La lotta per il calcio - Il caso Super League, ecco il trailer della mini-serie

Serie TV

Manuel Santangelo

©Webphoto

Il 13 gennaio approda su Apple+ una docuserie che prova a ricostruire la storia di uno dei progetti più discussi nel mondo dello sport. Lo fa senza prendere posizione, dando uguale spazio a favorevoli e contrari. Basterà questo per farci capire meglio il prodotto di un mondo sempre più complicato?

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La Superlega può essere paragonata a un terremoto. L’annuncio della sua nascita è stata una scossa durata poco, pochissimo, ma le sue conseguenze si riverberano ancora sul sistema calcio. Un’idea per alcuni non ancora definitivamente tramontata e su cui si finisce per discutere ciclicamente, all’interno di un mondo dove girano sempre più soldi ed è difficile trovare un modello che renda il gioco economicamente sostenibile. La lotta per il calcio – Il caso Super League è più di un documentario: è il tentativo di raccontare nella maniera più imparziale possibile un tema su cui tutti, dai tifosi ai dirigenti, hanno finito per dividersi.

Una tragedia in quattro atti

La docuserie arriverà dal 13 gennaio su Apple Tv+ con l’obiettivo chiaro di dare una panoramica il più possibile completa sulla questione. Le quattro parti di La lotta per il calcio – Il caso Super League cercheranno di mostrare tutti i motivi della genesi di questo torneo chiuso che, nelle intenzioni di chi lo ha messo in piedi, doveva essere l’ancora di salvezza per una ristretta élite di club. Se per i propugnatori dell’idea una superlega doveva rappresentare il meglio del meglio del calcio, sul modello dei campionati americani o dell’Eurolega di basket, per gli oppositori era difficile condividere questa visione. Chi è tuttora contrario alla proposta considera una competizione del genere come la morte dei campionati e di tutte quelle squadre che, attraverso un sistema più “meritocratico”, possono sopravvivere e coltivare ambizioni. Parere contrario alla Superlega arrivò poi, nella giornata del suo annuncio al mondo, anche dai tifosi. Soprattutto i supporter inglesi (che va detto ormai godono di fatto di un super-campionato come la Premier) fecero talmente tanta pressione sulle proprietà da costringere tutti i club britannici coinvolti nel progetto a fare un rapido dietrofront abbandonando il progetto, seguiti subito da altre squadre come le nostre Inter e Milan.

THE SUPERLEGA

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Buoni o cattivi, non è la fine

A tenere vivo il “sogno Superlega” sono ormai in pochi, come il presidente del Real Madrid Florentino Perez o il fresco ex presidente della Juventus Andrea Agnelli. Loro, che hanno costruito questa discussa e pericolante impalcatura, sono stati gli ultimi ad arrendersi cercando di far valere le proprie ragioni. Nel trailer Perez parla della Superlega come di una “evoluzione inevitabile” mentre Agnelli spiega che “vanno trovate nuove soluzioni”. Dal filmato anticipatore capiamo che gli autori hanno voluto indagare anche sul rapporto personale che legava l’uomo che ha guidato la Juve a nove scudetti consecutivi e Aleksander Čeferin, l’avvocato sloveno a capo della Uefa. Čeferin era addirittura padrino della figlia di Agnelli e non ha mai nascosto di aver vissuto la nascita del progetto Superlega come un autentico tradimento. Anche nel trailer lo si sente dire: “Ero accecato dall’affetto per il mio amico. Poi ho capito che mi aveva pugnalato alle spalle”. In questo a suo modo appassionante intrigo, fatto di giochi di palazzo e portato avanti in sordina ben lontano dai campi in erba, ognuno ha le sue ragioni e nel documentario vengono esposte tutte. La sensazione è che però alla base ci sia sempre un motivo unico per perorare la propria causa, a seconda di quale sia: il denaro. In un mondo dove sempre più soldi hanno portato tangenzialmente a sempre più problemi si assiste alla disgregazione del pallone, finito nel mezzo di una spirale infinita dove è difficile distinguere buoni o cattivi in maniera netta e manichea.

Juventus Chairman Andrea Agnelli pictured on the pitch prior to the Serie A match at Giuseppe Meazza, Milan. Picture date: 7th July 2020. Picture credit should read: Jonathan Moscrop/Sportimage via PA Images

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La guerra (fredda) per il calcio è iniziata?

 Il documentario del vincitore dell’Emmy Jeff Zimbalist (The Two Escobars) dà voce a tutti, lasciando liberi gli spettatori di costruirsi la loro verità. Il problema però è che appare davvero difficile schierarsi, almeno se ci si approccia alla visione con uno sguardo neutro.

Quanto possono avere ragione i presidenti che hanno spinto per la Superlega? In fondo i debiti e le difficoltà economiche che oggi loro stessi usano come scusa per far andare avanti il progetto sono in buona parte colpa delle loro discutibili gestioni: la corsa all’acquisto più costoso e la voglia di pensare sempre e solo al breve termine li hanno messi nella condizione di dover trovare altre strade ormai anche solo per sopravvivere. Ma d’altra parte, quanto è credibile il ricco PSG quando si oppone a certe proposte parlando di “calcio del popolo”? Stiamo pur sempre parlando di una di quelle tre-quattro squadre che “drogando” il mercato hanno aumentato irreparabilmente il gap tra team d’élite e compagini normali. Alla fine del trailer, Čeferin dice che “la guerra per il calcio è iniziata” e la sensazione è che a pagare le conseguenze di questo conflitto saranno alla fine, ancora una volta, i fedeli della chiesa del football.

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