La commedia dark tutta al femminile, in cantiere alla Sony Pictures Television, è l’adattamento televisivo del romanzo di Jeanne Ray intitolato “Calling Invisible Women”. Lo show parte dall’idea della paura innata nelle donne di essere invisibili e ci offre una visione molto attuale e interessante della condizione femminile. A occuparsi della sceneggiatura è Randi Mayem Singer, sceneggiatrice di capolavori comedy venati di drama come "Mrs.Doubtfire"
Sembra il titolo di una delle solite serie supereroiche, invece Invisible Women non è il classico show da wonder women, bensì una serie di genere dark comedy in cui non manca il colore rosa. Non rosa inteso come genere romantico, ma proprio come nuance simbolica delle donne, perché si tratta di un programma tutto al femminile che sta sviluppando Sony Pictures Television.
Uno show che parte da una delle più grandi paure di noi donne (uso il noi perché chi firma questo articolo lo è): il terrore di risultare invisibili. Timore che, ahinoi, che sono la storia e la società attuale a nutrire di giorno in giorno, di anno in anno e di epoca in epoca. Dai tempi di Eva o giù di lì.
La trama della serie Invisible Women
Invisible Women è una serie tv sui generis che racconta di una donna "di una certa età" che un giorno si sveglia e si accorge di essere diventata trasparente al mondo, invisibile a tutti gli altri. Ma ciò che all'inizio crede essere una sua personale condanna si rivelerà invece una condizione che la accomuna a tante, tantissime altre donne.
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La serie "Invisible Women" è l’adattamento del romanzo "Calling Invisible Women"
Questa commedia dark è tratta da Calling Invisible Women, il romanzo di Jeanne Ray che sarà adattato per il piccolo schermo dalla sceneggiatrice e showrunner Randi Mayem Singer (che si sta occupando del pilot e che è sceneggiatrice di capolavori del genere comedy che non tralasciano mai venature dark, introspettive e drammatiche). Randi Mayem Singer ha sceneggiato, tra gli altri, Mrs.Doubtfire, la celeberrima pellicola (premio Oscar al miglior trucco) che vedeva il compianto Robin Williams nei duplici panni di Daniel Hillard e Mrs. Euphegenia Doubtfire, scritta a quattro mani da lei e Leslie Dixon nel 1993 (ispirandosi liberamente al libro di Anne Fine, Un padre a ore).
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L’invisibilità come metafora
“Adoro l’idea dell’invisibilità come metafora. Il divertimento viene dal rendere l’invisibilità un superpotere, oltre che una crisi di identità che può avvenire quando le donne non si sentono più guardate dagli altri come negli anni in cui erano più giovani”, ha dichiarato la sceneggiatrice Randi Mayem Singer, come riporta il magazine Deadline.
L'invisibilità è una metafora della condizione femminile, quindi il riso che alcune delle scene di questa serie comedy muoveranno avrà anche quella componente amara. Fondamentale per riflettere. La sceneggiatrice collabora alla serie di Sony con Kay Cannon e Laverne McKinnon della K&L Productions, insieme ad Alex Hertzberg (in veste anche di produttore esecutivo).