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Baby Reindeer non era una storia vera: Fiona Harvey può fare causa a Netflix

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La recente decisione di un giudice della California ha stabilito che la serie non era basata su una storia vera. Ora la presunta stalker che avrebbe ispirato il personaggio di Martha può procedere contro la piattaforma per diffamazione

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Dopo le statuette vinte agli Emmy 2024, tra cui quella di Miglior serie limitata (TUTTI I VINCITORI), Baby Reindeer continua a far parlare di sé ma per i fatti emersi nel dibattimento in aula avviato da Fiona Harvey contro i realizzatori dello show e contro Netflix, la piattaforma che lo ha distribuito, una causa che potrà andare avanti, stando agli ultimi sviluppi.
Un giudice della California ha infatti stabilito che sebbene Baby Reindeer non sia basato su una storia vera, Fiona Harvey, identificata come la donna a cui è ispirato il personaggio di Martha, ha il diritto di procedere contro Netflix.
Harvey si era scagliata contro la piattaforma che l'aveva diffamata associandola ad avvenimenti mai accaduti che hanno gravato sulla sua reputazione.
La prima udienza in tribunale è attesa per il 6 maggio 2025.

Baby Reindeer non è basato su una storia vera

Quella raccontata in Baby Reindeer non è una storia vera, così ha stabilito R. Gary Klausner, il giudice distrettuale della California chiamato ad esprimersi sullo show Netflix, una produzione originale della piattaforma che lo streamer avrebbe reclamizzato facendola passare per una storia reale.
Fiona Harvey, la donna a cui si ispira il personaggio di Martha, la stalker della vicenda, ha avuto ragione dal giudice che ha ritenuto lecite le accuse di diffamazione da lei rivolte a Netflix e ai realizzatori dello show che avrebbero mostrato fatti mai accaduti.
Harvey non ha mai compiuto le aggressioni nei confronti del protagonista maschile della storia né avrebbe mai scontato la pena di cui si fa menzione nella serie. La storia raccontata non sarebbe così vera ma il frutto di un racconto di finzione che parte da uno spunto reale.
Fiona Harvey potrà dunque procedere contro Netflix in una causa che ha già avuto vari sviluppi.
La piattaforma di streaming ha già ottenuto l'eliminazione delle accuse di negligenza legate alle mancate verifiche effettuate sulla vicenda ed ha inoltre ottenuto l'eliminazione della richiesta di danni punitivi. Harvey aveva richiesto 170 milioni di dollari di risarcimento per essere stata collegata al personaggio di Martha dello show.

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La causa per diffamazione riprenderà nel 2025

Il giudice distrettuale ha stabilito che la facilità con cui era possibile collegare il personaggio di Martha alla Harvey è la ragione alla base della decisione di far andare avanti il processo tra la donna e Netflix. Né la piattaforma né i realizzatori dello show avrebbero preso le necessarie precauzioni per tutelare la donna da un eventuale collegamento con la storia raccontata.
Su questo punto si era già espresso Richard Gaad, ideatore, sceneggiatore e interprete della serie, nonché protagonista nella realtà della storia di stalking alla base del soggetto.
Gaad aveva espresso delle riserve sulla descrizione dello show voluta da Netflix come basato su una storia vera. Lui stesso aveva ribadito che la serie e gli spettacoli teatrali da lui ideati fossero in parte romanzati.
C'è comunque una parte della storia, ritenuta vera da parte del pubblico, che il giudice oggi ha ritenuto offensiva e diffamatoria nei confronti di Harvey. La nuova parte della causa ripartirà da lì.

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