcolm-Jamal Warner era il contrario. Un artista gentile, coerente, misurato. Uno che non ha mai venduto se stesso ma ha sempre dato tutto in ciò che faceva. Lontano dalle polemiche che hanno travolto il nome di Bill Cosby, Warner ha scelto di farsi carico solo del meglio che quella stagione della tv americana aveva prodotto: empatia, intelligenza, rappresentazione. "Essere Theo ha significato molto per molti. Ma io ho sempre cercato anche la mia voce", disse una volta. E quella voce, oggi, manca come manca un fratello che non sapevamo di avere davvero.

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