Fondazione, tutto quello che c'è da sapere sulla serie tv ispirata ai libri di Asimov

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Svariate le differenze rispetto all’opera di Asimov, soprattutto legate alla presenza di un’analisi più legata ai sentimenti. Uno show da non perdere

“Fondazione” è senza ombra di dubbio uno dei progetti più ambiziosi di Apple e, in generale, della serialità moderna. Il motivo è presto spiegato. Lo show dovrà confrontarsi con una materia letteraria considerata tra le più importanti di sempre. Si parla del “Ciclo delle Fondazioni” di Isaac Asimov. Il suo genio partorì questa trilogia a partire dagli inizi degli anni ’50. Un’opera dall’importanza indescrivibile, alla quale il prolifico autore aggiunse altri 16 volumi, il che va a formare un ciclo a dir poco ambizioso.

Proporre una serie tratta da quest’opera vuol dire andare incontro a delle naturali critiche. Vi sarà ovviamente parte del pubblico pronta a criticare la scelta di operare delle modifiche al celebre ciclo. Altri invece apprezzeranno le differenti vie narrative proposte, comprendendo l’impossibilità di trasporre esattamente il “Ciclo delle Fondazioni” su schermo. La storia raggiungerà una fetta di utenti del tutto digiuni per quanto concerne la produzione di Asimov e ovviamente si scatenerà un’ampia discussione social tra lettori e non, come accaduto per “Il Signore degli Anelli” e “Game of Thrones”, ad esempio.

Ciò che appare chiaro è l’intento di stupire il pubblico con un’opera esteticamente esaltante. L’approccio alla materia è decisamente opposto rispetto a quello “freddo” di Asimov. Non è la matematica dell’universo al centro della storia, bensì il legame tra i personaggi. David Goyer non prova neanche per un istante a porsi sullo stesso livello di Asimov. Non vi è modo di imitarlo senza scadere nel ridicolo. Per questo ha creato qualcosa di differente che tragga ispirazione da quanto creato da un vero e proprio genio.

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Fondazione, nuovo trailer per la serie tv tratta dai libri di Asimov

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Le differenze tra serie e romanzi

Svariati personaggi hanno subito delle nette modifiche. Ciò comprende anche i principali della trilogia. Gaal Dornick è un vero e proprio prodigio matematico. Nei romanzi è un uomo, mentre nella serie TV ha il volto di Lou Llobell. La vera differenza, però, è rappresentata dalla trama amorosa nella quale il personaggio è stato calato. Come detto, i rapporti interpersonali hanno ben altro valore rispetto al materiale d’origine.

Netto cambio caratteriale anche per Salvor Hardin, che si mostra come un personaggio decisamente più votato all’azione. Decisamente opposto rispetto a quanto raccontato da Asimov, la cui versione aborra ogni forma di violenza: “È l’ultimo rifugio degli incapaci”.

Più complesso il ruolo di Raych Seldon, che pare racchiudere caratteristiche di vari personaggi di Asimov. Maggiore attenzione viene inoltre rivolta all’imperatore, la cui psiche viene maggiormente analizzata. Muta anche il destino di Hari Seldon, brutalmente ucciso. Differente, inoltre, il rapporto con il Vault. Questo dovrebbe aprirsi in momenti cruciali della storia della galassia. Si tratta delle cosiddette “Crisi di Seldon”. Salvor Hardin, però, è resistente al campo nullo che vi è intorno al Vault, il che lo rende un personaggio cruciale.

Fondazione, trama

È naturale però chiedersi quale sia la materia trattata da Isaac Asimov nel “Ciclo delle Fondazioni”, alla base della serie “Fondazione”, che vanta Jared Harris, Lee Pace, Lou Llobell, Laura Birn, Cassian Bilton, Terrence Mann e Leah Harvey nel cast.

Analizzare il tutto nei dettagli sarebbe a dir poco complesso. Restando in superficie, dunque, la trilogia propone un’analisi di un universo futuro, che vede milioni di miliardi di esseri umani abitare centinaia di mondi e pianeti differenti.

Il personaggio cruciale è Hari Seldon, inventore di una scienza nota come “psicostoriografia”, che sfrutta dei complessi modelli matematici, psicologici e sociologici per prevedere il futuro dell’universo. Secondo le sue analisi l’Impero Galattico crollerà nell’arco di 500 anni, fronteggiando svariate crisi. L’ordine giungerà, infine, ma occorreranno alcuni passaggi cruciali e ben 30mila anni di guerre e disordini.

Profezie che giungono in un momento di pace e splendore dell’Impero, il che spinge la comunità a ignorarlo del tutto. Verrà inoltre sottoposto a un processo per tradimento. Seldon tenta di spiegare come i 30mila anni possano essere ridotti ad appena 1000. Occorre creare un’enciclopedia universale che raccoglie il sapere accumulato nella storia dell’umanità. Le autorità acconsentono a spedire i suoi seguaci su un pianeta periferico, Terminus, così da portare avanti il suo piano di redazione dell’enciclopedia.

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