L'amica geniale, le differenze tra la serie tv e il libro di Elena Ferrante

Serie TV

Fenomeno letterario degli ultimi anni, la tetralogia di Elena Ferrante conquista anche in forma televisiva, grazie agli sforzi dei registi di rimanere fedeli alle pagine dei libri. Tuttavia, come sempre capita, qualche differenza si trova, a partire dal terzo capitolo tratto da Storia di chi fugge e di chi resta

Ha conquistato lettori in tutto il mondo, con la sua storia di un’amicizia al femminile, in continuo equilibrio tra competizione e ispirazione e lo sfondo di una storia tutta italiana che caratterizza e dà forma all’ambiente, così come ai personaggi protagonisti. È questo L’Amica geniale, un racconto umano di due donne, amiche da sempre, mai davvero felici, in bilico tra legame e oppressione, con strade che si dividono e si ritrovano, vite in crescita e mutamento nell’Italia del boom economico e delle rivoluzioni degli anni Settanta.

L’amica geniale, la fedeltà della serie tv ai romanzi

Di fronte ad una tetralogia letteraria dai molteplici livelli di lettura, caratterizzata da continui intrecci di vite e avvenimenti tutti ugualmente importanti, il primo grande obiettivo della trasposizione cinematografica dei romanzi è stato quello di rimanere fedeli alle pagine scritte, nel tentativo di evocare sul piccolo schermo i toni e le atmosfere dipinti dalle parole.

Sotto l’attenta regia di Saverio Costanzo, Alice Rohrwacher e per il terzo capitolo di Daniele Luchetti, la fiction ha la volontà di non deludere i tantissimi appassionati dei libri. Come sempre capita però è possibile evidenziare alcune differenze, seppur piccole, tra le trasposizioni tv e i libri.

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I vestiti di Lila e Lenù a casa della Galiani

Una delle prime differenze che gli occhi dei fan più attenti possono catturare riguarda Elena Greco, o meglio Lenù, invitata a casa della sua professoressa Galiani. Elena è indecisa su come procedere e si confida con Raffaella, Lila, che si propone di accompagnarla per non farle affrontare l’esperienza da sola. Tuttavia, Lenù è preoccupata di come Lila potrebbe essere vista dalle persone legate al mondo borghese, in particolar modo per il suo modo di vestire appariscente. Nella fiction infatti viene mostrata Lila vestita in modo vistoso, comportamento che provoca l’immediata preoccupazione di Elena. Al contrario nel romanzo Lenù si veste sobria, con una gonna e una semplice camicia, dopo averlo promesso ad Elena.

La scena in ascensore

Una volta giunti alla festa della professoressa Galiani, le due amiche si trovano di fronte ad un ascensore e, anche se dubbiose, decidono di raggiungere il piano della casa attraverso quella innovazione moderna. Nel romanzo invece Lenù e Lila raggiungono l’appartamento attraverso le scale, perché per paura della novità temono di rimanere bloccate.

La visita dal ginecologo di Lila

Nella serie tv, dopo alcune insistenze da parte del marito Stefano Carracci e dei parenti di lui, Elena decide di farsi visitare da un ginecologo. Solo dopo decide di confidarsi con l’amica Lenù. Nel romanzo invece dopo il litigio che le due amiche hanno a causa della festa a casa della professoressa, Lenù e Lila si riappacificano e Lila decide di aiutare l’amica di sempre a farsi visitare, dopo aver saputo delle pressioni a cui questa è sottoposta.

L’ambientazione degli anni 70

La serie tv L’Amica geniale 3 offre molto spazio all’ambientazione storica che nel libro fa da sfondo alle vicende ed in parte è solamente accennata. Sul piccolo schermo viene dato risalto alle vicende di personaggi che nel romanzo appaiono minori. Appaiono quindi in primo piano Mariarosa, sorella di Pietro, e Nadia, figlia della professoressa Galiani, due ragazze borghesi di buona famiglia impegnate nella rivolta studentesca. E poi viene raccontata in modo dettagliato Silvia, una ragazza madre che nel romanzo occupa poche pagine e il cui destino è profondamente legato a quello di Nino Sarratore. Le vicende storiche che hanno riempito le pagine dei giornali degli anni 70 vengono sottolineate dalla regia per evidenziare come il tema del conflitto di classe sia fondamentale come chiave di lettura dell’intera storia, in un continuo gioco di contrasti che nel libro vengono solo fatti immaginare al lettore tra le righe.

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