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Stranger Things, Caleb McLaughlin parla del razzismo dei fan

Serie TV

Camilla Sernagiotto

L’interprete di Lucas Sinclair si è aperto sulla questione razzismo, che dice essere dilagante tra gli stessi fan della serie. Ospite della convention Heroes Comic Con in Belgio, ha parlato di attacchi razzisti. “Alcune persone dicevano di non sostenermi perché sono nero”, ammette. Altri si nascondono dietro a scuse varie ma secondo lui il motivo va ricercato sempre nel colore della sua pelle, di cui lui va a estremamente fiero: “Non sono amato solo perché sono nato con questa bellissima pelle color cioccolato”

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Caleb McLaughlin, uno dei protagonisti di Stranger Things, ha parlato di razzismo, una piaga che da sempre lo tormenta. Parliamo del giovane attore nero che interpreta il personaggio di Lucas Sinclair.

Ospite della convention Heroes Comic Con in Belgio, ha parlato di attacchi ingiustificati e razzisti, svelando che la questione dell'odio legato al colore della pelle è assai dilagante tra i suoi stessi fan.
“Alcune persone dicevano di non sostenermi perché sono nero”, ammette con rammarico. “E alcuni dicevano: non ti sostengo perché sei stato cattivo con Eleven”, aggiunge.

Parlando del fatto che è stato cattivo con Eleven, McLaughlin si riferisce a quanto accaduto soprattutto nella prima stagione della serie televisiva di Netflix, quando il suo personaggio dimostra di non fidarsi della nuova arrivata, interpretata da Millie Bobby Brown.
Tuttavia l'astio nei suoi confronti, secondo lui, dipende quasi da motivi razzisti, anche quando le persone tentano di nascondersi dietro ad altre giustificazioni.
“Anche adesso molte persone non mi supportano o non mi seguono perché sono nero”, ha proseguito. “A volte oltreoceano si sente il razzismo, la bigotteria. Non è sempre facile parlarne e capirlo, ma quando ero più giovane mi colpiva molto”.

È difficile spiegare a un ragazzino di 14 anni perché gli altri protagonisti siano più amati di lui

Ricordiamo che Caleb McLaughlin, che oggi ha vent'anni, ne aveva soltanto 14 quando iniziarono le riprese della prima stagione di Stranger Things, quindi era nel pieno di quella adolescenza che rende chiunque vulnerabile a qualsiasi cosa. Se poi parliamo di cose così gravi come il razzismo, la questione diventa ancora più pesante e indigeribile.

Quando iniziò lo show di Netflix, McLaughlin si domandava per quale motivo il suo personaggio avesse un seguito minore rispetto ai suoi colleghi, gli altri ragazzini che animano Hawkins. Un quattordicenne, ancora ingenuo per sua stessa natura, non riusciva a spiegarsi questo mistero, così sono stati i suoi genitori a dover fugare i dubbi: “I miei genitori mi dissero che era un'amara verità, era per via del fatto di essere l'unico ragazzo nero nella serie”.

Nel dirlo, Caleb McLaughlin ha voluto aggiungere parole da cui si evince tutto l'orgoglio di far parte della comunità afroamericana, cui appartiene a testa alta: “Non sono amato solo perché sono nato con questa bellissima pelle color cioccolato”.

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McLaughlin si batte per trasmettere messaggi positivi

Caleb McLaughlin non si è certo fatto demoralizzare, o meglio: tutto quello che gli è capitato l’ha demoralizzato, sì, sfidiamo chiunque a non uscirne con l'umore e l'animo a pezzi.

Tuttavia le ferite che gli sono state inferte dalle parole razziste si sono trasformate nello sprone per trasmettere messaggi costruttivi, positivi e tali da poter cambiare finalmente  le cose.

L'attore si è servito della sua notorietà per combattere una buona causa: circoscrivere il più possibile l'odio.

“È proprio per questo che voglio trasmettere amore e positività con chi mi segue, perché non voglio restituire odio a chi sparge odio”, ha aggiunto. Anche questo significa essere un attivista per i diritti, oltre che un uomo degno di essere chiamato con questo nome.

Ricordiamo che McLaughlin e soci stanno per ritornare sul set per le riprese dell’attesissima quinta stagione di Stranger Things, i cui primi ciak sono attesi per il 2023.

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