Demi Lovato, è uscito il trailer del documentario: dopo l'overdose, un infarto e tre ictus

Serie TV

Camilla Sernagiotto

YouTube Originals

Sono uscite le prime immagini di “Demi Lovato: Dancing with the Devil”, la docu-serie prodotta da YouTube Originals e disponibile dal 23 marzo che si rivela una vera e propria confessione che la pop star fa a tutti, a partire da se stessa. Racconta il buio totale a cui è seguita la sua rinascita, dopo l’overdose da eroina del 2018 a cui è sopravvissuta per miracolo

Il trailer appena uscito di Demi Lovato: Dancing with the Devil condensa in due minuti e mezzo ciò che vedremo nella docu-serie in cui la pop star racconta ciò che le è accaduto, ossia quell’overdose da eroina che nel 2018 l’ha quasi uccisa.

Prodotta da YouTube Originals e disponibile a partire dal 23 marzo, questa serie documentaristica si rivela una vera e propria confessione che la pop star fa a tutti, a partire da se stessa.


I crossed a line that I had never crossed”, ammette Demi con commozione, raccontando di quando appunto ha oltrepassato una linea che mai aveva osato oltrepassare. E che mai avrebbe perfino immaginato di poter varcare. Una soglia che l’ha fatta precipitare nel buio più totale da cui però, fortunatamente, la Lovato è riuscita a riemergere. “I’m rebirthing. I’m starting over”, aggiunge.

 

Un racconto di perdita a cui segue una rinascita, una testimonianza importante per tutti, per gli adolescenti ma anche per i tanti adulti che si trovano in difficoltà e credono che una spalla su cui piangere possa essere la droga, l’alcool e tutto ciò che ti lusinga all'inizio ma poi ti devasta, divorandoti da dentro. Come è successo a Demi Lovato, appunto.

Tre ictus e un infarto dopo l’overdose di Demi Lovato

Dopo l’overdose ho avuto tre ictus e un infarto”, afferma l’artista nelle immagini del documentario riportate dal trailer. “I medici hanno detto alla mia famiglia che mi sarebbero rimasti cinque-dieci minuti di vita”.

Nelle prime immagini del trailer vediamo la Demi Lovato di oggi seduta davanti al televisore mentre guarda la Demi Lovato di ieri. Una bambina in un filmato di repertorio si presenta: “Buongiorno, mi chiamo Demi Lovato e ho sette anni”, dice al microfono vestita da marinaretta.

 

Poi è la volta di un collage di foto che la ritraggono durante l’infanzia e l’adolescenza, seguendola poi nell’iter della sua rosea carriera. Rosea solo in superficie, perché sotto quel sorriso e quello sguardo si celava dell’altro, qualcosa di torbido che tormentava non solo la Demi Lovato star ma anche la Demi Lovato persona. Una vita professionale indissolubilmente legata a quella personale, come capita spesso a qualsiasi celebrità e quasi sempre se questa è diventata tale in giovanissima età, come accaduto a lei.

 

L’album fotografico con cui incomincia il trailer di Dancing with the Devil viene mostrato velocizzato, andando a provocare quel batticuore che inevitabilmente coglie chiunque sappia come sono andate le cose per la cantante. E il fermo immagine sulla sua mano con la farfallina della flebo, in uno scatto che documenta la sua degenza ospedaliera, preannuncia ciò che la celeb sta per raccontarci.

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La responsabilità di sentirsi un’icona

She should be dead”, dice una delle voci di questo documentario corale in cui la protagonista assoluta è senz’altro lei, Demi Lovato, senza però tralasciare altri "comprimari". La sua confessione è accompagnata dal contrappunto di tante voci diverse che rendono questo progetto ad ampio spettro.

Sopprimi una parte di te stessa”, confessa la cantante, riferendosi anche alla responsabilità di essere considerata un’icona, un modello, qualcuno a cui guardare. You have to be this icon”, spiega una delle persone vicine alla Lovato, sottolineando quanto quel calarsi nella parte della diva possa causare una pressione insopportabile per molti.

 

Tra le tante “guest star” accolte nel documentario, compare Elton John le cui parole “Quando sei giovane e famoso, mio Dio, è difficile” dicono tanto di quel disagio che la fama può provocare in chi la assapora troppo presto.

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L’importanza di parlare della salute mentale, secondo Demi Lovato

Nel trailer vediamo Demi Lovato in lacrime sul palco durante un suo concerto. Sta piangendo e cerca di tamponarsi le lacrime con un fazzoletto. Tra i singhiozzi trova la forza di dire: “La salute mentale è qualcosa di cui tutti noi dovremmo parlare”. Tra i tanti problemi legati alle malattie mentali - una delle quali è la insidiosa e infida depressione - c'è anche quello per cui ancora oggi non se ne parla volentieri. Pensare che nel 2021 sia ancora una specie di tabù è pazzesco eppure spesso si preferisce "dribblare" il discorso.

 

Demi è veramente brava a nascondere ciò che ha bisogno di nascondere”, afferma una delle persone vicine a lei, intervistate nel documentario. Un "dono" che ha rischiato di ucciderla perché il primo passo verso la luce in fondo al tunnel è parlare, aprirsi, chiedere aiuto.

Ho vissuto moltissime vite, come i gatti. Ora sto vivendo la mia nona vita e sono pronta a tornare a ciò che più amo: fare musica”, ci dice Demi Lovato sulle note del suo pezzo Dancing with the Devil messo a titolo. Ma soprattutto sulle parole della canzone: “I Was Dancing with the Devil, Out of Control”.

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La carriera di Demi Lovato

Demi Lovato, all'anagrafe Demetria Devonne Lovato, è una cantautrice e attrice statunitense. Ha debuttato nello showbiz da giovanissima, nel programma Barney & Friends del 2002, quando ancora era una bambina. Nel 2008 è diventata molto famosa interpretando la protagonista Mitchie Torres nel film Camp Rock prodotto dalla Disney. Nello stesso anno, ha pubblicato il suo primo album, Don't Forget, a cui sono seguiti Here We Go Again (2009), Unbroken (2011), Demi (2013), Confident (2015) e Tell Me You Love Me (2017).

Tra i suoi singoli che hanno raggiunto la top 10 della Billboard Hot 100 si annoverano Skyscraper, Heart Attack e Sorry Not Sorry. A livello internazionale, ha riscosso parecchio successo con le canzoni Give Your Heart A Break, Cool for the Summer e Neon Lights. Grazie al suo quinto album in studio, Confident, ha ricevuto la sua prima nomination ai Grammy Awards.

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